Umberto Lenzi

Un caro saluto al grande Umberto Lenzi del quale apprezzo soprattutto horror e polizieschi, vedrò di colmare la mia lacuna nel genere war movie, anche se ultimamente mi sto dando da fare :slight_smile:

vorrei salutare anche io il grande maestro.

un esperto di horror e polizieschi, ma come non ricordare anche

pierino la peste alla riscossa e cicciabomba

due film che a me onestamente sono piaciuto un sacco.

Pur avendolo conosciuto di persona, mi aggrego ai saluti collettivi di rispetto.
Da ricordare come sia stato il capostipite anche dei cannibalici con “Il paese del Sesso selvaggio”, che considero uno dei suoi migliori film in assoluto. Parlandone con lui, rimase molto sorpeso del fatto che qualcuno glielo citasse (parlo di 4 anni fa, quando ancora non era paventata l’idea di una edizione in dvd), visto che viene ricordato e omaggiato sopratutto x il contributo ai polar e ai thriller/horror. Aggiunse inoltre che voleva essere ricordato anche per gli “avventurosi” e i war movies, che ha sempre amato girare.
Grande Maestro di tutti i Generi.

L’ho sentito proprio l’altro giorno per un articolo, ma ne approfitto ugualmente per unirmi ai saluti !
Grande Maestro !

Non posso non unirmi ai complimenti e ai ringraziamenti! Lenzi è sempre stato tra i miei registi preferiti per gialli, horror, cannibal e ovviamente pol. Sapevo del filone war ma non me ne sono mai interessato, chissà!
Umberto Uber Alles! :slight_smile:

Umberto Lenzi è morto, purtroppo; me lo ha comunicato poco fa Giorgio Brass.

Aveva 86 anni e non stava bene da diverso tempo.

Sì, l’ho saputo adesso. Poveretto, da quando la moglie se n’era andata s’era lasciato andare molto… riposi in pace.

L’avevo sentito in Agosto l’ultima volta, non stava bene e la morte di Olga gli aveva tolto la voglia di lottare. Toscanaccio indomito, con un carattere difficilissimo, come molti forumisti hanno riscontrato sulla loro pelle. Ma sempre genuino, e capace di scusarsi dopo una sfuriata incredibile. Una persona tutta d’un pezzo, e probabilmente uno dei massimi esperti al mondo sulla guerra civile spagnola (aveva un archivio impressionante). Ciao Umberto!

La prima volta che parlai con Umberto Lenzi fu nel 1999. Trovai il suo numero sull’elenco, chiamai e parlai direttamente con lui.
Volevo chiedergli un’intervista per un sito (sarebbe stata una delle mie primissime interviste) ma non fu possibile realizzarla perché lui mi trattò malissimo e dopo aver sbraitato contro di me mi chiuse il telefono in faccia.

Non era interessato a fare un’intervista con un ragazzino di 21 anni, diciamo così.

Ammetto che ci rimasi molto male perché avevo messo in conto che rifiutasse il mio invito ma non pensavo che l’avrebbe fatto in quel modo.
Decisi quindi che da quel momento avrei evitato di contattarlo.

Anni dopo (sarà stato il 2005, se non ricordo male) lavoravo in Francia per la NeoPublishing e mi fu chiesto di contattarlo per chiedergli delle interviste per degli extra.
Non volevo farlo, lo dico senza problemi, ma fui praticamente obbligato.
Avevo provato a dire che era un burbero estremamente incazzoso e che non avevo davvero piacere a parlarci di nuovo visto come mi aveva trattato anni prima, ma alla fine mi convinsero a provarci dicendomi che sicuramente l’avevo beccato in un momento sbagliato.

Così lo chiamai nuovamente e stavolta fu meno aggressivo, dimostrandosi interessato e disponibile. Sembrava andare tutto per il meglio ma poi, alcuni giorni dopo, la situazione precipitò e lui si esibì in una delle sue storiche sfuriate dove mi disse le peggiori cose.
Anche se ero preparato al peggio ci rimasi malissimo ancora una volta soprattutto perché questo suo scoppio d’ira era assolutamente immotivato e non capivo la ragione per cui, di punto in bianco, si fosse arrabbiato in quel modo.

Da quel momento bollai Lenzi come una brutta persona e non volli credere a tutti quelli che mi dicevano che in realtà era un brav’uomo che aveva solo un carattere difficile. Per me era solo uno che era sicuramente stato un grande regista ma che era anche un tipo cafone, scorbutico e aggressivo.

