Dirty Harry - Ispettore Callaghan: il Caso Scorpio è Tuo (Don Siegel, 1971)

Titolo: Ispettore Callaghan: il Caso Scorpio è Tuo (Dirty Harry)
Nazione: U.S.A.
Anno: 1971
Genere: Poliziesco
Durata: 92’
Regia: Don Siegel
Cast: Clint Eastwood, Harry Guardino, Reni Santoni, Andrew Robinson, John Larch, John Mitchum, John Vernon
Produzione: Malpaso Company, Warner Bros
Distribuzione: Warner Bros

Link IMDB

Mi pare di capire che non esista un thread specifico sul primo episodio della serie dei Dirty Harry, dunque approfitto molto volentieri per aprirlo, avendo appena acquistato il cofanetto Bluray con i 5 film della serie, per altro zeppi di extra con documentari, interviste, colonne sonore, etc, e che consiglio vivamente.

Impossibile dire qualcosa che non sia già stato detto e scritto sui Callaghan e su questo film (forse per questo non esisteva il thread…avrei dovuto capirlo! :wink: ), quindi mi rassegno ad essere banale e pleonastico. Anche a 40 di distanza il primo Dirty Harry risulta non solo un capolavoro assoluto, ma un passaggio imprescindibile per chiunque voglia approcciarsi al genere poliziesco, una pietra miliare, e segnatamente per quella certa categoria di polizieschi con i criminali cinici e spietati, la polizia che usa metodi spiccioli, la giustizia fai da te, il nodo (tuttora) irrisolto dei diritti dei criminali vs diritti delle vittime. Eastwood/Callaghan (che in originale ricordo si chiama Callahan, la “g” di appoggio fu inserita in Italia per permettere evidentemente una pronuncia più facile), è il prototipo del poliziotto che dilagherà poi anche nei polizziotteschi di casa nostra, in perenne dissidio con i superiori e con la stampa, che vedono nei suoi metodi risoluti e violenti un non rispetto dei diritti e della democrazia. Callaghan entra nelle case senza mandato, tortura i malavitosi, spara per uccidere senza fare tanti complimenti, non tratta e non negozia mai, quando è assegnato ad un caso difficilmente lo risolve lasciandosi dei superstiti dietro le spalle. Tutte cose che in genere fanno incazzare tremendamente il sindaco di turno, il procuratore, il capo del distretto, la tv e i giornali, e il bello è che Harry se ne fotte. I suoi dialoghi, sempre centellinati, sono tuttavia tappezzati di irresistibili battute umoristiche, acide e sarcastiche, e questo crea uno splendido e vitalissimo contrasto tra la violenza dell’azione e l’ironia del personaggio. Callaghan è capace di uscire da un ristorante mentre mangia un hot dog e, ancora masticando, freddare i rapinatori di una banca, per poi coglionarli con qualche motto.

Lo sfondo di San Francisco (con i suoi cieli tersi e le sue vedute sconfinate, splendidamente resi dal Bluray) aggiunge meraviglia a meraviglia, divenendo insieme alla inseparabile 44 Magnum (la pistola più potente al mondo, in quegli anni), una sorta di personaggio ulteriore che arricchisce non solo la fotografia ma anche la sceneggiatura. In questo primo episodio della serie conosciamo Callaghan, che è una sorta di pistolero degli spaghetti western precedentemente interpretati sempre da Eastwood, stavolta trapiantato in un contesto urbano. Come quegli eroi del West, non sappiamo nulla di lui e del suo passato, conosciamo solo il suo presente e, molto raramente, qualche dettaglio viene lasciato trapelare, come la moglie morta a causa di una rapina Le vicende sono liberamente tratte da un fatto di cronaca che terrorizzò la Bay Area di Frisco tra la fine degli anni '60 e i '70, quando il serial killer Zodiac imperversava per le strade senza che la polizia riuscisse ad acciuffarlo né a dargli un volto (lo stesso Zodiac che ha poi interessato David Fincher nel suo film).

Stile, ritmo, classe e potenza sono i trademark di questa pellicola firmata da Don Siegel, davanti alla quale, nonostante una intensa dose di violenza, non si può che rimanere estasiati. Più di una volta è stato chiesto ad Eastwood se non ritenesse che i suoi film fossero eccessivamente violenti, e la sua risposta in genere era che lo erano quanto necessario, e comunque assai meno della realtà.
Se si vede la versione in lingua originale del film si noterà che molte battute sono state cambiate in quella doppiata in Italiano, questo da una parte imporrebbe una visione anche in lingua del film, per assaporarlo completamente e al meglio, dall’altra però permette di sottolineare come le “licenze poetiche” non storpiano il film ma, caso raro, riescono addirittura ad arricchirlo in qualche frangente.

