Quello che rende/va il film di Deodato un qualcosa di così estremo e “memorabile” (nel senso più “terrestre” del termine) era il fatto di annoverare alcune scene non “recitate”.
Le famigerate uccisioni e torture sul set.
Certo il film era girato in maniera originale e gli si devono ben altri “plus” più squisitamente “filmici”.
Ma lo shock, e non solo a mio parere, che lo fa/ceva decollare dal resto delle produzioni di quel genere era la “barbarie reale”.
Lo stesso relazionarsi della scarna troupe con il contesto.
Un relazionarsi “immediato” (nel senso di “non mediato”) col “circostante” che è esattamente il procedere contrario, per molti versi, di quello che è il modo di operare odierno.
Cose che oggi non sono più permesse a nessuno in alcun luogo.
Fra l’altro certe cosucce con gli animali e più in generale contro la “natura” oggi incontrerebbero sonori divieti ed opposizioni anche se solamente “rappresentate” (lo stesso film di Gibson, da molti considerato opera del demonio, appare “commovente” a confronto diretto con questo tant’è che è consigliato pure da molti organi cattolici come visione per famiglie).
Se da una parte questo è indiscutibilmente un punto più che a favore dei tempi odierni, dall’altra renderebbe un qualsiasi “remake” una sorta di acquarello laddove prima c’era un “olio”.
Io non voglio certo tornare agli orrori degli anni settanta, sottolineo bene!
Ma certe visioni così “sleazy” o realmente crude e con tutte le ingenuità che si portavano a bagaglio, oggidì non si possono più ricreare.
Cannibal è genuino figlio di un’epoca molto particolare e deve gran parte del suo brutale fascino ad “approcci” di quell’epoca.
Sinceramente non credo molto al “senso” di un’operazione del genere.
A meno che, appunto, non sia stata commissionata una versione pro oratorio. Edulcorata e piena zeppa di buoni sentimenti.
E io non ho nulla contro i buoni sentimenti…