Vip Mio Fratello Superuomo (Bruno Bozzetto, 1968)

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All’interno della dinastia millenaria dei Vip, superuomini dai poteri straordinari, a causa di uno degli appartenenti che si sposa con un umana nasce Minivip, insignificante esemplare con doti praticamente nulle. Al contrario il fratello Vip è uno dei più forti superuomini comparsi sulla terra e questo crea chiaramente frustrazione nel fratello più debole. In realtà Minivip risulterà decisivo nell’affrontare una minaccia mondiale.

Nel 1968 Bruno Bozzetto realizza questo che è il suo secondo lungometraggio dopo il precedente West and Soda del 1965. L’artista milanese era noto ai più per i cortometraggi del suo iconico personaggio , il Signor Rossi. Tramite questo innocuo travet, Bozzetto metteva in scena una critica agli aspetti più deteriori legati al boom economico post bellico e descriveva una società alienata, nevrotizzata ed irrispettosa dell’ambiente.

Se in West and Soda questi aspetti vengono appena sfiorati essendo il film una pura parodia comica dei film western, con Vip invece i temi a lui cari diventano centrali. In particolare tutto ruota intorno alla follia del consumismo, un fuoco sul quale le grandi aziende soffiano attraverso la leva pubblicitaria. Personalmente ho trovato più punti di contatto con Hanno cambiato faccia

Al di là però del messaggio “adulto”, il film è pieno di gag e trovate riuscitissime inserite in un contesto fantascientifico e james-bondiano. Abbastanza inquietante, quando l’ho rivisto da adulto, la comica degli schiavetti di Happy Betty che avevano un tempo ridottissimo per fare i loro bisogni pena la disintegrazione. Inquietante perchè, salvo errori, il tempo al bagno degli operai era un punto di attenzione sollevato da Licio Gelli.

Fantastico il doppiaggio di Minivip da parte di Oreste Lionello. La cosa curiosa è che per questo fatto sembra che il personaggio sia stato ritagliato, anche visualmente, ad immagine di Woody Allen che però in realtà all’epoca in Italia non era ancora particolarmente famoso ed infatti Bozzetto ha negato di essersi ispirato a lui in alcun modo.

Come già detto altrove, per me una perla del film è il brano Metti un Tigre nel Doppio Brodo nel quale i più anzianotti non faranno fatica a riconoscere i disclaimer utilizzati nei Carosello dell’epoca. Un grande Herbert Pagani su musica di Franco Godi.

Questo è il secondo film di animazione ho visto al cinema nella mia vita. Il primo è stato gli Aristogatti che mi era piaciuto tantissimo ma con questo ho vivido il ricordo di me bambino che piangevo e puntavo i piedi perchè non volevo uscire dalla sala per vederlo una seconda volta.

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