A Clockwork Orange - Arancia Meccanica (Stanley Kubrick, 1971)

l’originalità non è -per quanto mi riguarda- un parametro valido per stabilire il valore e l’importanza di un film.

mi limito soltanto a dirti due semplici cose:
2001 è un film ispirato al racconto di Arthur C. Clarke “La sentinella”.
Arancia Meccanica è tratto dall’omonimo romanzo di Anthony Burgess.
punto.

a Kubrick dell’originalità non gliene fregava nulla… a Kubrick fregava di fare Cinema.
e, con buona pace dei detrattori, ci è sempre riuscito.

il problema dell’originalità -o meno- di Arancia Meccanica… francamente non esiste.

con ciò ho concluso. questa volta davvero;)

Che lo si voglia, o no, ritengo la Storia del Cinema passi Inesorabilmente da questo Capolavoro Autentico…
…come, altrettanto ritengo, l’Ottimo Romanzo (Incomparabile anche nelle Novità, Originalissime, del Linguaggio) di Burgess da cui il Film è tratto…:oops:

E’ un film che ho amato ed amo tuttora, sempre vedendolo in diversi stadi evolutivi e attribuendogli di conseguenza la valenza critica che il mio spirito in quel determinato momento sapeva elaborare: film anarchico, film denuncia, film sociologico e via assimilando.
E’ un film che fa riflettere, proprio per la sua complessità tematica e le sfumature che si percepiscono visione dopo visione.
E’ un film tecnicamente ineccepibile, come d’altronde credo l’opera omnia di Kubrick-regista peraltro che per il mio modo di vedere ha creato opere discontinue,ma ripeto è un giudizio di puro gusto personale-girato con cura quasi maniacale per il dettaglio.
E’ purtroppo un film che, rivedendolo, trovo al contrario di quello che pensano molti un po’ invecchiato stilisticamente (giocoforza la società si è evoluta, in un senso o nell’altro, dal 1971); comunque se nel '71 poteva sembrare un film anticipatore, oggi resta pur sempre un film di tragica attualità, nel contenuto, sempre forte, e nell’esplorazione della violenza primordiale insita in ciascuno di noi e di come si può usare o fare leva su questa pulsione.
Per me uno dei suoi lavori migliori.
Probabilmente Kubrick era un genio. Io personalmente lo posso riconoscere, ma la suddetta discontinuità delle sue opere (giudizio squisitamente personale, e ripeto, esclusivamente valutando i miei gusti artistici) mi porta ad accettare la sua immensità con qualche riserva.
Mio limite, sicuramente.

Liberissimo di chiudere quando vuoi,posso tranquillamente chiudere anch’io senza che il nostro dialogo abbia scossoni o traumi,ma desidererei brevissimamente polarizzare la tua attenzione sulle tue stesse affermazioni:

  1. L’originalita’ come non-parametro per valutare un film.Benissimo.Ma se togliamo questa, cosa rimane?Andiamo sul piano artistico o della qualita’ delle altre componenti?

2)A Kubrick fregava di fare cinema…si’ certo…ma se e’solo per questo tutti potremmo fare cinema e tanto piu’ oggi che, come dice qualcuno le cineprese stanno nei taschini.A meno che alla parola cinema, non attribuiamo un senso implicito di eccellenza.

  1. Il problema dell’originalità -o meno- di Arancia Meccanica… francamente non esiste.Ed allora? O diamo per scontato che ne abbia a tonnellate oppure, non ne ha per nulla, ma allora devono eccellere tutte le altre componenti. Sara’ che eccellono.Ma eccellono? E non sto sminuendo per il gusto di sensazionalizzare. :slight_smile:

“Il modo ovvero lo stile espressivo, che e’ il “viatico” del contenuto , deve, per poter avere esso stesso valore, fondarsi su di un contenuto solido e valido. Se io vendo un panettone stantio incartato con carta stagnola luccicante e colorata, non ho venduto un prodotto di pregio: ho venduto un prodotto che appare pregiato.”

Qui mi va di dire la mia, non tanto sul regista in questione (troppo al di là delle mie modeste forze critiche), ma solo sul concetto espresso sopra.