Gli extra del Bluray, come detto, contengono una miriade di aneddoti e particolari interessanti, come quando John Milius (qui sceneggiatore) racconta che Eastwood chiedeva di poter recitare il minor numero di dialoghi possibili, ritenendosi bravo negli sguardi ma non nella recitazione verbale. Oppure c’è Schwarzenegger che declama tutto il proprio spassionato amore per la serie dei Callaghan, ritenendo che la forza di Eastwood fosse nel suo proporsi con estrema calma e ironia, anziché impersonare il classico poliziotto esaltato e adrenalinico che urla, sbatte e corre. Eastwood parla piano, scandisce bene, si prende il suo tempo e così facendo emana carisma in quantità.

Perdonate l’attacco di logorrhea virulensis, ma l’affetto per il film, per il personaggio, e la quantità di materiale da trattare, richiederebbero oceani di parole :wink:

Devi fare a te stesso una domanda: “Mi sento fortunato? Eh, pivello (teppistello)?”
(“Do I feel lucky? Well, do ya, punk?”)

Insieme a “French connection”, il non plus ultra dei poliziesci “tough” anni 70’. BD davvero molto molto buono,considerando il tipo di fotografia e l’anno di produzione. Poteva starci un maggior restauro, ma le majors raramente si “sbattono” per titoli di catalogo che si vendono da soli… io oltre al cofanetto UK dei 5 film, ho preso anche, a poco, la digibook US, consigliatissima!!

Certamente un buon poliziesco, più che evidenti tutta una serie di riferimenti che verranno fatti propri di lì a pochi anni dal poliziesco nostrano con i vari Merli, Milian & company.

Di per sè un bel film che però non mi ha certo entusiasmato; giusto definirlo un caposaldo del genere, e Clint è sempre Clint. Però definirlo addirittura capolavoro mi pare eccessivo… va beh che tanti qui dentro definirebbero capolavoro anche Roma a mano armata, quindi…

Renato, che te devo di’, per le motivazioni già esposte nel mio logorroico intervento iniziale, io lo ritengo un capolavorissimo, poi…viva la demograzzia! :-p

Pure io lo definisco un capolavoro…e non a caso nel mio nickname ed avatar lo si vede chiaramente , è uno dei film che ho visto piu’ volte in assoluto…purtroppo non lo posseggo in blu-ray , ma nel cofanetto splendido che usci’ un po di tempo fa…e , che dire di piu’ se non che ovviamente conosco tutte le battute a memoria e che , ho sempre preferito l’Eastwood in versione poliziesca che in quella western…anche se ovviamente , mi piace pure quella trattandosi di un immenso attore che poi ha saputo diventare un altrettanto grandissimo regista…e concludo ricordando il personaggio di Scorpio che è il mio " villain " preferito del genere poliziesco , interpretato dal bravissimo Andrew Robinson , doppiato dall’altrettanto grande Cesare Barbetti !!! :-p

Rivisto ieri sera nell’ottima versione BR, devo davvero dire che non perde un centesimo del suo fascino e della sua forza (ma d’altronde io sono un di quelli per cui Roma a mano armata è un capolavoro, quindi…). D-Fens è già stato esauriente nell’analisi del personaggio, e rivisto oggi il film dopo l’assimilazione di tutto il poliziesco italiano che lo ha seguito, fa risultare ancora più divertente andare a caccia di analogie tra personaggi, battute e situazioni. Così a occhio direi che Lenzi è quello che ha saccheggiato più a man bassa da questo film, ma se non ricordo male nelle sue interviste ha sempre detto di aver preso i film di Don Siegel come riferimento per i suoi. Una menzione speciale per l’ottimo doppiaggio di Nando Gazzolo che ihmo rende alla perfezione il tono pacato ma deciso del personaggio.

Rivisto ieri sera in dvd, un Classico (sì, come Roma a Mano armata) che non mi stancherei mai di vedere. Lo spunto iniziale è appunto un killer simil Zodiac, nome che per ovvi motivi la produzione non poté usare all’epoca (quando il killer ancora imperversava sbeffeggiando la polizia). Eastwood giganteggia con una versione metropolitana del Leonseco Uomo senza nome, Bruce Surtees incornicia con una bellissima fotografia, Don Siegel impacchetta il tutto con classe. Un merito del dvd è che mi ha spinto a comprare il cofanetto in BR, data la scarsa risoluzione nelle scene al buio (e sono tante). Nel cast c’è anche John Mitchum (collega di Callahan), fratello del più famoso Robert.

