Zeder (Pupi Avati, 1983)

splendido film.
Una curiosità…ma Marco Giusti perchè non lo considera uno Stracult (nuova edizione ampliata e aggiornata)?
Nel libro non c’e’…:slight_smile:
Che lo consideri cinema mainstream?:confused:
Eppur nella sua beltà ha i tutti canoni del culto a mio avviso:
1)Film precursore del genere “cimitero vivente”
2)orrorifico italiano zombesco
3) fa parte degli anni giusti
4) c’ha qualche scena loffia (quelle del Lavia su citate)
perchè non è un cult per Giusti? :confused:
perchè morandini gli ha dato tre stelle?

Credo prorpio per la motivazione che hai intuito,ovvero che il cinema di Avati viene considerato d’Autore quindi non assimilabile ai B-movie…io non las penso così,ma io non sono Marco Giusti.

non credo.
perchè nello stesso testo del Giusti trovano posto:
Balsamus
Bordella
La casa dalle finestre…
il cuore altrove
festival
una gita scolastica
la via degli angeli

tutti del maestro Pupi

:confused:

che poi definirli tutti stracult mi sembra eccessivo.

concordo.
…si dovrebbe psicanalizzare il Giusti.
dubito di una dimenticanza.
mi par voluta la non inclusione.

C’è ben altra gente da psicanalizzare.

Saurilla se sto dubbio ti assilla, perchè non chiedi direttamente a Giusti? Secondo te NOI come facciamo a sapere perchè ha messo o non ha messo un determinato film?!!?!?!
Fino a prova contraria è ancora vivo, quindi contattalo e levati sto dente.

non lo conosco.
come faccio a contattarlo?
nel forum mi pare ci sia parecchia gente con conoscenze.
il dubbio non mi “assilla”…mi è soltanto sembrata una strana mancanza.

Non lo so, non è un problema mio, arrangiati.

PS:Qui si sta parlando di Zeder, vediamo di chiudere la diatriba.

c’e’ una diatriba?
mi sembrava di essere più che posato.
se è ot che il Boss cancelli pure.

Visto ieri sera (da dvd).

Parte piuttosto “tosto” per poi rimanere un po’ così, fra il thrlling e qualcos’altro previo il delirio finale.
Il protagonista sembra appiccicato su di un plot non suo.
Anche lui mi sembra che dia il meglio sul finale…
Varie scene da ricordarsi (la passeggiata dello spretato fra i pilastri, Lavia che trascina il cadavere, quella finale…)
A piacermi poco (ma non è colpa di nessuno…) è il contorno anni '80 che mi farà sempre preferire un film pre-1981.
Alquanto azzeccato (ma quando mai ne sbaglia uno quell’uomo…) il commento musicale di Ortolani.

Un gioiellino di paura casereccia che, seppur con intenzioni differenti, riconferma la bravura del Pupi più “gotico”.

Anch’io lo visto ieri sera per la prima volta: buon film sicuramente, con dei momenti molto azzeccati, ma non del tutto all’altezza della sua fama.
Il finale soprattutto mi è sembrato un pò tirato via, forse sono io a non averne colto il significato ma mi ha lasciato con la classica espressione “…quindi?” :confused:
Insomma, dopo aver seminato spunti per tutto il film (alcuni dei quali poi si perdono nel nulla, come la figura dell’amico poliziotto) mi aspettavo che nel finale si tirassero un pò le fila del discorso, ed invece…

Penso che il finale, sempre un po’ “aperto”, sia proprio una caratteristica di Avati.

Che non spiega mai per intero la vicenda.
Che concede sempre un po’ di dubbio a chi guarda.

E’ il senso del “e non c’è più scampo…” che preme insinuare, a mio modo di vedere…

Penso che il finale di Zeder non sia un finale aperto nell’accezione “positiva” del termine. Mi spiego: prendi “la casa dalle finestre che ridono”, anch’esso provvisto di finale aperto. In quest’ultimo tutte le tessere del puzzle (metaforicamente) che vengono sparse durante il film, nel finale vengono incastrate in modo da far comprendere la vicenda. Dopodichè, il film non ti fa capire quello che succede dopo, ma per lo meno la storia si è capita.
In Zeder invece il buon Avati lascia le tessere sparse fino alla fine, col risultato che non capisci bene cosa collega gli avvenimenti successi fino a quel momento, e quindi, ovviamente, non riesci neanche a capire bene cosa succederà dopo la fine. In questo caso non parlerei tanto di “finale aperto”, quanto addirittura di “film aperto” :smiley:

Poi, ripeto, magari sono io a non aver colto bene i vari passaggi del film, ci mancherebbe. Buon per te che sei riuscito a gustartelo appieno! :wink:

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Io parlerei proprio di finali funesti e jettatori, com’è tradizione di ogni vero horror che si rispetti (mai apprezzati troppo gli happy end nel genere).

