Non sono molti i film di fantascienza brasiliani, anzi, direi che questo è un caso più unico che raro.
Fantascienza post atomica, peraltro.
La premessa somiglia molto alla serie tv “Silo”: in un futuro imprecisato, uomini e donne che vivono in un rifugio sotterraneo ma senza sapere cosa ha portato il mondo a essere tossico e inospitale.
La storia è tenuta nascosta perché – a detta di chi è al potere – porterebbe a disordini e suicidi di massa.
Ma c’è un gruppo che cospira per far emergere la verità e tornare a vivere in superficie.
È evidente la modestia dei mezzi (del rifugio viene mostrato sempre lo stesso corridoio), qualche scenografia sembra un po’ troppo plasticosa, e qualche interpretazione è davvero sopra le righe, ma il film ha una sua estetica; c’è una certa cura nella messa in scena, le ingenuità non infastidiscono ma anzi gli donano, secondo me, un certo fascino che si può definire vintage - il film è dell’81 ma sembra molto più vecchio.
Nel finale la distopia lascia spazio al messaggio ecologico con la narrazione degli eventi che portarono al disastro e l’intenzione di tornare a vivere in superficie e usare in futuro solo energia prodotta dal sole e dal vento.
(Il regista anni dopo dirigerà anche un film sull’incidente di Goiania.)
Disponibile su YouTube in ottima qualità, ma ovviamente in lingua originale.