Umberto Lenzi

Il cinema di genere italiano è una delle mie più grandi passioni. Umberto Lenzi è sempre stato uno dei registi italiano che ho stimato di più, per la sua versatilità e padronanza nei generi più disparati, dal thriller/horror, al poliziottesco, al film di guerra ecc… Per ogni genere ha fatto almeno un film che è un classico. Quando entrai nel “tunnel” del poliziottesco compravo ogni cassetta di nocturno che trovavo e lì in mezzo c’era anche milano odia. Ricordo che quando lo vidi restai incollato dall’inizio alla fine. Ancora oggi è il mio preferito dei sui film, forse il suo capolavoro. Bellissimo. Quando andai a cattolica per l’appuntamento a mano armata mi feci autografare le locandine de il trucido e lo sbirro (uno dei miei preferiti di sempre) di da corleone a brooklyn e una copia del suo libro delitti a cinecittà. C’era un po’ di caos di gente e non riuscii a farmi una foto con lui, purtroppo, cosa di cui mi sono sempre pentito, ma stringere la mano al regista di milano odia, il trucido e lo sbirro e roma a mano armata è stato veramente bello. Dopodiché mi sono piazzato dietro di lui ed ho ascoltato con grande interesse il suo bel discorso al microfono davanti alla piazzetta gremita di gente e di auto d’epoca. Era la prima volta in vita mia che conoscevo un regista, che lo vedevo davanti a me, che lo ascoltavo parlare, e mi dicevo: “Oh, quel tizio lì che parla, con le bretelle, è il regista di tutti quei film che ho tritato in cassetta. È proprio lui! È qui davanti a me!” È stato molto emozionante.

Non sapevo che stesse male. M’è dispiaciuto veramente sapere della sua dipartita. Purtroppo un’ altra grande perdita del 2017.

Ciao umbè. Grazie di tutto. Stasera mi riguardo Milano odia. In cassetta.

Bello anche l’intervento di Davide Pulici su Nocturno:

Umberto Lenzi: Rest in Peace
Scompare un protagonista del cinema bis italiano

http://www.nocturno.it/umberto-lenzi-rest-in-peace/

Perché in inglese?
Ah già, è più cool…

RIP La buonanima
Ora stara’ a bestemmiare con il padre eterno affermando di essere chiaramente il miglior regista del mondo
“E chi cazzo e’ quel pezzente??? E’ un regista di merda!!”

A dicembre Nocturno gli dedica un dossier, fonte Pulici sul suo facebook.

Rammento di quando ebbi, pochi anni fa, una conversazione col nostro Renato a proposito dei rapporti fra Lenzi e Pulici. Dopo anni di vigorose (e addirittura esagerate…) “leccate” al regista toscano, in seguito a un litigio (strano, eh?) con quest’ultimo DP compì un clamoroso voltafaccia, non perdendo occasione per denigrare o quantomeno fortemente ridimensionare l’opera omnia di Lenzi. Chissà se sul numero di dicembre scriverà qualcosa in merito…

Davide ha scritto un pezzo molto corretto e sincero in occasione della morte di Lenzi.
Lo trovi qui: http://www.nocturno.it/umberto-lenzi-rest-in-peace/

Come intuibile a chi mi segue su Facebook, sto preparando una ricchissima edizione in blu ray per Roma A Mano Armata, che conterrà l’ultima (e lunghissima) intervista di Umberto e le interviste a tante persone che hanno partecipato al film (che peraltro tornerà nelle sale americane in un particolare circuito di cinema).

Avevo promesso a Umberto che avremmo realizzato un’edizione che l’avrebbe reso fiero di noi e faremo di tutto per mantenere questa promessa.

“Roma…” in br?! Meraviglioso. Suppongo che sarà un’edizione estera, magari americana…
P.S. Letto l’articolo, grazie. Devo riconoscere che Pulici è stato limpido e onesto, rilevando le luci e le ombre del suo rapporto con Lenzi. Ma questo non significa che la prossima volta che lo vedo, a Milano o a Trieste, gli rivolgerò la parola, ovvio…

Sto montando quella che è a tutti gli effetti l’ultima intervista di Umberto Lenzi, quella dove ripercorre tutta la sua carriera e che sarà pubblicata con il blu ray di Roma A Mano Armata.

