Braid - Chimera (Mitzi Peirone, 2019)

Due amiche spacciatrici devono trovare urgentemente i soldi per ripagare al fornitore una partita di droga sequestrata dalla polizia. Decidono quindi di derubare una loro vecchia amica d’infanzia psicopatica ma per riuscirci devono entrare in un gioco di ruolo estremo…

Mi sono imbattuto in questo film durante il mio approfondimento su Luna Gualano. Avevo letto che, a differenza della mia esaminanda, tale Mitzi Peirone aveva avuto il buon senso di fare i suoi primi passi nel mondo della regia direttamente negli States affidandosi ad un moderno cripto-crowdfunding. La sentenza se questa scelta possa definirsi vincente o meno la lasciamo ai posteri, fatto sta che per quanto mi riguarda si tratta di un bell’esordio per l’avvenente ex modella torinese.

E’ un film senza mezze misure, da amare o da odiare, perchè è volutamente sopra le righe. Le scelte registiche e di montaggio sono assolutamente eccessive ma insieme ad una fotografia curatissima ed una recitazione di buonissimo livello contribuiscono alla riuscita di un prodotto in alcuni tratti psicologicamente disturbante (mia moglie ha abbandonato a dieci minuti dalla fine).
E’ un’orgia di camera a mano, grandangolo, riprese sghembe o capovolte, colori lisergici, montaggio alternato. C’è anche qualche frame in B/N messo un po’ a cazzo ogni tanto. Dopo averlo visto ho letto qualche critica e si tirano in ballo Refn e Noe. Io non ho una conoscenza approfondita del loro cinema ma a naso mi sembra qualcosa di diverso.

Il film è scritto dalla stessa Peirone che giurerei essere una fan del Dylan Dog era Sclavi e forse un difetto che posso imputare allo scritto è che per centrare compiutamente il finale c’è da spremere un po’ troppo le meningi.

Lasciando a @schramm il compito di aggiungere qualcosa (ho visto la sua rece altrettanto lisergica sul Davinotti), proverei a cercare l’opera seconda della nostra connazionale che non ho capito se e dove sia stata distribuita.

EDIT: è in lavorazione con vari nomi (Ultramundus - Higher World - The Uncanny)

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effettivamente lo ricordo strano forte, psicotropico andante, non proprio scorrevolissimo e di facile digestione, ma con un suo traverso fascino cui è facile soggiacere. confermo che refn e noé sono stati tirati in ballo a sproposito. non credo si possa dire che sia derivativo, anzi anticipa per modalità narrative il sovrastimato barbarian. ricordo soprattutto un bizzarro doppio omaggio, segnico e canoro, a dirty harry di siegel.

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