Quando lasciai la NeoPublishing e mi misi in proprio mi fu chiesto di realizzare degli extra per un suo film e sulle prime la mia reazione fu di rifiuto assoluto. “No, no, con Lenzi non voglio averci nulla a che fare, chiedete a qualcun altro, non esiste che io faccia qualcosa che lo riguardi”.
Alla fine però mi lasciai convincere perché, senza tanti giri di parole, avevo appena aperto la mia società e non potevo permettermi di rifiutare dei lavori.

Incaricai un mio amico di chiamarlo e di mettersi d’accordo con lui perché io volevo averci a che fare il meno possibile e, in ogni caso, ero segretamente convinto che sarebbe andato tutto all’aria per qualche motivo che sarebbe dipeso esclusivamente da lui e sul quale non avrei avuto il minimo controllo.
Alla fine l’intervista fu fissata e mi presentai a casa sua ad Ostia il giorno prestabilito, accompagnato dal mio operatore. Era il giorno del mio ventinovesimo compleanno, lo ricordo perfettamente.

Lenzi a suo modo fu cordiale anche se lo trovai incredibilmente ruvido e spigoloso. Iniziammo l’intervista, tutto sembrava andar bene finché all’improvviso lui perse il controllo per una piccolezza e si incazzò come una furia contro il mio povero operatore che non aveva fatto nulla di male ma aveva toccato un suo nervo scoperto scatenando quella sua reazione inconsulta.
Fui io ad intervenire e a risolvere la situazione e in quel momento mi resi conto che quella sua furia incredibile non era animata da cattiveria.
Era semplicemente un tipo passionale, non era assolutamente cattivo.

In quel momento cambiò qualcosa nel mio rapporto con lui.

Quando gli mandai la sua intervista montata (ci tenevo a mostrargliela in anteprima) lui mi mandò una mail piena di complimenti seguita da una telefonata dove ribadiva la sua soddisfazione.
Non so più quante altre interviste ho fatto con Umberto dopo quella volta. Credo che siano almeno una quindicina, se non di più.

Mi obbligò a dargli del tu - cosa che io sono sempre molto restìo a fare - e diventammo amici.
Lo andavo a trovare ad Ostia anche senza doverlo per forza intervistare, mi raccontava i fatti suoi e pure io - notoriamente ultra riservato - gli ho raccontato alcune cose che mi riguardavano.

Ci scambiavamo i film (gli mandavo pacchetti con i dvd dei film di Bogart - sua autentica passione - o con quelli di Raoul Walsh, Nicholas Ray, Robert Siodmak… ) oppure gli mandavo le edizioni straniere dei suoi film che lui collezionava gelosamente o anche alcuni libri che gli mancavano o che mi faceva piacere fargli leggere - ricordo il suo entusiasmo per una raccolta di racconti di Cornell Woolrich, per esempio -.

Quando ho finalmente capito che tipo era ho iniziato a divertirmi tantissimo ogni volta che dovevo intervistarlo perché era davvero un passionale, sapeva raccontare le cose, aveva un entusiasmo coinvolgente, era un ragazzino di 80 anni innamoratissimo di quello che era stato il suo lavoro.

Un giorno gli dissi - testualmente - : “Ma lo sai, Umberto, che io per anni ho creduto che fossi proprio uno stronzo?”.
Mi ero davvero tolto un peso dicendoglielo perché era una cosa che volevo dirgli da tempo ma non sapevo come fare. Dirgliela così, a bruciapelo, mi era sembrata la soluzione migliore.
Lui si mise a ridere e mi disse che non ero certo il primo ad avergli detto una cosa simile e che era contento che avessi cambiato idea su di lui.
E aggiunse “Ma mi fa piacere non perché mi freghi qualcosa di quello che la gente pensa di me, mi interessa sapere quello che pensi tu”.
Questa cosa a suo modo mi commosse e mi commuove anche ora che ci ripenso.

Era burbero e lo sapeva, si accendeva facilmente - spesso senza ragione - e altrettanto facilmente si spegneva come se nulla fosse.
Tutti quelli che - come me, prima di conoscerlo bene - lo liquidavano come un vecchio irascibile e intrattabile non l’hanno sicuramente mai visto quand’era con la sua adorata moglie Olga o quando parlava della sua famiglia o di Massa Marittima. Oppure quando, semplicemente, ci si parlava di cose di tutti i giorni.