L’ho girata esattamente un anno fa (il primo febbraio 2017, per l’esattezza) ed è stata l’ultima volta che l’ho visto. Poi ci siamo continuamente sentiti al telefono ma questa rimane l’ultima volta che ci siamo abbracciati e mi rimane l’ultimo ricordo “visivo” che ho di lui, mentre chiude la porta di casa sua e noi entriamo in ascensore.
Tra l’altro ricordo che pensai distintamente che quella probabilmente sarebbe stata l’ultima volta che ci saremmo visti. Lui stesso me l’aveva preannunciato al telefono, mi aveva detto che era troppo debole, che non stava bene e che non voleva più fare interviste. E, scherzosamente ma non troppo, mi disse: “approfittane ora perché domani potrebbe essere troppo tardi”.

Dopo quella volta ci siamo sentiti mille volte al telefono e ho assistito impotente al suo inevitabile declino psicofisico. Gli chiesi diverse volte se potevo andarlo a trovare per fare due chiacchiere, mangiare assieme, fare qualcosa, insomma… Lui rifiutò sempre, una volta addirittura si incazzò: “Ma è estate, vattene al mare, che cazzo vuoi venirmi a trovare in ospedale!!”.
Non voleva essere visto in condizioni di difficoltà e posso capirlo senza problemi.
Mi vengono in mente certi dialoghi che abbiamo brevemente scambiato poco prima che se ne andasse. Ne ricordo uno in particolare dove lui mi disse - con un tono lamentoso che non gli avevo mai sentito prima - “Non riesco più a usare bene le gambe, sto perdendo l’uso delle gambe…” ed io stupidamente gli risposi “Ma dai, è che sei debole anche per le cure che stai facendo, adesso non pensarci…”. Lui allora sbuffò un po’ spazientito e disse, con un tono sereno: “Ma Federico… non lo capisci che sto morendo?” ed io non riuscii a dirgli nulla. Fu molto brutto ma cosa avrei mai potuto dirgli?

Ora che sto montando quest’intervista mi è successa una cosa che mi ha colpito.
All’inizio Umberto racconta una cosa su Jeff Chandler sulla quale avrei voluto sapere qualcosa di più e, per un riflesso che ho sempre avuto da quando ho avuto il privilegio di lavorare sulle edizioni dei suoi film, ho allungato la mano verso il telefono per chiamarlo e farmi raccontare meglio questa storia avvenuta sul set di “Vento Di Passioni”.
Così mi sono trovato col telefono in mano, come un cretino, perché mi sono reso conto che ancora non ho accettato del tutto il fatto che non potrò più chiamarlo, sia per cose del genere che per qualsiasi altra cosa.

E se da una parte sono felice di poter montare questa sua ultima intervista e di poter passare, in qualche modo, ancora del tempo con lui, dall’altra sento profondamente la malinconia per il fatto che questa sia davvero l’ultima perché a quel vecchio brontolone ho voluto davvero bene.

Quando monto una featurette sto sempre molto attento a come nomino il file del progetto perché poi è facile che si perda tra i mille progetti delle cose che faccio. In genere scrivo sempre il nome del film per intero, poi il nome degli intervistati, sempre per intero, così poi è più semplice trovare il file con la ricerca del Mac.
Poco fa mi sono reso conto che, senza pensarci, stavolta ho contravvenuto a questa mia regola e il progetto di questa featurette non si chiama ROMA_A_MANO_ARMATA_UMBERTO_LENZI ma semplicemente “Umberto” e, proprio perché è stata una cosa completamente inconscia, mi ha davvero fatto sorridere.

Bellissimo post, Fede. Mi ha colpito immensamente. Posso fare lo stronzo cinico sarcastico su parecchi argomenti, ma su certe cose non rido ne’ tantomeno scherzo. La piena consapevolezza di Lenzi anche nell’ultima fase della sua vita mi ha commosso. Un grazie personale per il ricordo che hai condiviso con noi forumisti, Fede.

Oggi Umberto avrebbe compiuto 88 anni.
(questa splendida foto è stata postata oggi dalla figlia Alessandra su facebook)

Quando è stata scattata?

Probabilmente sul set di Caterina Di Russia

Una bella intervista alla figlia Alessandra:

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