Ho cominciato a vedere un bel po’ di Pinku Eiga grazie ai consigli di @fəʊnibəˈləʊni e tra questi trovo che Uniform Virgin Pain sia veramente uno di quelli che mi ha marcato di più.
La storia é molto semplice e si apparenta a quella di un Rape & Revenge classico con due ragazzine che vanno in discoteca, l’una si diverte parecchio sulla pista vestita da cow-girl, mentre l’altra viene violentata da un gruppo di ragazzi più grandi nei bagni dello stesso locale. Da questa premessa, la giovane vittima di stupro viene costretta a prostitursi dalla banda ed ovviamente il suo comportamento nei confronti degli altri cambia, amica compresa, la quale deciderà di porre fine a questa “prigionia” in maniera drastica ma efficace! Per infine tornare a danzare in discoteca, ma questa volta da sole.
Trovo particolarmente eccezionale che, in un film che dura poco più di un’ora, il regista riesca a delineare cosi bene un rapporto di amicizia tra due personaggi femminili abbastanza agli antipodi ma comunque complementari, ad alternare momenti brutali e parentesi spensierate con uno stile sempre molto personale e ricercato.
Mamoru Watanabe é sicuramente un regista da scoprire ed é un peccato che, tranne l’ottimo Lusty Discipline in Uniform (la cui tematica mi appassiona un po’ meno), non riesca a trovare altro sul web
Menzione speciale anche per il duo di attrici, la forte Jun Miho e la povera Mieko Aoki, ma pure per Kayoko Sugi, presente sempre nel ruolo della madre anche nell’altro film del regista, ed in entrambi partecipa a memorabili amplessi.
Qualche foto della pellicola:
Jun Miho al centro della pista ad inizio film
Mieko Aoki relegata ad un angolo dell’inquadratura dopo aver subito la violenza
Una prova dell’originalità della regia per una delle poche sequenze di sesso consensuale
Mai sottovalutare le reazioni delle ragazzine nei film giapponesi!