Piccola curiosità, al posto di Eastwood originariamente ci doveva essere Frank “Old Blue Eyes” Sinatra.

Per il ruolo furono considerati anche Paul Newman (che rifiutò, stupidamente, per motivi politici) e Lee Marvin. Ecco, Marvin avrebbe potuto essere un gran Callaghan: immaginatevelo per un secondo con la 44 Magnum in mano. E poi la sua voce, a RINGHIARE certe battute. .

Sinatra/callaghan proprio non ce lo avrei visto, lee marvin, anche fisicamente, invece abbestia. Detto ciò, eastwood/callaghan è perfetto e ha dato vita ad un’ottima serie di pellicole ad alto tasso di violenza a cui clint risponde con altrettanta, e necessaria, cattiveria. Ci sono diverse scene memorabili, una tra tante il pestaggio selvaggio auto richiesto da scorpio per far cessare a callaghan il pedinamento incessante. San Francisco, al pari di altre città americane usate in lungo ed in largo nel cinema, è una location splendida e ben restituita dalla fotografia e dalla regia. Piccola curiosità, ma la fonte di ispirazione zodiac fu poi catturato dalla polizia nella realtà?

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Nix, caso insoluto, anche se ancora ufficialmente aperto. Consigliatissima, comunque, la visione del gran film di Fincher. .

Non si tratta di “definirlo” un capolavoro: lo è, punto. L’incipit con l’omicidio in piscina, le musiche di Schifrin, l’agguato sui tetti, la corsa notturna fino al parco… epocale. Mi ha divertito molto vederlo citato nel film di Fincher. (“Visto? E’ anche al cinema, ormai.”) Zodiac ispirò anche la figura di Gemini, il serial killer sulfureo de L’Esorcista III di William Peter Blatty. Che a sua volta ispirò il Cannibale di Milwakee (J.D. aveva una venerazione per quest’horror, si identificava con il mostro; anche se va chiarito che uccideva già prima di scoprirlo).

Pensa che invece il ruolo era ritagliato proprio su di lui, che d’altro canto all’epoca come detective “duro” aveva molto successo. E infatti doveva pure essere John McLane…

Su Lee Marvin bisognerebbe aprire un dossier.
Credo che l’abbia rifiutato per le stesse ragioni di Paul Newman. D’altronde rifiutò anche Il giustiziere della notte. E fin qui va bene, sarebbe una questione di principio. Ma lui rifiutò anche Il Mucchio selvaggio, Il braccio violento della legge, Un tranquillo weekend di paura e pure il Colonnello di Rambo, dimostrando un fiuto per le parti pari solo a quello di George Raft (Il mistero del falco, Casablanca…praticamente tutti i primi ruoli da protagonista di Bogart).
Da fan di Lee Marvin spiace che la sua seconda parte di carriera sia stata così povera di grandi film.

Comunque, a me “Ispettore Callaghan” piace ma facio fatica a paragonarlo a “Il braccio violento della legge”.
La penso come Renato…sempre se lui la pensa ancora come nel 2013…

Paul Newman e Lee Marvin avevano delle idee politiche inconciliabili con quelle - profondamente e innegabilmente - reazionarie propagandate dal film, indi per cui rifiutarono la parte. Non vedo cosa ci sia di stupido in questo. E’ solo da una trentina d’anni che in occidente avere delle idee politiche e fare delle scelte in base ad esse, anche controproducenti, è diventato incomprensibile. Ma appunto, fino a una trentina di anni fa, e per almeno 4 secoli, schierarsi politicamente, e magari anche rimetterci soldi, non era visto come un gesto da imbecille e rompicoglioni, persino in itaglia. Poi lo so anche io che se oggi un Paul Newman trentenne rifiutasse la stessa parte nello stesso film, verrebbe deriso, insultato e infine odiato dal 99% dei suoi fans. Ma ripeto, questo vale per oggi, non per allora. :wink:

Non vedo necessariamente Callaghan “reazionario”, non cadiamo ancora nell’equivoco di bollare il personaggio come “fascista”. Individualista, perfino nichilista (specie nel primo film), ma fascio no. E del resto Siegel era uomo di sinistra. Ribadisco quindi il termine “stupidamente”: fossi attore, non avrei problemi a interpretare un personaggio “forte” e ben scritto, anche se dovesse essere più o meno distante dalle mie idee. E da ammiratore di Marvin, mi duole sottolineare come certi suoi clamorosi rifiuti forse erano motivati anche da un eccessivo uso di superalcolici. Che offuscavano la sua lucidità mentale. .

