il bello è che il soggetto è proprio di brizzi!
a me è piaciuto parecchio: boris e boyle che incontrano sorrentino e ritchie (con qualcosa di fincher), barbareschi che vampirizza straordinariamente il film (forse anche troppo, al punto che quando manca il soufflè si smoscia un po’), nel ruolo della sua vita autopromosso da operatore di realtà falsificata e forzata a produttore su vasta scala in stile ludwig II. purtroppo è rimasta un’opera sottovalutata, forse anche perché sopravanzata dai vari manetti e mainetti, che abbiamo recuperato in pochi e che meriterebbe una più ampia riscoperta. chi lagna mancanza di vivacità, svecchiamento e coraggio nel cinema italiano è invitato a ripartire da qui.