Bradley è un brav’uomo, onesto lavoratore, tutto bene fino a che non viene licenziato e scopre di essere tradito dalla moglie, dopo una reazione non propriamente composta, decide di cambiare registro e mettere su famiglia.
Da neo-disoccupato l’unica soluzione sarà nel mondo del narcotraffico come corriere, le cose sembrano andare bene, considerevoli entrate economiche e soprattutto l’attesa di una figlia, ma…
Non voglio anticiparvi troppo, il titolo del film vi lascia già presagire che il resto dello svolgimento sarà in carcere…
Dopo il generosissimo Bone Tomahawk, il mio attuale regista feticcio S.Craig Zahler ci regala un altro piccolo grande capolavoro di cinema di genere, questa volta siamo sul noir-carcerario, un prodotto per chi ha nostalgia del passato, un film brutale, diretto e dal retrogusto Carpenteriano, chiaramente non parlo di Jennifer, l’omonima protagonista già vista nella versione a stelle e strisce di Quarantine.
Una spirale discendente di violenza dal ritmo serratissimo, sono i film che vorremmo vedere ogni volta che pigiamo il tasto play, Vaughn è una bestia, si è preparato al film con tanta massa muscolare, tanto pugilato e una croce avvolta dal filo spinato tatuata sulla noce del capocollo.
Ci sono poi tutti gli ingredienti giusti, un ottimo cast, tra cui anche un crudele Udo Kier che con la sua presenza familiare ci mette a nostro agio, come anello mancante col nostro cinema di genere. Caratteristi cattivissimi, dai narcotrafficanti da pelle d’oca al “Warden” tutto nero protetto dalle sue guardie.
Nella sua iperviolenza mi ha anche ricordato il buon vecchio Riki Oh, capito a che livelli siamo?
Il tutto speziato da un’ottima colonna sonora confezionata ad oc dal retrogusto “Anni 70” e la locandina l’avete vista? Dai siamo ad altri livelli.
Assolutamente da vedere! Lo eleggo ora il mi mio miglior film del 2017, disponibile il bluetto import francese due dischi, o se volete viaggiare in economy c’è quello inglese.