Il cinema, così mi dissero e così ho constatato di persona, sarebbe l’arte in grado di contenerle tutte. Letteratura, pittura, scultura, architettura, poesia, cinema stesso. In un film entrano i gusti letterari, architettonici, poetici e così via di chi lo mette in moto. Non sempre dalla porta principale, vero!, a volte dalla finestra e senza manco l’invito. Non deve stupire quindi incrociare temi, impressioni o malcelati rimandi; qui come altrove. Un regista di solito legge, ascolta le opere altrui, assiste a spettacoli teatrali, dibattiti e tavole rotonde… Un regista fa comunque opera di intelletto e nessun intellettuale passa la vita confrontandosi esclusivamente con il vuoto pneumatico. Le arti, tutte quante, cagionano sul Mondo. Che poi lo si chiami Natura oppure Morte, questo non cambia nulla: è quella la pappa di cui si nutre l’Arte. Naturale quindi mettersi a raffigurare qualcosa su cui già in molti avevano cagionato a modo loro, tempo prima.

La Forma Ed Il Contenuto: Il Cinema Senza Buccia?

Il panettone di cui si parla sopra lo si consuma e, generalmente, ci si disfa della confezione. Buono o cattivo che sia, di un panettone esiste la fine (ok, a casa di Venticello tengono in credenza un Bauli Gran Mignon dall’83 aspettando di scodellarlo alla zia ricca, chè quando crepa lascerebbe una grassa eredità). Di un film quasi mai. Voi non ne divorate la trama (e tutta la cultura che ci sta dietro) e buttate via le immagini che la ricoprono. Un film vive del concerto, della simbiosi e del respiro di più parti. Il valore dell’opera filmica, quando viene considerata opera d’arte o capolavoro, si spinge ben al di là del valore della sceneggiatura o di una singola prova attoriale. Qui dentro chissà quanti film conoscete che sono diventati di culto, film che, se smembrati in ogni loro componente, non rivelano proprio alcunché di eccezionale. Eppure, come opere fatte e finite, si pongono come una sorta di Cometa a guida dei giovani (e meno giovani) Gaspare, Melchiorre e Baldassarre del nuovo cinema (vaccaboia sta storia dei Re Magi Negri sempre ce la piazzo neh?).
I francesi chiamano il regista “metteur en scène” e non sarebbe male fare la traduzione, dal francese all’italiano, di quelle tre paroline. Ve la fo io che alle medie ho studiato quella lingua con profitto e la prof mi invitava poi sempre a casa sua per le ripetizioni: “chi mette in scena”. Sarebbe il tizio che apparecchia, dispone e sincronizza il lavoro di tanti altri (vi pare poco?), mettendoci del suo. Quando apparecchiate con assoluta maestria (proprio come vi han insegnato all’alberghiera) la tavola perché il Marcellino viene a trovarvi e dovete fare un gran figurone, quando mettete giù i piatti a regola d’arte, pensate forse che quei piatti li si dovrebbe ridisegnare, ripensare ed intervenire sulla cultura popolare locale per ottenere una tavola che faccia batter le cigliona al vostro beneamato e succosissimo Marcellino? No eh? E così, immagino io, Kubrick s’è concentrato sull’illuminazione di ogni oggetto e personaggio, sui movimenti di macchina, su quei prodigiosi fish-eye che dilatano a dismisura lo spazio della violenza raffigurata, sui primi piani debordanti, sul rapporto grottesco fra il raffigurato e l’accompagnamento musicale etc. etc. etc. Non credo proprio che il regista abbia impiegato il tempo nel criticare il rapporto fra letteratura, società, violenza ed alienazione così come si era evoluto fino ai giorni suoi. Il suo contributo, comunque notevolissimo in assoluto, resta e rimane il suo film che fotografa una rappresentazione della violenza che, nel 1971, non ricorda nonni, bisnonni, prozii o trisavoli in grado di inficiarne la potenza. Qualcuno afferma che nemmeno i nipotini abbiano tirato fuori qualcosa di qualitativamente equivalente, ricordandoci di rapportare sempre un film al contesto temporale in cui viene partorito.

