In questo frangente storico mi sono sentito in dovere di fare una bella visione “a tema”…
Siccome, come sempre, faccio molta fatica a conformarmi e visionare quello che è sulla bocca di tutti, ho deciso di lasciar perdere il film di Berger e mi sono dedicato a questa pellicola di Moretti, che all’epoca avevo scelto di non vedere.
Il fatto è che rimasi estremamente deluso quando vidi al cinema La stanza del figlio, un film ben fatto, per carità, ma che trovai estremamente lontano dal Moretti che avevo amato (quello dai fine '70 ai primi '90), per cui da quel momento in poi rimasi “segnato” e non vidi più nessun nuovo film del sor Nanni.
A tanti anni di distanza, mi sono sentito pronto per dare al “nuovo” cinema di Moretti una seconda possibilità… e meno male!
Questo Habemus papam è davvero un film potente. Fin dai primi minuti Michel Piccoli è grandioso, maestoso, gigante. Difficilmente vengo colpito dalle performances degli attori ma qui davvero bastano pochi piani per rendersi conto che il protagonista riesce a coinvolgerti emotivamente in maniera vibrante soltanto con degli sguardi, delle increspature della labbra, delle espressioni facciali semplici che non so come sono in grado di trasmetterti l’enorme sconvolgimento emotivo di cui è preda il suo personaggio. Che si tratti del cannibale di Themroc o del santo padre, Piccoli sa sempre sublimare l’essenza dei personaggi che interpreta e restituirla agli spettatori autentica e potente.
E Moretti si dimostra un regista maturo ed esperto, che sa fare un sapiente uso di piani ed inquadrature, nessuna scelta è fatta a caso e sono parecchie le occasioni in cui ti rendi conto che il tal campo lungo o il tal totale in interni è davvero particolarmente significante, che parla e comunica più di quanto saprebbe fare un personaggio del film.
E poi, a un certo punto, quando meno te lo aspetti… Arriva lui! Lui che già era entrato in scena da quaranta minuti ma che, a partire dalla partita a scopa in poi, fa lo switch ed attiva la modalità “Moretti on”, tirando fuori tutto d’un tratto la gigioneria, il sarcasmo, l’argutezza (e volendo pure il narcisismo) dei suoi personaggi che tanto ho amato da Ecce Bombo in poi.
In questa ottica è superlativa tutta la parte dedicata al torneo di palla a volo dei cardinali, che mi ha ricordato davvero da vicino i giochi sulla spiaggia dei gangsters bambini di Takeshi Kitano in Sonatine.
Insomma, a mio aviso un ottimo film, revisione obbligata per tutti quanti in questo periodo!!!