Non è per nulla detto che io abbia capito più di altri quello che ci sarebbe stato da capire in questo film…

E’ che io, molto probabilmente, ho un approccio differente al “cinema”.

Quando guardo un qualsiasi lungometraggio non mi sforzo mai più di tanto di “capire” quello che non si comprende con una normale partecipazione.
Non mi cruccio (come invece accade a molti…) di uscire dal cinema col “messaggio esatto” (se c’era…) che il regista aveva così abilmente nascosto nel plot…
Per me il cinema è prima di ogni altra cosa “visione di immagini in movimento”.
Parabole, verità occulte, messaggi poltici o predizioni su quello che ci sarà dopo la morte mi interessano molto poco.
Mi interessa il “come” viene illustrata la faccenda.
Il cinema non è (e a mia opinione non dovrebbe essere) né lettura di un romanzo né fruizione di un cruciverba…
Che poi ci siano lavori come Memento mi va benissimo, ma mi va benissimo perchè ne apprezzo la risoluzione visiva.
Gli “intrighi” della sceneggiatura mi intrigano poco…la predominanza del plot sulle immagini è per me una bestemmia…

Queste mie opinabilissime considerazioni giusto per spiegare che la notte dormo benissimo anche se non so esattamente che abbia visto il Lavia per strillare così tanto, o se magari strillava perchè la Canovas gli stava torcendo gli zebedei con la manina…(povero…)

L’inquietudine l’avevo percepita eccome, il gotico della pellicola mi aveva “preso”.

Il resto per me rimane insignificante nozionistica…

Salutoni!

Guarda, non ci crederai, ma la penso come te! :smiley:
Raramento riesco a beccare un buco nella sceneggiatura, perchè come te mi soffermo più sulle immagini che sull’intrigo… però in questo caso, non so perchè, alla fine del film mi è rimasto un pò l’amaro in bocca. Forse perchè Avati non riesce a buttarla tutta sulla “ricerca dell’atmosfera”, tirando sù un’intreccio da thriller che poi si rivela un castello di carta. Avesse fatto una cosa tipo “l’aldilà”, esplicitamente anti-coerente, forse l’avrei apprezzato appieno: ma qui non capisco quanto l’effetto sia voluto e quanto sia dovuto ad una non perfetta riuscita dell’insieme…

Comunque ripeto: ci sono alcune sequenze che sono veramente azzeccate e mi hanno messo una certa inquietudine. Di sicuro è un buon film, su questo non ci piove! Anzi, alla luce dei vostri commenti mi sa che lo riguarderò cercando di concentrarmi sull’atmosfera più che sulla storia. Magari cambierò opinione. :wink:

Per Tuchulcha: quando ho scritto “l’accezione positiva del termine” non intendevo un “happy end”, ma un finale che appunto riesce a inquietarti anche a film finito (quelli che tu definisci “jetattori”). Il finale di Zeder, più che inquietudine, mi ha trasmesso un senso di “incompiutezza”.

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Ma io trovo andasse benissimo così, non riesco a immaginare un ending diverso. Non per niente King ha ideato una chiusa analoga nel romanzo Pet Semetary. Ok, ha ammesso di detestare quella conclusione, ma per me era buona lo stesso.:smiley:

personalmente non sono riuscito ad aprezzarlo…
dopo aver visto La Casa dalle Finestre che Ridono mi ero messo a cercare questo, e forse per le mie aspettative altine, non mi è piaciuto per niente…
a mio parere dispersivo, con attori non convincenti, un film che non mi ha detto e dato niente…pensate che appena finito di guardarlo la tentazione era buttarlo nel caminetto

Fortuna che non l’hai fatto: potresti rivenderlo, così perlomeno ci guadagneresti qualcosa.

eheheh, però non ci ricavo piu di 5 euro a venderlo, quindi tanto vale tenerlo per fare volume nella collezione :smiley:
magari invece proverò a rivederlo per esprimere un giudizio migliore…