Per tornare al panettone ed alla sua confezione esulando per un momento dal cinema, mi permetto di rubarvi altro tempo.
Ma siete così sicuri di saper scorgere dove finisce la “buccia” (la carta del panettone) e dove inizia il contenuto, il cuore, ciò che rende notevole o meno un “prodotto”?
Ma siete così sicuri poi che si possano sempre “dividere”?
Monica Bellucci, se fosse zuccona come una capra, finirebbe di essere considerata un capolavoro di mediterraneità?
Una creazione di Pininfarina, se fosse spinta da un motore tecnologicamente fermo ai tempi dei faraoni, sicuri che non verrebbe esposta al MoMA ugualmente?
Se vi vendessero un panettone marcio, ricoperto però da un packaging creato dal Warhol, lo buttereste via?
Senza arrivare alle provocazioni della merda d’artista, rileggetevi alcuni miei interventi qui dentro. Ci trovate osservazioni degne di un genio? Non credo eh? E perché sti miei interventi sarebbero ritenuti notevoli da alcuni eh? Evidentemente, credo io, perché la forma è tale da annebbiare il contenuto o, meglio ancora, la forma diviene spesso il contenuto stesso ed il risultato è uno solo, non parti appiccicate assieme tanto per dar di conto.

La grandezza di un poeta, di un fotografo o di un regista, sovente sta proprio nel portarci sotto gli occhi cose che noi vediamo tutti i giorni. E’ proprio la “forma” con cui ci vengono presentate però, la “forma”, che è in grado di illuminarne significati, valori e colori come non ne avevamo mai visti, pur guardando noi quel soggetto tutti i giorni.
Crederete mica che prima del Sabato Del Villaggio nessuno avesse mai parlato del passaggio dall’innocenza alle disillusioni dell’età adulta vero!?!

L’Arte è interpretazione, non innovazione. Proprio perché, come ho già detto, si occupa di contemplare il Mondo e non di crearne uno nuovo.

molto velocemente:

il fatto che io scriva “il problema dell’originalità -o meno- di Arancia Meccanica… francamente non esiste” non implica che io non riconosca l’originalità di Arancia Meccanica (un monumento cinematografico stilisticamente unico e innovativo). semplicemente non ritengo “l’originalità” il valore -o l’unico valore- su cui si può fondare la valutazione seria di un film.
e poiché tu quando parli di “originalità” ti riferisci al tema trattato, domando: “Lolita”, sempre di Kubrick, tratta per caso un tema “originale”?
mi rispondo da solo:
resta cmq un altro capolavoro kubrickiano.

avevo infatti scritto Cinema. con la C maiuscola.

scintillano.

Personalmente trovo Arancia meccanica un gran film per come dice determinate cose, più che per quel che dice. Mancanza d’originalità? Può essere, la trama del romanzo si rifà in parte alle apocalissi letterarie paventate da Orwell, Bradbury e compagnia bella. E allora? Pure Hitch mancava di originalità, di Psyco adoro la scena della doccia e del resto me ne po’ frega’ dde meno. Ma vuoi mettere l’uso di Rossini nelle scene più crude, il menage a trois al ritmo del Guglielmo Tell, le facce patibolari dei protagonisti accompagnate dal brano In morte della regina Elisabetta, lo stupro al ritmo di Singing in the rain? Situazioni che hanno trasformato questo film in leggenda, poi chi detesta il titolo in questione si faccia piacere quel che gli pare. Film commerciali, puah. Quale regista non ne ha fatti? Manco fosse un demerito.

La tua analisi e’ molto bella e molto onesta ed a mio avviso merita una risposta molto pacata, ed altrettanto semplice che e’ questa: ci sono spunti originali come solo Kubrick sa fare ,solo che a questo film vengono, a mio parere attribuite prerogative superiori a quelle che realmente ha cercando in linea con la spinta culturale innovativa tipica degli anni 70 di vedere in esso temi volutamente innovativi quasi fosse un obbligo tassativo rinnovare il cinema in quel momento.:slight_smile:

Sugli altri punti la risposta esiste gia’. Sul punto quotato, trovo di dover fare una annotazione:…scintillano…
C’e’ da rilevare in questo film una minuziosa cura degli arredamenti e delle scenografie, che e’ tipica di Kubrick e la presenza di inquadrature in figura intera in cui e’ stato abbassato il punto di osservazione della scena per conferire una prospettivita’ maggiore all’immagine. E va bene. Da qui pero’ a parlare di arte, credo che il passo sia lungo.

