Occasione sprecata. Fino a che non si manifestano creature, siamo dentro Alien in piena regola, per atmosfere, dinamiche, oscurità ed architetture. Poi si innesta la variante Lovecraft, dato che mostrini e mostrone sono calligraficamente ricalcati sull’immaginario letterario cthuliano. E però tali padri nobili non bastano a rendere sufficientemente interessante questo Underwater. Derivativo e deludente sotto troppi aspetti, cast, dialoghi, qualche scivolone pacchiano. Vincent Cassel è proprio sprecato, la sua parte poteva farla chiunque, ci si sarà pagato una settimana in un resort ai Caraibi. Kristen Stewart è una filiazione di Ellen Ripley in tutto e per tutto, biancheria intima, sguardo dolente, espressione sempre sofferente e pensierosa, taglio di capelli militare (assolutamente razionale dato il contesto, per carità), caratterialmente fragile in apparenza ma in realtà determinata e combattiva. Poi c’è il battutista che deve stemperare la tensione, il leader carismatico, la carne da macello, tutto il repertorio classico insomma.
Si salvano pochissime scene e l’uso di certi accorgimenti un po’ glamour, come i rallenty durante le esplosioni, fanno pensare più ad una pubblicità della Apple che ad un angoscioso fantahorror. Inoltre non ho apprezzato per niente la cornice complottista del film, particolarmente evidente sui titoli di testa e di coda, troppo qualunquista e prevedibile; né sembrano brillanti quelle mezze frasi buttate lì tipo che trivellando il fondo dell’Oceano “abbiamo preso troppo alla Natura e non avremmo dovuto”.