Il nascondiglio: The Hideout (nuovo horror di Avati)

Emilianoromagnolo allora! :smiley:

Non è il Cesare Cremonini che pensi te… E’ questo, che non so chi sia…

A mio modesto avviso, i fans delusi erano un po’ troppo gasati all’idea di un gotico stile La casa dalle finestre che ridono. Io non m’aspettavo assolutamente una cosa del genere; sarebbe come pretendere da Romero un nuovo Zombi, capolavori di tale calibro li realizzi una sola volta nella vita. Certo, dal trailer speravo anch’io in una ghost story crepaspaventi; ma alla fine va bene così, è un dignitoso thriller dal taglio americano che a mio avviso presenta somiglianze più con L’amico d’infanzia che con i suoi horror padani. Comunque il finale era discretamente macabro, anche se prevedibile e meno terrorizzante di quanto avrebbe potuto essere. E almeno nella prima parte, qualche brividino per le suggestioni spettrali che funestano il soggiorno della Morante l’ho provato. Il che oramai avviene di rado, con la moderna cinematografia del terrore.

L’ho visto e mi ha convinto. E’ teso al punto giusto ed Avati si dimostra un buon creatore di atmosfere. Si è pure riunita la coppia trapanata di “Paura nella città dei morti viventi” :smiley:

Hehehe, è vero. Dimenticavo che Venantini e Lombardo Radice duettavano così cruentemente nel film di Fulci… ripeto, la presenza di così tanti caratteristi nostrani d’una volta m’ha commosso.

P.M.Bocchi sul numero di Film Tv in edicola stronca il film… ma più che per la storia pare farlo per il cast

Com’è la fotografia?, si ricorre al digitale in qualche modo nella sua realizzazione?
Qui da noi in Calabria, stranamente che con Avati non era mai accaduto, il film è considerato di seconda fascia e non uscirà prima di venerdi per cui non ho potuto ancora vederlo…:frowning:

Tecnicamente il lavoro è più che valido. Anche le interpretazioni funzionano (non ho letto l’articolo di Pier Maria, ma francamente accusare il cast…), casomai è il doppiaggio che, come spesso avviene, non rende il dovuto servigio. C’è sicuramente un quid di nostalgico in tutta l’operazione, e il film per reggere regge, le atmosfere sono costruite con ottima maestria da un regista che - lo dico e lo sosterrò sempre - convince molto di più quando si esprime sul versante “fantastico”. Quello che rilevo, come accennava già milanohates e qualche altro forumista, è il poco nerbo, la scarsa incisività formale (una grammatica corretta e in qualche momento stimolante, ma nulla di più…l’assunzione di rischio, riagganciandomi a milano, è davvero minima: c’è un accenno di indecisione tra le soggettive, o meglio La Soggettiva, di Laura Morante e le sequenze più “normali” con i totali, in cui si sarebbe potuta creare maggiore ambiguità nel personaggio, ma la cosa poi sfuma) per un’opera che mi sembra un discreto horror di prammatica.

Purtroppo non ho il tempo per trascrivere parte del pezzo… ma praticamente dice che son tutte “cariatidi” prese non si sa da dove (compositore compreso… su una nota attrice che ha interpretato un Polanski ‘italiano’ va quasi sull’insulto personale) eccetto Laura Morante e Rita Tushingam che almeno “è uguale a 40 anni fa”

A me il film è piaciuto anche per la presenza delle suddette cariatidi. Compositore compreso, visto che le musiche di Ortolani mi sembrano fra le cose più riuscite del film. Vabbè, Bocchi è quello che si gasa con horror del calibro di Boogeyman e Dominion… massimo rispetto per le sue opinioni, ma confesso che a volte non lo capisco. :confused:

Il film è molto valido, una bella ricontestualizzazione spazio-temporale della casa dalle finestre che ridono senza inutili parentesi sentimentali

Non un capolavoro, ma almeno un mystery interessante. Alla faccia di Argento, uno che ormai è meno dell’ombra di se stesso.

P.S.Io non ho riconosciuto nè la Rome (Una delle vecchie babbione?), nè Venantini.

P.P.S Come avete interpretato il finale? Ché sento versioni discordanti…

Ma Venantino Venantini a 77 anni sonati come se la cava?

[quote="“OpossuM,post:50,topic:10428”]

P.S.Io non ho riconosciuto nè la Rome (Una delle vecchie babbione?), nè Venantini.

La Rome è la babbiona con la faccia piena di rughe, Venantini (che se la cava molto bene) è come ho scritto il tecnico della compagnia telefonica che arriva alla villa all’inizio del film.