Assolutamente si: Il contenuto e’il contenuto e l’involucro e’ l’involucro.Credo proprio che del panettone che tu dici,o meglio a cui ti riferisci, non saprei che farmene se fosse vero quello che tu dici a proposito dello sterco d’artista,allora, potremmo giusto prendere uno sterco, non importa se d’artista oppure no, perche’ sterco e’ e sterco rimane, fotografarlo in primissimo piano, magari con la luce del tramonto arrossato sullo sfondo, che so del Duomo di Milano, aggiungere l’Halleluiah di Haendel, e poi dire che si tratta di un’opera d’avanguardia in cui l’artista, ha voluto esprimere nuovi canoni creativi che stacchino con l’espressivita’ tradizionale:uno sterco e’ uno sterco,anche se lo fai uscire da un’istituto di bellezza.

E sempre a proposito di sterchi, prendiamo un’po la materia in questione, con i dovuti guanti, modelliamola a forma di cioccolata e poi offriamola al cliente da mangiare, vediamo se la mangia…puo’ darsi che ci siano molti degustatori illuminati che affermano che si tratta di un nuovo gusto dalle sfumature tecnicisticamente genuine…
naturalmente la mia era solo un’esagerazione voluta: desideravo solo evidenziare il concetto.

Ed adesso prendiamo un ottimo panettone fresco al cioccolato vero e fasciamolo nella cara igenica pulita: quando lo apri e lo mangi, sentirai che bonta’. Vedi tanti artisti di strada, che magari sono bravissimi, ma non sono noti.
Ed anche questa era un’esagerazione per evidenziare il concetto.

Qui noto una fortissima predilezione per lo sterco; il suo aroma, la sua fragranza, la sua consistenza tattile, la sua impermeabilità e la sua inadattabilità.

Poi noto anche una notevole anelasticità di posizioni e vedute: il contenuto è il contenuto, la confezione è la confezione.

Ma… e il divenire? La dinamica degli eventi? La creazione? Il Big Ben? Il Sao Cafè? Lo scroto? La Befana? L’argilla? La terra? Gli umori femminili? Il buco del culo di sua nonna? La poesia? Le frammentazioni futuriste? La donzelleta che vien dalla campagna? Le Anime Morte? La giovinezza? Il Duce? L’Orca Assassina? Convoy Trincea D’Assalto? Piero Angela? Franco Angeli Editore? Farrah Fawcett? La “Vergine Madre, figlia di tuo figlio”? Andare? Venire? Tutto d’un tratto ritrovarsi? L’automobilina-di-sabbia-che-Agentespeciale-progetta-crea-dirige-filma-ai-bagni-Vatikaki-Rivabella_
-di-Rimini-col-più-puro-degli-amori-paterni-che-tutto-ma-proprio-tutto-il-tubo-s’è-commosso-eh?

E tutto questo eh?

Come lo chiamereste voi eh?

Che sarebbe eh?

Merda confezionata eh?

Sterco + packaging eh?

Eh no eh?

E’ il DIVENIRE no? (Sai a quanti l’ho suggerito durante i compiti in classe e ci ho fatto prendere “più che buono” a tutti eh?)

La Pietà, Michelangelo l’ha fatto di marmo. E allora? Marmo era, marmo rimane?

Che sarebbe sta ineluttabilità della materia e delle sue intenzioni eh?

Figa Mariuccia!, Kubrick ha preso sta cacchio di sceneggiatura - povera di idee quanto diamine volete voi - e ci ha messo su polpa su polpa, polpa su polpa. Ha messo polpa pure sul lavoro degli attori, altrochè! Ed io ho pure l’impressione che sto regista l’abbia fatto pendulo un po’ a tutti per quanta polpa ci aggiungeva. Ma a volte pure, di questa polpa, lui ne toglieva.

