Hard di Karin Schubert proposti (e riproposti) con diversa intitolazione

Se vogliamo dirla tutta, io alla storia delle condizioni disperate del figlio a causa dei problemi con la droga, e del conseguente bisogno di soldi di Karin quale motivo del suo accettare, sia pure con disgusto, di fare i film porno, ho sempre creduto poco. In altre parole l’ho sempre visto come un alibi per la sua scelta del porno, una strategia per difendersi dalla damnatio sociale che colpiva all’epoca la pornografia. Primo, perché la Schubert aveva già fatto l’hard, senza alcuna remora, sin dalla fine degli anni '60 nei servizi cartacei (ci sono i reperti fotografici che lo provano), e cioè molto prima dei problemi del figlio. Secondo, perché gli atteggiamenti dell’attrice nel corso degli anni, le sue interviste (in primis quella a Biagi) e le ricerche sulla sua vita (mi permetto di segnalare il libro su di lei che avevo recensito: KARIN SCHUBERT: il suo film meno conosciuto e il recente libro sulla sua vita) mi portano in questa direzione. Rivelo anche una cosa poco simpatica nei confronti della signora, sperando di non fare torto alle persone che me la confidarono all’epoca: quando un appassionato le chiese una breve intervista, lei e il suo pseudo-agente chiesero una cifra impossibile per poterla intervistare…

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