Film che non vi piacciono e (non) vi vergognate di dirlo

E le mezze stagioni ormai, ahinoi, non ci sono più.

Adesso che abbiamo pareggiato i luoghi comuni, spiegami in meno di 5 righe il motivo per il quale il tuo scarso apprezzamento per quel film di Polanski sia motivo di orgoglio, grazie.

Mi sono sorbito tutta la trilogia di LOTR in extended version, quasi 9 ore, una purga. Concordo con Kevin Smith, non è un film, è una storia di un gruppo di tizi che vanno in giro. Ma, per completismo, me la sono sorbita, e ammetto che ci siano dei pezzi assolutamente avvincenti.
Detesto in generale i musicals (ne salvo pochi), Lalaland m’ha azzoppato. E tutti i film di arti marziali, se poi c’è Bruce Lee pure peggio.

Per il resto non riesco a “non portare a termine”, quindi se inizio un film lo finisco, non fosse altro per poter dire “non mi è piaciuto” in maniera motivata. E amo a tal punto il cinema che anche 2-3 inquadrature riescono a farmi apprezzare un film che altrimenti avrei visionato col fast forward: dettaglio necessario per apprezzare molto del nostro “cinema bis”…

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The Prestige non ti era piaciuto? A me sì, e anche Dunkirk.

Inception invece mi aveva irritato, pur essendo andato a vederlo già prevenuto, tipo Tony Brando in modalità “occhio regà, non vi fate infinocchiare da sti sequel der cazzo” ecc. ecc.

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Di The Prestige ricordo solo che dopo averlo visto sono andato in bagno e mentre mi stavo lavando le mani mi ero già dimenticato ogni cosa. Su Dunkirk potresti non aver torto, ma quando l’ho visto ero in un periodo di particolare anglofobia e quindi potrei aver preso male la retorica.

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Pronunciato “Fitòns” alla francese?

L’adattamento PaZzErElLoH del Bagaglino de “Il Santo Graal” resta a mio avviso il peggiore.

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A 26 anni di distanza dalla visione (incompleta…) in sala di “Ritratto di signora”, nonostante cast e apparato tecnico di prima qualità, e nonostante il saggio (???) Mereghetti lo definisca “uno dei film più belli e sottovalutati degli anni Novanta”, continuo a giudicarlo una “sola” micidiale. Noioso, e uno spreco di tempo, talento e soldi. Cinema “d’autore” che respinge. Poi c’è chi parla male di Tarkovskij… :roll_eyes:

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Quasi dimenticavo, MAI visto un film di Woody Allen.

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Cinque righe? Neanche mezza. Non ti devo spiegare proprio niente

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SWAT, mi farai venire un infarto, o un ictus!! :sob::sob::sob::sob::sob:Woody, volendo citare una bellissima scena del suo magnifico “Manhattan”, è fra i CINQUE buoni motivi, per continuare a essere cinefili. Almeno 3 o 4 suoi titoli, prima di morire (il più tardi possibile… :smirk:) DEVI vederli… :ok_hand::ok_hand::ok_hand::ok_hand:

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Pensavo che questo topic fosse libero da giudizi sui gusti altrui, però

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Che brutto carattere.

Mica deve piacere a te…

E meno male.

Resta il fatto che tutti qua dentro hanno spiegato, o cercato di spiegare, il motivo per cui questo o quel film non è piaciuto. Tu no, ti sei trincerato dietro l’apodittica (ed obiettivamente stupida) asserzione di cui sopra.

Tanto per fartelo notare: essere orgogliosi di disprezzare questo o quel film non ha nessun senso. Nessuno.

Beh forse per Suss l’ebreo sì, dai.

A pensare questo sei proprio un ritardato mentale in piena regola.

In quanto a stupidaggini da che pulpito… se hai delle frustrazioni sfogale con qualcun altro. Perciò alla larga

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io quasi tutti, pentendomene più o meno amaramente in oltre metà dei casi.

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Qui, allora, confesso il mio disgusto per 3 titoli di Allen. Ovvero “Interiors”, “Settembre” e “Un’altra donna”. Quando Woody ha voluto “omaggiare” il suo amatissimo Bergman. Con risultati obiettivamente indigesti, indifendibili… :face_vomiting:

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senza polemica, rispondo cumulativamente: non c’è dubbio che, come afferma anche renato, la differenza tra l’ottusità/l’ignoranza e la cognizione di causa la si vede soprattutto tra il lapidario dire mi piace/non mi piace e l’argomentarne i perché. però il topic voleva essere più sciallo e tranzollo, siamo su un topic cumulativo e tassonomico in cui non sempre si ha tempo di attardarsi su esegesi, e che del resto neanche le richiede a monte. si parla di personali idiosincrasie, di immaginari dimensioni o intendimenti formali a noi distanti o che proprio non ci appartengono, non è uno scontro tra guelfi e ghibellini. nessuno affonda nolan, kubrick, tarkovskij o tarantino per il gusto o il vezzo puerile di fare chissà quale dispetto a chi li venera (peraltro se ci pensate bene è molto difficile essere del tutto acritici su qualsiasi filmografia, comprese quelle dei nomi da noi più idolatrati: lynch cronenenberg carpenter sono titani e non ci piove, ma per x motivi non mi piacciono da capo a piedi); e nessuno dice che sono corazzate potemkin, semplicemente si ammettono tra il serio e il faceto i più inconfessabili guilty displeasures.