Aggiungi di qua, togli di là… sai che è rimasto dell’iniziale idea di ultra-violenza?

Non si può continuamente portare avanti un ottuso cinismo che tutto appiattisce eh? Non si può far finta di non accorgersi della titanica impresa. Non si può rimaner del tutto frigidi innanzi a sto vista-vision di sensibilità cinedelica eh?

Wè! Va bene non strizzarsi le mutandine dopo la visione di Arancia Meccanica, va bene rivolgere le proprie passioni altrove ma cercare di sminuire la notevole potenza penina di sta pellicola proprio non s’ha da farsi eh?

Il Buon Panettone Alla Carta Di Cesso Ricoperto.

Vende poco. Te lo dico subito.
La gente si fa più che fottere da quello che gli occhi, la vista, i colori consigliano. E’ quasi sempre la vista, difatti, che fa da apripista agli altri sensi.
Tu sei lì all’ortofrutticolo, vedi la Tuscia (sarebbe la morosa di un noto forumista). Sciattissima lei si affonda le dita nel naso e poi, con quel che ci ha trovato dentro, pensa bene di confezionarci un piccolo-grande Big-Jim per il figlioletto. Ti vien forse il desiderio di avvicinarti a simile Grazia Del Creato per vedere che ti dicono tatto, odorato e palato eh? Eh no eh?
Poi vai a casa del Marcellino - Gran Bravo Omettino! - e noti quello stra-tocco-di-bionda-fulminante-ommioddio-ma-sarà-vera? E’ bionda di capelli, di pelo e di intenzioni e s’impigrisce sul puf del salottino. Le cosce, lunghissime, lasciano che i raggi del sole calante ci si soffermino a lungo: la Natura ha fiuto per la bellezza e spesso ci amoreggia. Poi ti chiedi che razza di paradiso ci possa essere fra quei trampoli di carne. E ti ricordi dei campi di grano dell’Ohio, dei sentori dell’albicocca, del miele che cola e appiccica. Allora sì!, sì che la vista chiama seco gli altri sensi e quello che ti verrebbe sensato di fare non c’è bisogno che io lo scriva qui.

Ecco!

Quando troveremo o troveranno una pietra filosofale in grado di trasformare lo sterco in oro, oppure, tanto per cambiare alimento in spaghetti all’amatriciana, sicuramente saro’ io il primo ad adottarla. Da rilevare, che io sono uno spiritutalista convinto, ma tant’e’ guarda che il divenire senza materia, non ‘e’ nulla; semmai il divenire e’ il soffio vitale che trasforma la materia e la sublimizza. La predilezione per lo sterco: io non faccio certo battaglie in suo favore, ma quando un prodotto venisse a trovarsi a quel livello, purtroppo credo proprio che ci sarebbe ben poco da fare. Il marmo, poi e’ un materiale nobilissimo, cesellato in un’opera d’arte:pensa un’po cosa sarebbe quella statua se fosse stata fatta di un certo altro materiale.
E per quanto riguarda le mutandine bagnate dopo la visione di Arancia meccanica, ti faccio rispettosamente notare che non e’ certo quel film li’ a farmele bagnare, perche’ qualora lo rivedessi, credo che rimpiangerei in malo modo i soldi del biglietto: devo purtroppo risponderti su un certo tono e spero che i moderatori, perdonino il rischioso accostamento in ot: per farmi bagnare le mutande a me ci vuol altro che uno psicopatico con la faccia da minorato che va a finire su una sedia bloccata, mentre sbavando dice e’ un criiiiimine, con gli,occhi spalancati, perche’ non ne piu’ della violenza,ed allora, cambia registri comportamentali…
E se la gente vuole sfavillii e colori senza fare troppo caso, al contenuto, allora, pur essendo padronissima di farlo, ben si capisce come mai al mondo ci siano persone, che sentono dalle loro orecchie e parlano con la lingua degli altri anche se hanno tutto il diritto di farlo.:frogcool:
Ciao.

