Arrival (D. Villeneuve, 2016)

In attesa del sequel di Blade runner, Villeneuve propone questo racconto fantascientifico, basato sull’arrivo sul nostro pianeta di dodici astronavi aliene (una sorta di uovo, come si vede nella locandina).
Visto ieri sera al cinema. Non è quello che uno ci si aspetta, ovvero non è un film di genere vero e proprio, ma piuttosto un racconto “sui sentimenti profondi dell’animo umano” e sul tema della comunicazione. Chi si aspetta una trama alla Prisoners rimarrà deluso, immagino.
A me non è dispiaciuto, seppur sia aderente a un linguaggio alla Nolan (a me Nolan non piace, peraltro).
Comunque un film diverso e, come dice qualcuno sul forum: o lo ami o lo odi.

Visto la settimana scorsa. Notevole: la conferma che con Villeneuve alla regia, il nuovo “Blade runner” è in eccellenti mani. In un certo senso, questo è il film che “Contact” avrebbe voluto essere, ormai ben 20 (!) anni fa. E invece riuscì ad essere solo in minima parte, anche per un abuso di effetti speciali nell’ultima parte, nonchè per troppi personaggi superflui o incolori. Personalmente ho apprezzato la “svolta” narrativa a tre quarti (che ribalta in pratica quanto abbiamo visto fino a quel momento), mentre sono rimasto praticamente disgustato per la “conseguenza” narrativa che la suddetta svolta comporta (e che getta una luce inquietante e sgradevole sul personaggio principale, diciamo). Ma diamo a Cesare quel che è di Cesare, e lodiamo il regista per aver realizzato un’opera di fantascienza “altamente intelligente” (dopo “Gravity”, “Interstellar” e “The martian”, questo sotto-genere gode di ottima salute, almeno a Hollywood), nonchè i tre interpreti principali, ovvero Amy Adams (che riesce ad essere sexy anche con poco trucco…), un insolito Jeremy Renner (per il quale, fortunatamente, la carriera non si limita ai filmoni Marvel…) e un sempre più autorevole Forest Whitaker. Uno di quegli attori che non stufano mai (anzi, in questo film non ha abbastanza scene!), felicemente avviato a una carriera da novello Morgan Freeman. Ovvero specializzato in personaggi carismatici e “naturalmente” saggi: avanti così, Forest…
P.S. Una piccolissima osservazione: il film ha meritatamente conquistato svariate candidature ai prossimi Oscar (8, se rammento bene). Ma perchè l’Academy ha trascurato Amy Adams? Una “dimenticanza” imperdonabile…

Chiedo a chi ha visto questo film e “L’Arrivo Di Wang” dei Manetti: ma è vero che questi due film sono così simili?

Gli OT sono stati cancellati. Sorry ragazzi ma le regole valgono per tutti e per fortuna esistono i messaggi privati.

Sì e no: c’è in comune l’idea del “faccia a faccia” con l’entità extraterrestre. E in un certo senso i Manetti, alla fine, sono più “cattivi” e coraggiosi. Ma il confronto fra il pur interessante filmetto italiano e il gran film hollywoodiano è ingeneroso…
P.S. Hai fatto bene a cancellare gli OT. Ci si lascia prendere la mano, a volte…

Adesso non vorrei dire una scemenza ma dopo che Arrival fu proiettato a Venezia (dove mi sembra fosse pure in concorso) ci fu chi parlò di una somiglianza estrema per quello che riguarda la storia, forse addirittura gli stessi registi sollevarono la polemica. O forse era Marco Giusti? Non ricordo più…
Ricordo però che si diceva che la somiglianza era davvero clamorosa, quasi come se quello di Villeneuve fosse una specie di “Arrivo di Wang” fatto con i soldi.

Tipiche “menate all’italiana”. Fatto salvo parte dello spunto, le differenze sono sostanziali. Se poi a qualcuno rode il culo che il film di Villeneuve è molto più riuscito, peggio per lui. La coda di paglia di certa gente è smisurata…
P.S. Inoltre, non oso pensare a un “Blade runner” diretto dai Manetti. Rabbrividiamo…

La somiglia c’è ed è innegabile, ma entrambi sono ispirati al racconto “storia della tua vita” di Ted Chiang. È comunque curioso il fatto che di tutti i titoli che avrebbero potuto inventare gli americani se ne siano venuti fuori con un “arrival” non certo dissimile da “l’arrivo (appunto) di Wang”.

Visto ieri sera.
Bello, niente di più. Come Interstellar. Buon film, fatto molto bene, non la solita robaccia, ambizioso, la storia mi piace, ma alla fine rimane poco
Non abbastanza rigoroso e profondo come un film di Kubrick. Non abbastanza coinvolgente, semplice, puro come un film di Spielberg (Incontri ravvicinati, eh…). E quando si fa un film ambizioso sull’arrivo di alieni o di qualche loro segno, i termini di paragone sono quelli.
E poi c’è la svolta/astuzia narrativa di cui parlava Zardoz che a me sembra stra-abusata, da il Sesto senso in poi. Mo’ basta!
Insomma, alla fine né lo amo né lo odio :slight_smile: E’ più vicino all’amore però, anche perché Amy Adams mi piace sempre.

Negli States esce la prossima settimana in br, a cura della Paramount. Regione free, oltretutto. Vedi www.dvdbeaver.com/film6/blu-ray_reviews_75/arrival_blu-ray.htm

Visto alla sua uscita in Inghilterra.
Un po’ moscio, molto ripetitivo, e con un finale molto “ni”… ma lo apprezzo molto per il semplice fatto di far parte di quella schiera di film che raffigura incontri ravvicinati.
Gran Ceffo Whitaker…

concordo, ho fatto fatica ad arrivare in fondo, coinvolgimento davvero scarso
per questo motivo, alla fine, la citata svolta narrativa non mi ha fatto nessun effetto