Un ragazzo come tanti (Gianni Minello, 1984)

Visto finalmente questo film di Minello, lo immaginavo più droga movie, in realtà la tematica della droga è marginale, anche se appare con efficacia in una sequenza incisiva.
Il film in diversi passaggi mi ha trasmesso una grande tristezza, ed è questa la sensazione che mi porto dietro al termine della visione.

Vorrei rivedere anche I ragazzi della periferia sud, che all’epoca non mi piacque molto perché avevo l’aspettativa di vedere una sorta di Amore Tossico. Minello invece, diversamente da Caligari o da Nico D’Alessandria, non coglie l’anima degli attori facendo in modo che svelino sé stessi davanti alla mdp, bensì costruisce i personaggi pian piano, accumulando dettagli uno sull’altro. In Un ragazzo come tanti all’inizio questa costruzione era evidente e mi dava un po’ di fastidio, poi pian piano sono entrato nella diegesi ed il personaggio di Pino mi ha catturato.

Visto in un riversamento della vecchia CVR, l’unica versione esistente. Devo dire che ormai non siamo più abituati agli standard qualitativi di una vhs degli anni '80, nelle scene buie non si capisce più niente, il sonoro disturbato, il video che sfarfalla, ma come facevamo a vederci tutti i film così? Chissà se mai qualcuno penserà a fare uscire i film di Minello in digitale…

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