mi illumino… non so se d’immenso… ma mi illumino.
:gratold

virgole a parte, finalmente sappiamo di cosa tratta il film di Kubrick.
il “contenuto” insomma.
chiamate l’esorcista.
:basikstache:

appunto dicevo… c’è perfino chi sente dalle orecchie e parla attraverso le lingue altrui… chiari segni di possessione… chiamate l’esorcistaaaaaa:mad:

Ma certamente. Tuttavia, devo fare un distinguo:un film altamente creativo, non mi fa mai tittillare il pistillo, anzi suscita in me emozioni e compiacimento, e quando ho finito di guardarlo, inizio a mediatare e non esiste un film con un’argomentazione cosi’ scontata come quello al quale tu alludi che mi abbia fatto tittillare. Quello che invece mi fa tittillare il pistillo, e’ un altro film, e beninteso, non e’ un porno, tanto per non travisare.
Ma rispondendo alla tua domanda, un film degno di questo nome e’ “Quando muore una stella”, di Robert Aldrich, con Rossella Falck,Peter Finch,Ernest
Borgnine:li’ si, che vedi veramente lo stacco grandioso e recitativo degli attori:un cimento di bravura tra Finch e la Falk.Per quanto riguarda invece il film che mi farebbe tittillare il pistillo, vatti un po a vedere il Decameroticus di Biagetti, con Orchidea de Sanctis, specialmente in quella scena dove amoreggia con uno e fa versi e gorgheggi in primo piano e poi mi dirai, se quel volto cosi provocante faccia tittillare oppure no.:frog:

la domanda di Marcello era un’altra… come d’abitudine stai spostando l’attenzione su altro.
ti si chiedeva, gentilmente, di segnalarci un film con tematica simile a quella del film di Kubrick.

[flash]http://www.youtube.com/v/94p_pLwV-uk&hl=en[/flash]

Ellapeppa!!

Se non hai ravvisato il “soffio vitale” in questo film, mi porteresti ad esempio un film con argomentazione simile che ti ha fatto titillare il pistillo?
Magari una pellicola che sia stata vista pure da un mezzo somaro come me eh?

Non ho predilezione per films che trattino tematiche simili a quello di Arancia meccanica: segnalatemene se volete uno voi e trattero’ al caso la questione se vorrete approfondire l’argomento.

Il film che citi tu è dannatamente viscerale. Impatta sullo stomaco (lo stomaco del cervello però) in maniera molto forte. Riconosco pure che il tema trattato - trattato comunque anche altrove in quegli anni - si porta dietro un tale bagaglio di poesia scura che agli spiriti più sensibili (il tuo è fra questi, probabilmente) concede pochissima tregua. Il film fu pure un poco maledetto ai tempi. Ciò nonostante, rispetto all’Arancia, sembra essere uscito da un’altra epoca. Intendo dire che il film di Aldrich - notevolissimo - è più facilmente riconducibile ad una decade. Il film che intitola questo topic invece, quello ha dalla sua un essere al di là del tempo - oltre ogni tempo forse - che lascia sempre un po’ basiti, quando lo si rivede.
Il confronto fra le due pellicole, a mio vedere, risulta quasi impossibile però. E questo non per gli effettivi o relativi meriti che all’una o all’altra si vogliono accordare.
Sono due mondi che girano nelle loro rispettive traiettorie cosmiche. Ben distanti ed inintersecabili, probabilmente.

solo un consiglio: approfondisci Arancia Meccanica piuttosto.
anche e soprattutto se hai desiderio di criticarlo…

il tuo ultimo “riassunto” del film conferma per l’ennesima volta che tu questo lavoro di Kubrick non l’hai approfondito per niente.

cosa anche legittima eh… ma non se si vogliono poi scrivere pagine e pagine per stroncare un film.

non posso che citare Slogun:
“le critiche devono avere un senso, altrimenti lasciano il tempo che trovano”.