Le due novizie sono vissute nascoste nei condotti d’aria della casa, senza più vedere la luce del sole. Una delle due, Egle, è oramai cadavere; Liuba è completamente impazzita e si trascina dietro i resti mummificati dell’amica. Naturalmente la polizia non trova nessuno, quindi dovrà basare la ricostruzione dei fatti sulle dichiarazioni di un bambino traumatizzato e dell’ex-paziente di un ospedale psichiatrico. Poi la casa verrà abbattuta, e nessuno ne sentirà più parlare (presumibilmente anche Liuba nel frattempo avrà reso l’anima a Dio).

Non lo ancora visto ma di una cosa sono assolutamente felice,delle dichiarazioni fatte da Avati alla presentazione del film,sul fatto che in Italia per questo genere di film non ci sia più spazio,libertà creativa nè produttori disposti ad investire. Dopo la delusione dell’ultimo Argento personalmente aspetto di vedere questo film con sincera trepidazione.

Visto giorni fa. Tecnicamente ineccepibile: sapiente scelta delle inquadrature, regia elegante, ambientazioni efficaci. Quanto al film in se credo che sia un buon prodotto medio (ad avercene in Italia), ma da Avati mi aspettavo qualcosa di più. L’impianto narrativo è pressochè lo stesso dei suoi precedenti horror: antefatto sanguinoso, investigazione dal taglio giallo sulla vicenda, finale, in crescendo, agghiacciante. Qui però manca secondo me lo stsso mordente degli altri film precedenti per cui si colloca su un gradino inferiore. Un Avati minore quindi ma per quanto mi riguarda sempre un buon prodotto. E onore al regista che con grande umiltà ha affermato di essere voluto tornare all’horror perchè tornare al cinema di genere per lui era un prova del nove per vedere se fosse ancora padrone del “mezzo cinema”. Un insegnamento che dovrebbero assimilare tutti i registucoli italiani che, ammazandosi di seghe sui film di Antonioni, Visconti ecc. (e per carità rispetto massimo a questi mostri sacri) vogliono ostentare un’autorialità che non hanno e dimenticano cos’è la dimensione popolare del cinema, quello che ama raccontare delle storie.

Visto ieri sera, non mi è dispiaciuto affatto anche se non mi ha fatto certamente impazzire, a tratti risulta anche piuttosto lento.Bravissima la Morante, di stucco quando ho visto la Sciò (i miei ricordi sono andati subito al film: A cena col vampiro).
Finalmente si è respirata un po di buona vecchia aria retrò, con ricordi ai bei tempi che furono,speriamo di continuare così.
Sidney Rome da “paura” :slight_smile:

…sono un’estimatrice dei film di Avati. il mio preferito è sicuramente La Casa dalle Finestre che Ridono, mi piace l’horror… mi è piaciuto molto anche Gita Scolastica. A differenza del linguaggio cinematografico che lui usa ora, preferivo le atmosfere fatiscenti e realistiche dei suoi film di un tempo. personalmente però, i film horror a me piace guardarmeli a casa la notte, quando sono da sola… direi che l’effetto suggestivo:axe: è maggiore!!! La sala del cinema e troppo “asettica” e c’è troppa gente per aver paura… ma se voi dite che fa così tanta paura da saltare sulla sedia…allora ci vado anch’io.

Intervista ai fratelli Avati su Il Nascondiglio (e non solo):

http://www.gentedirispetto.com/forum/showthread.php?p=151504#post151504

…SUBLIME recensione, in buona parte (quasi del tutto) condivisibile…
…come del resto mi ha detto il Gestore del Cinema, Locale che da poco ha festeggiato i cinquant’anni d’attività ed in cui stasera ho visto il film, Avati “ha perso l’abitudine a film del genere” (forse anche l’attitudine, mi verrebbe da aggiungere, a siffatti film)…
…Plot limitato come la sceneggiatura, adoro il Regista ma non vivo di nostalgie…
…prodotto scopertamente pensato per il Mercato Import, Televivo più che cinematografico direi…
…peccato: la calligrafia è rilevante, ma il compito no…
… il cuore è davvero altrove, il prodotto è studiato a tavolino (reputo) per fini commerciali e non lo trovo particolarmente ispirato…:(:(:(:frowning:

Visto.
Non mi è dispiaciuto.
Laura Morante e Yvonne Sciò bellissime donne ed è un piacere aver rivisto Burt Young e Venantino Venantini (Anche se per 10 secondi).
La storia non è male così come l’organizzazione del suo intreccio attraverso il film. Momenti di inquietudine e di suspence (anche se non di paura) a mio avviso non mancano.
Nota davvero dolente: il doppiaggio. A parte Burt Young che ha un buon doppiaggio, tutti gli altri personaggi godono di un doppiaggio a dir poco scadente. Agghiacciante il doppiaggio della Morante.