Chi era Maurizio Merli?

Voilà :slight_smile:
http://win.gentedirispetto.com/snitzforum/topic.asp?TOPIC_ID=600

Riguardo i link di emule penso che sei capace di farti una ricerca anche da solo no?
E qui non è permesso pubblicare link a emule.

Non avevo capito che si parlava del mulo elettronico!
Grazie delle dritte…ora do’ un occhio al link!

Maurizio Merli, all’apice della carriera, faceva dannare le produzioni per un suo vezzo: voleva che l’azzurro delle sue camicie, fosse il più simile possibile a quello di suoi occhi, e non era facile accontentarlo.

Avevo letto anch’io che faceva un po’ il difficile per le camicie…ma mi sono sempre chiesto se fosse vero…mi pare un po’ eccessivo.voi che dite?

Io so solo che succedeva sempre una cagnara assurda quando era sul set con Tomas Milian perchè il cubbano de Roma voleva avere gli occhi azzurri come lui e si incazzava costantemente.

Se non ricordo male c’era anche la diceria che nei suoi film usasse sempre lo stesso paio di scarpe.

E teneva sempre l’orologio di suo padre mi pare…entrambe le cose mi pare scritte nel cine '70 n° 1.

In parecchie foto sul set e in alcune scene dei suoi film ho potuto notare che in effetti le scarpe di Maurizio Merli presentavano un grado di usura molto più alto rispetto a tutto il resto del suo abbigliamento…

Si… stesso paio di scarpe che a quanto pare ha fatto più volte risuolare!

Come giustamente notavano molti,Merli aveva avuto difficoltà ad emergere nel mondo del cinema.Quand’era diventato una star dei polizieschi si prendeva tutte quelle soddisfazioni capricciose da primadonna che voleva,concedendosi anche vendette nei confronti di quanti nell’ambiente l’avevano snobbato.Inutile dire che quando la sua stella ha iniziato a declinare,oramai godeva la fama d’essere abbastanza stronzo e di conseguenza è stato scaricato senza troppi riguardi.

Per avere un ritratto completo, e per molti versi demistificante, di Merli, consiglio a tutti di vedere/ascoltare anche l’intervista allo sceneggiatore Gino Capone contenuta negli extra del dvd “Un poliziotto scomodo” (Cecchi Gori Home Video, 2005).

Sono d’accordo sulla descrizione per certi versi demistificante di Capone: Merli viene dipinto come un attore che ha dovuto lottare parecchio per emergere e che probabilmente un “po’ se la tirava”.
Inoltre pare che si vantasse con i suoi amici del fatto che non usava la controfigura.
Insomma era tutto sommato una persona normale che per qualche anno si è trovato nei panni di una stella del cinema. Ed è forse questo il bello del grande Maurizio.

Forse grazie a questa stronzaggine il nostro amatissimo Merli è diventato il più applaudito commissario del poliziesco:D

A me piacerebbe sapere quanto era alto e quanto pesava?:confused:
Mi è sempre sembrato un uomo molto prestante.

Secondo voi Merli ha voluto fare a meno delle controfigura per proprio tutte le sequenze più rischiose?
Non è mia intenzione sminuire la figura dell’attore, quanto creare con l’aiuto di tutti voi una descrizione il più aderente possibile a come effettivamente era Maurizio, che, come essere umano, avrà avuto pure lui i suoi limiti. Limiti che però lo rendono più umano, diversificandolo, a mio parere, dall’insieme di tutti i protagonisti del cinema nazionale ed estero e dai loro relativi (e fin troppo consueti) atteggiamenti.

Maurizio Merli era si un attore ma anche un grande atleta.
La scelta di non avere controfigure gli serviva non solo per le sue uscite smargiasse con gli amici ma anche si diceva perchè le scene ad alto tasso di rischio gli davano ladrenalina giusta per interpretare il suo ruolo (vedetelo appeso tra due palazzi ne Il cinico l’infame il violento).Maurizio Merli era nato per essere un poliziotto cinematografico,Lenzi ricorda che Merli era l’unico attore che nell’usare la pistola non chiudeva gli occhi durante lo sparo…cosa non semplice.

Che Merli non usasse controfigure è cosa confermata anche da Lenzi e altri registi coi quali ha lavorato.Confermo il suo innato spirito atletico,ricordo che morì proprio durante una partita di tennis.

Comunque,aldilà del caratterino che si ritrovava c’era in lui una certa dose di generosità.Non ricordo quale regista(Castellari?Romolo Guerrieri?)raccontò che all’insaputa di tanti colleghi faceva spesso regali ai bambini di un orfanotrofio,forse memore della propria infanzia difficile.

Infatti la resa adrenalinica data dalla sua prestanza altetica dava quel surplus energetico ai personaggi che interpretava, rendendo le sue interpretazioni inimitabili.

Infanzia difficile? Questa non la sapevo…sai dirmi qualcosa di più?