Di Arancia meccanica ritengo di non dover ulteriormente approfondire un gran bel niente di niente allo stesso modo in cui tu ti poni come interprete veritiero di quel film. Quello che tu chiami desiderio di criticarlo e’ una mia legittima prerogativa di valutazione cosi’ come tu hai la legittima prerogativa di doverlo esaltare e vederlo piu’ volte. E ti faccio rispettosamente ed amichevolmente notare che le pagine e pagine, sono state scritte per rispondere alle tue vostre legittime argomentazioni esaltative, perche’ se no sarebbe bastata una pagina sola: quella che avevo scritto inizialmente.:frogsiren:

non sto esaltando nulla anchorman.

parli del film di Kubrick come uno che non lo ha mai davvero visto:
“uno psicopatico con la faccia da minorato che va a finire su una sedia bloccata, mentre sbavando dice e’ un criiiiimine, con gli,occhi spalancati, perche’ non ne piu’ della violenza,ed allora, cambia registri comportamentali”

ovviamente sei libero di scrivere quello che più ti pare.
io altrettanto ovviamente sono libero di criticare la tua pseudo critica al film di Kubrick. e questo senza dovermi sorbire cose tipo “ti ritieni interprete veritiero del film”.

hai esordito sostenendo che questo film è sopravvalutato. lo sopravvalutiamo perché, in realtà, questo è un filmetto senza originalità… tratta temi affrontati perfino nella Bibbia.

non condividendo questa tesi (che ha un’impostazione alquanto incerta) ti ho fatto qualche domanda per capire meglio, purtroppo gli argomenti delle tue risposte non mi hanno minimamente convinto e siccome ci troviamo in un forum, dentro un topic aperto da me, ho espresso il mio parere -negativo- a riguardo.
senza per questo detenere alcuna verità… non è necessario essere L’Interprete Veritiero per scoprire la debolezza di un pensiero o di una affermazione.
e per me -per me- le tue argomentazioni sono deboli.
punto.

NB: tanto per non dimenticare una parte significativa della tua “valutazione”:

Sostanzialmente il film di Kubrick potrebbe essere approcciato o duplicato da un altro; e cioe’ per esempio si sarebbe potuto o si
potrebbe girare un movie intitolato “Mela robottizzata”: una sorta di Arancia meccanica al femminile dove sia
protagonista ad esempio una donna che vedendo naufragare il proprio rapporto matrimoniale decide di mettersi
a compiere nottetempo violenze verso i malcapitati frustandoli dopo aver magari indossato un berretto dark ed
essersi vestita da indiana metropolitana e poi magari, curata somministrandole immagini di matrimoni felici fino al
punto di farla reinnamorare del proprio marito.
Ma allora, fermo restando il nobile intento antiviolenza, dove risiedeva l’originalita’: un tema vecchio e per giunta trattato con
argomenti double face e duplicabili

Rifletterei sul fatto che dai fotogrammi di questo film sono stati tratti un gran numero di poster e potrebbero esserne fatti ancora, cosa voglio dire? Che la composizione dell’immagine e quindi della fotografia è di serie A, e già questo … poi pur volendo accettare la sopravalutazione della storia e del film (…a me come esempio di fantasociologia non dispiace affatto) si deve aggiungere che ci sono idee registiche e soluzioni filmiche in scene ben sviluppate e secondo me originalissime, ad esempio: le violenze al ritmo di singing in the rain (e l’elaborazione sonora della canzone quando Alex si lava), il balletto dei Gesù Cristi con Beethoven, la soggettiva della mazziata fallica, la sequenza della presentazione di Alex nel Korova milk bar, i rallenti ben calibrati nelle risse e tante altre scene che rimangono nella memoria, sarà anche un pò sopravvalutato … ma che sbirulino! (eh si, sono educato e non scrivo mica parole come cazzo e pucchiacca) … come si può parlare della sopravalutazione di stò film quando viviamo in un mondo che ci esalta la carriera artistica di Britney Spears e ci propone le fantastiche vicende di una Paris Hilton?
Concludo strizzando l’occhio all’amico Anchorman citando la famosa frase di un mio amico: “A me arancia meccanica nun me piace!!!” (non l’aveva mai visto, si era sempre rifiutato di vederlo).