Vagabundo en la lluvia (Carlos Enrique Taboada, 1968)

Altro giallo messicano cui sono legatissimo. Ho una predilezione per i film girati all’interno di un’unica location. In questo caso due donne che non si conoscono dovranno passare la notte in uno chalet convinte di essere assediate da un maniaco.
Film altamente ansiogeno, perfetto esempio di come con poco o nulla si possa incollare lo spettatore alla poltrona per i canonici 90 minuti
Tensione che si taglia con il coltello con l’evoluzione del rapporto tra le due donne, la minaccia incombente, vera…presunta…chi può dirlo?
Taboada non è l’ultimo arrivato, ci ha regalato tanti capolavori del suspense sudamericano, il suo marchio di fabbrica è proprio quello di lasciarci sul filo del rasoio fino alla fine. Di coinvolgerci alla grande nella vicenda.
Siamo nel 68, ma il film ha retto benissimo alla prova del tempo. Capace ancora oggi di emozionare, spaventare, coinvolgere alla grande.
Per chi cerca alta tensione fino all’ultimo secondo
Esistono sottotitoli italiani

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Film che comincia in crescendo con un divertente colpo di scena iniziale (!) che già ti mette voglia di lanciarti nella visione.

I meccanismi della tensione funzionano alla perfezione; il personaggio del vagabondo è davvero indecifrabile, enigmatico ed inquietante; la narrazione è costruita ad arte con alcune ellissi ed apparenti contraddizioni, in modo che fino all’ultimo neppure noi siamo sicuri di quello che abbiamo visto e di come siano andate effettivamente le cose.

E poi continua a fare capolino tra le righe la tematica della disparità economica e sociale nel messico dell’epoca.

Non si direbbe una pellicola nata in un contesto produttivo povero come quello messicano, un’estrema cura nella scrittura, nella realizzazione e nei dettagli ci porta anni luce lontano dai vari Santo, mummie atzeche e mostri vari (che pure amo).

Grazie al nostro @Manzotin per i sottotitoli in italiano!

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