Che poi con lui non è certo sempre stata facile, anzi… Spesso, nonostante tutto, lo trovavo indisponente e bizzoso, addirittura un paio di volte abbiamo pure avuto degli screzi, sempre risolti in breve tempo.
Sono stato bene con lui, mi ha fatto divertire, mi ha fatto incazzare, mi ha insegnato tanto, mi ha dato la carica in momenti difficili. Come fanno gli amici, appunto.

Ho avuto il privilegio di potergli essere amico, di conoscere anche l’uomo oltre il regista, di sentirmi stimato umanamente e professionalmente da una persona che mi aveva accompagnato per tutta la vita con i suoi film.

Gli sono stato vicino fino alla fine, l’ho chiamato regolarmente quand’era in ospedale in questi ultimi mesi e ho sofferto sentendolo sempre più debole e più demoralizzato, ma d’altronde era anziano e malato, è nell’ordine delle cose.

Ha avuto una vita straordinaria, ha fatto grandissimi film che saranno ricordati per sempre e ha lasciato una grande traccia, artistica e umana.

Gli ho voluto bene, lui ne ha voluto a me e in un certo senso mi fa piacere che la nostra amicizia sia nata in maniera così burrascosa, con la mia prima opinione su di lui che è stata completamente ribaltata dal tempo e dai fatti. E sono contento che lui l’abbia saputo.

I film del grande regista Umberto Lenzi resteranno per sempre e non potremo averne nostalgia perché li potremo rivedere ogni volta che vogliamo.
Personalmente avrò nostalgia del mio amico Umberto del quale però, per fortuna, mi resteranno tantissimi bei ricordi personali.

F.

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Che peccato, un altro mito del cinema italiano che se ne va. Giorgio, bello il tuo post, non potevi fare una descrizione migliore di Lenzi.

Mi spiace. Per la sua dipartita, e soprattutto per non averlo mai conosciuto. Anche se sulla sua persona ne ho sentite di tutti i colori, proprio da vari forumisti. Ma in tal senso è eccezionalmente “illuminante” l’intervento di Brass. Comunque, più che mai, RIP…
P.S. Per Giorgio: nel mio piccolo, anzi piccolissimo, anch’io sono “passionale”. E se vieni un giorno a TS, potrai renderti conto che tutto sommato sono meno peggio di quel che pensi. Spero…

grazie per le tante belle emozioni Grande UMBERTO LENZI

Un ottimo regista, magari senza il “lampo di genio”, grazie anche ai suoi film mi sono appassionato al cinema di genere italiano.
I suoi gialli, quando ancora erano impossibili da trovare, me li sognavo persino di notte: Il coltello di ghiaccio, Paranoia, Orgasmo, Spasmo…
E seppur spesso non siano molto lineari nella trama, amo rivederli per reimmergermi nelle loro atmosfere particolari: Gatti rossi in un labirinto di vetro, l’inizio, con la colonna sonora di Nicolai… spettacolo.

E tutti gli altri film: gli storici, i polizieschi, gli avventurosi, gli spy… insomma, non ci ha fatto mancare nulla.
Ce li sogniamo oggi registi così…

r.i.p.

Ciao Umberto! R.I.P.
Grazie a Federico per il post.

R.I.P. Maestro.

P.S. il post di Brass mi ha sinceramente commosso.

Quando ancora ero adolescente cominciai per caso ad appassionarmi al cinema e lo feci partendo da quelli che , ai tempi, consideravo i massimi livelli cioè il cinema straniero ed in particolare Kubrick.

Un giorno “ravanando” in un festone dell’Auchan spuntò fuori questa VHS de “il trucido e lo sbirro” della AVO e la comprai perché costava poco e memore delle vision notturne del periodo più goliardico del personaggio interpretato da Milian; inutile dire che fu una vera scoperta che mi aprì gli occhi su un certo genere di cinema che tutt’oggi, anche se meno maniacalmente, fa parte della mia vita.

In tal senso devo molto a Lenzi, anche se ammetto di non averne mai completamente afferrato il personaggio.

Resta un grande vuoto.

Sono davvero commosso per la dipartita del buon Lenzi; sei stato un grande e lo sarai anche lì, tra i tuoi colleghi scomparsi. :frowning:

Mi dispiace molto. Un grande del cinema italiano. E’ tra i primi registi che ricordi quando nel lontano 1969 vidi al cinema La legione dei dannati. Successivamente negli anni ho visto e rivisto quasi tutti i suoi film.

Grazie Giorgio per aver condiviso queste tue riflessioni personali e autenticamente intime con noi… personalmente non ho mai conosciuto il Maestro ma mi è sembrato di conoscere un’oncia dell’oceano della sua persona leggendo il tuo stupendo post.