Holy shit! - Ach du scheiße! (Lukas Rinker, 2022)

quando si dice essere nella merda, che più letteralmente non si potrebbe. cioè svegliarsi da un sogno erotico (e al contempo premonitore) in un bagno chimico capovolto e semi-interrato, con un braccio trafitto e reso sempre più insensibile e inutilizzabile da un’asta ferrosa che a ogni micro-movimento peggiora il danno, sito a pochi metri da una carica di esplosivi pronta a fare il botto. ogni tentativo di riconvertire la situazione sarà foriero di ulteriore merda (letterale e figurata) e ulteriori strazi fisici morali e spirituali. insomma, né meno e né più della barzelletta “non fate l’onda! non fate l’onda!”, ma virata al tragico.

chi ha letto alle strette, uno dei migliori racconti della raccolta al crepuscolo di king, non ha dubbi: il plot è sputato al racconto, siamo a pochi centimetri dal mero plagio e ci sono tutti i presupposti per divinare un’imminente mossa giudiziaria ai danni del regista da parte di re stefano. appropriazione indebita a parte, sono comunque belle cose per chi ha sempre sognato una trasposizione cinematografica di quella novella.

rinker è tuttavia birbo quanto basta da apporre sostanziali modifiche allo scenario circostante, impeparlo con flashback e alcuni personaggi di contorno che non se la vedranno meglio del protagonista, spostare l’asse motivazionale delle sorti del sottoscritto, stravolgerne le dinamiche narrative finali. ma di base e di fondo, il racconto è quello.

per chi di king è digiuno, diremo che siamo a uno di quei film dove lo spazio stretto e ostile è il primo attore, di quelli insomma che realizzano il sogno di hitchcock, unità spazio-temporale convergenti per la totalità del metraggio, una sola location dentro la quale la mdp fa acrobazie e giravolte incredibili per tenerci in apnea (non bastasse la situazione in sé e per sé).

altrimenti sintetizzato, una sorta di stuck misto buried via dolan’s cadillac a sfondo sleaze-escrementizio ma con molta più tirella, molta più classe a parità di sporcizia materica (la scrittura di mdp e la fotografia sono da spaccarsi i polsi in applausi) e sua maestà lo splatter a tratti davvero impressionante con un paio di passaggi che fanno rattrappire sulla sedia anche i più avvezzi. a discapito, va annotata nella tranche finale una virata fastidiosamente demenziale e rasente lo slapstick che ne ammortizza la cattiveria e la sporcizia. ma facciamo che son dettagli, al netto dei quali il tutto è una bella boccata d’aria irrespirabile e una consigliata gran botta filmica.

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