per quel che mi riguarda vedere/sapere disprezzato da tizio un mio must di tutta una vita può lasciarmi esterrefatto o incuriosito ma non basta a farmelo amare meno (anzi se mai il contrario) o a ridimensionarlo né lo denobilita o lo intacca oggettivamente - la grandezza delle opere resta, i pareri vanno e vengono e per quanto elaborati e profondi stanno a zero davanti all’opera.

però visto che è inevitabile e in qualche modo anche giusto e doversoso che si venga a chieder conto della fava e della rava, i miei due scellini su

  • tarkovskij: lo trovo, molto banalmente, troppo pedantemente ecumenico e troppo profondamente cristiano. il suo cinema è a mio gusto zavorrato di troppo umanesimo. e anche di troppo umanismo. non fa decisamente per me. non mi ci sento a casa, neanche da un punto di vista estetico e formale - eccettuata, ripeto, la prima oretta di stalker: se tutto il suo perorare filmico fosse sempre stato all’insegna di un così denso figurativismo post-apocalittico, lo avrei glorificato. invece sempre sta metafisica pesantona, sempre sta tanfa di catechesi che mi stucca, mi stufa e mi scolla. e con certi suoi tardi epigoni/allievi, sokurov in testa, tanto peggio mi sento. che in sé i suoi film siano notevoli, son maniche di altra camicia. purtroppo però tende a subordinare l’estetica all’etica, non il contrario.

gilliam: detto che non ho ancora visto parnassus e don quixote, più che arrogarmi l’ardire del definirlo troppo sopravvalutato, sono io che lo sottovaluto perché mal tollero quel suo consolatorio - e sistematico - infarcire l’apocalisse di toni caramellosi e giullareschi. di nuovo, non mi ci trovo. non mi toglie mai davvero la sedia da sotto al culo. troppo piacione e mansueto, sempre a mio modo di intendere e di volere l’arte. circa brazil, se voglio orwell, mi ripercorro l’adattamento livido e scorato di radford.

lo stesso posso dire dei coen: almeno nei titoli tirati in ballo, troppo zuccherosi per i miei denti e il mio palato. li prediligo quando sono più acidi e perfidi. non so se ho dato risposte esaustive.

barry lyndon: è un mio limite, i film ambientati in quel periodo mi fanno venire eritemi ovunque. non ce l’ho con kubrick o col film in sé e per sé: non sopporto proprio quell’estetica, quei costumi, quell’epoca. a dire il vero non sopporto la quasi totalità dei film storici. ambientati in secoli trascorsi (potrei dirti altrettanto, chessò, dei misteri del giardino di compton house o di amadeus). facendo magari eccezione per caligola e quills, che sono il contrario dell’ossequio affettato allo storicismo.

se vogliamo dirla intera, non ha proprio senso guardare tutti i film doppiati. trovo il doppiaggio un’aberrazione, dovunque lo si voglia applicare e sono davvero rari i casi in cui mi sento di poter dire che è un valore aggiunto. detto questo, i loro film li ho visti al cinema in un’epoca in cui era ahinoi o così o niente. doppiaggio a parte, oggettivamente criminale e vergognoso, brian di nazareth rientra comunque a suo modo nel mio fastidio per i film ambientati nel più remoto passato.

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Tutti i film di Fellini. Non riesco a guardarli senza dormire.
La saga di Guerre Stellari. Ho visto solo la “trilogia classica”, ed è stata una palla micidiale.
La grande bellezza. Associata ai film di Fellini cui si ispira.

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@schramm mi hai fatto venire in mente che mi annoiano a morte i film bianco, rosso e blu.
Il decalogo già più fruibile, ma sicuramente non me lo rivedrei a meno che mi pagassero per farlo.

L’olio di Lorenzo è una delle mattonate più pesanti che mi sia mai capitato di guardare, a confronto Satantango scorre via che è un piacere.

Visti i primi due capitoli del signore degli anelli perché praticamente obbligato dai coinquilini, soffrivo durante la visione, nella seconda occasione mi ubriacai in sala diventando molesto (beata gioventù) e da allora ho chiuso con la saga. E incidentalmente dopo poco ho cambiato coinquilini (ma in fondo non credo che le due cose fossero legate da rapporti di causa/effetto).

Il diario di un curato di campagna lo dovetti guardare fino in fondo per motivi di studio ma lo trovai davvero insostenibile, irritante addirittura.

La dolce vita l’ho visto una volta sola e non mi ha detto niente di che, è a partire da quel momento che mi sono accostato con diffidenza a Fellini e di conseguenza ho visto davero pochi suoi film. Ma credo che ora potrei dare una seconda chanche a La dolce vita, credo che sia uno di quei film che a vent’anni non capisci ma a quaranta magari si.

Anche io ho fatto molta fatica con Amadeus e Barry Lindon e non ho nessuna voglia di rivederli.

Ricordo quando fuori orario trasmise tutti i doc di Wieseman, se l’argomento mi interessava allora li trovavo fruibili, altrimenti erano troppo pesanti per me.