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Boh per me fascio lo era, tutta la parte finale è in funzione di un’ideologia pesantina. Però chissene, lo lodo in quanto film d’azione spettacolare, girato con la perizia tipica di Siegel.


Boh come bellezza estetica e innovazione del genere io li metto sullo stesso piano senza problemi, due capolavori del poliziesco. Poi è chiaro che parliamo di due film concettualmente diversi: cinico e disilluso nel rappresentare la vita del poliziotto Friedkin (siamo molto vicini ai romanzi di Joseph Wambaugh, come spirito), fumettone d’azione col classico “sbirro dalle mani legate” che decide di slegarsele e fare giustizia sommaria quello di Siegel. C’è chi fatica a metterli sullo stesso piano perché si ferma ai contenuti, al “messaggio”: a me come dicevo frega nulla, li valuto sul versanet spettacolare e sull’importanza che hanno avuto nell’evoluzione del genere.

Intendiamoci, io adoro Dirty Harry, sin da quando lo vidi la prima volta in tv su raitre, in prima serata, in un ciclo di film polizieschi presentati da un Ghezzi ancora coi capelli e con la voce in sincrono. Ce l’ho in vhs, in dvd e in bluray. Ciò non mi impedisce di considerarlo, ideologicamente, un film reazionario sotto tutti i punti di vista. L’individualismo dell’ispettore è comunque uno degli elementi di questa ideologia.

Quoto praticamente il tuo intervento, Cosmo. Ma per me reazionari sono piuttosto tanti inutili filmetti italiani degli ultimi anni, mica Callaghan che spara a delinquenti irrecuperabili e repellenti. .

Ma anch’io giudico così un film.

Il messaggio, che sia negativo, positivo o neutro, per me è secondario.
A qualcuno piace caldo non ha alcun messaggio, eppure per me sta lì in alto, inamovibile…
Ad un film chiedo di essere intrattenuto, mi deve raccontare una storia, possibilmente in maniera intelligente e non banale.

Semplicemente trovo “L’ispettore Callaghan” inferiore a “Il braccio violento della legge” che è più avvincente, realistico, maturo, con personaggi meglio delineati.
Li avete/abbiamo accostati qui, essendo due polizieschi “violenti” dello stesso anno.

Forse se l’avessi visto nel '71 avrei apprezzato maggiormente l’originalità del personaggio Callaghan.
Perché anno dopo anno, film dopo film, Callaghan o no, Clint Eastwood così recita sempre.
Visto più o meno 20 anni dopo, cioè quando suppongo di averlo visto per la prima volta, non mi ha colpito più di tanto.
Tu dicevi il classico film “sbirro dalle mani legate” e forse prima ne ho visti troppi di questo genere.
Questione di gusti. Tutto qua.

E comunque L’ispettore Callaghan rientra nella fascia dei film che mi piacciono. Don Siegel è tra i miei preferiti in assoluto. Solo che potrei citare 6-7 film di Siegel che preferisco a questo, mi vengono in mente Charley Varrick, Contratto per uccidere, Fuga da Alcatraz, L’invasione degli ultracorpi, Soldato Jonathan, L’inferno è per gli eroi…
E i primi 4, per me sono capolavori.

Tra gli elementi fondanti l’ideologia della destra radicale troviamo il culto delle armi e l’accettazione incondizionata della violenza per far valere le proprie istanze politiche.
Il primo appartiene senz’altro al film di Siegel, almeno indirettamente. La violenza può assumere anche una connotazione antisistema, non è necessariamente istituzionale, intesa cioè come repressione di regime (che è l’idea che spesso si ha del fascismo in generale). Callaghan è contro tutti e tutti, anche le battute su alcune minoranze (i neri, le donne, gli omosessuali) vanno considerate in ottica nichilista. Ma questi elementi sono tutti compatibili con il substrato ideologico della destra estrema, anche se nella cultura americana l’estremismo di destra si connota diversamente.
Tra l’altro quando il film uscì il presidente americano era il repubblicano Nixon, un controverso esponente del conservatorismo.