Il vizio ha le calze nere (Tano Cimarosa, 1975)

Questo lo screen del titolo della mia copia da vhs, non so se Video Movie o altra fonte:

Idem :smiley:

Solita thrillerata con una decina di vittime ma non te ne frega mai veramente niente, i personaggi sono macchiette e i dialoghi non aiutano di certo (Cimarosa: “Undici anni di servizio, mi sono sucato!”).

Comunque in questa copia cut ma di qualità video molto buona si arriva alla fine senza problemi. E’ già qualcosa.

Si arriva alla fine, sì, ma il film è poca cosa.
Interpretazioni in larga parte risibili: si salvano Davoli e nel suo essere macchittistico Cimarosa stesso, per il resto anche attori di mestiere come la Lassander o Giacomo Rossi Stuart paiono spaesati e svogliati.
Regia scolastica e fotografia discontinua (magari dipende dalla conservazione dei materiali, ma in più occasioni all’interno di una stessa scena luce e colori cambiano completamente), ma soprattutto un montaggio privo di qualsivoglia senso logico.
Mi è piaciuta la scelta di non avere un vero e proprio protagonistatanto che l’assassino viene fermato dai cani di un tizio che passa per caso :smiley:e il cast è un notevole ficaio. A proposito, chi è l’attrice che interpreta la cameriera di casa Anselmi? Bellissima.

Probabilmente diretto dall’aiuto regista Gianni Siragusa, che spesso e volentieri ha sostituito dietro la macchina da presa registi inesperti o incapaci.

Lo ignoro, ma personalmente mi garba di più la fidanzata del poliziotto giovane :smiley:

De gustibus. Agevolo anch’io screenshot volto a facilitare l’identificazione.

La fidanzata del poliziotto è la succitata Pier Anna Quaia.

A chi serve/interessa l’ottimo master mediaset passato di recente su Rete 4, lo trovate sotto ancora completo del logo del canale televisivo generalista diretto da Sebastiano Lombardi. E’ un canale ombra (non appare quindi nelle ricerche generali) non gestito da me ma che ringrazio assai… inutile dire che consiglio di salvarlo/scaricarlo velocemente da YT perché potrebbe sparire presto! Uomo avvisato…

//youtu.be/s2nwFGG70tw

Grazie mille per la segnalazione, ieri sera ne ho approfittato e l’ho scaricato, adesso è già sparito come ampiamente previsto!!!

Grazie per il video. :slight_smile:
Visto ieri sera al pelo…appena è finito il film non era già piu disponibile.
Si lascia piacevolmente guardare anche se, onestamente, mi è parso un giallo “argentiano” un pò grossolano, soprattutto nelle motivazioni dell’assassino:

…con il marito che sbarella per le tendenze lesbiche della moglie e inizia a uccidere a spron battuto.

Richardson è uno degli ispettori piu anonimi che si siano mai visti, probabilmente per lasciare il campo a Cimarosa e alle sue gag. Devo però ammettere che Pantò si fa ben volere alla fine.

il cast non è male ma è usato davvero malissimo
film povero, storia risibile, girato alla buona e in più si capisce facilmente chi è l’assassino (per quel che può contare)
ho faticato ad arrivare in fondo

Concordo con quasi tutti i commenti precedenti, intreccio che ad un certo punto si fa anche “intrigante” ma il finale è troppo banale. Il protagonista per me è proprio Cimarosa (che ha una voce maledettamente simile a quella di banfi)

Se questo film non lo si prende sul serio può divertire, la presenza di Cimarosa vale la visione oltre, naturalmente, al grandioso cast femminile. Per il resto, dopo dieci minuti si capisce chi è l’assassino e anche perché uccide. Le musiche non sono granché e la fotografia è troppo scura. Comunque un buon dvd se venisse editato sarebbe cosa buona e giusta, soprattutto per omaggiare Cimarosa

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Mi chiedo cosa aspetta la Arrow, o la Le chat qui fume, o la Severin, a recuperare e mettere in br codesto filmazzo. Potenziali acquirenti, credo ce ne siano… :ok_hand::blush:

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Mi permetto di postare una rece su chi abbia voglia di vedersi (o rivedersi) questo curiosissimo esordio di chi ispirò il Maresciallo Cecchini/Frassica per il “Don Matteo” nazionale, avendo recentemente visionato la sua versione uncut. Non chiedetemi da dove è stata recuperata.

Il “Nino Frassica ante litteram” per eccellenza in un incredibile e inaspettato esordio alla regia!

Incredibile e inaspettato esordio dietro la macchina da presa del prolifico caratterista Tano Cimarosa (al secolo Gaetano Cisco), archétipo del siculo tarchiato e sanguigno, nonchè indimenticato “Zecchinetta” nel “Giorno della Civetta” (1968).

Prodotto da certo Giovanni Carrino, identificato dal Cimarosa come il suo commercialista personale (sic!), il film si inserisce nella derivazione provinciale del thrilling argentiano, secondo un clichè sperimentato qualche anno prima con discreto successo dal veterano Roberto Bianchi Montero nel suo “Rivelazioni di un maniaco sessuale al Capo della Squadra Mobile” (1972).

Un copione altamente sbrindellato a firma di Luigi Latini De Marchi, già mediocre regista di poveristici cappa e spada e che conchiuse la sua insignificante carriera girando un infimo pornazzo a titolo “Babette” (1983), prevede la solita mattanza di procaci figliuole che finiscon sgozzate da una misteriosa dama neroguantata e nerovestita. Le indagini d’un commissario tutto d’un pezzo (un John Richardson particolarmente sciapo, il che è tutto dire!), con l’ausilio del Brigadiere Pantò (impersonato dallo stesso Cimarosa) e di un giovane aspirante poliziotto (Gianni Williams), porteranno alla luce uno squallido intreccio di rapporti mercenari, perversioni e ricatti sessuali, che vedrà coinvolti alcuni notabili di una piccola e opulenta cittadina di provincia: la contessa Mara Orsello (un’austera e viziosa Magda Konopka chiamata, ancora una volta, a interpretare personaggi d’età più matura della sua), con l’immancabile figliuolo drogato, debosciato e omosessuale; Leonora Anselmi (una distratta Dagmar Lassander), moglie d’un facoltoso notaio e dedita al lesbismo, nonchè lo stesso notaio Anselmi. Ne riveste la parte quella simpatica canaglia dell’oggi compianto Giacomo Rossi Stuart, il quale abbandona l’abituale ruolo dell’impenitente “tombeur des femmes” per un “aplomb” dalle tonalità più seriose ed enigmatiche. Nella variegata e variopinta fauna di criminali di piccolo cabotaggio, spacciatori di droga e sfruttatori di contorno, tutti quanti tratteggiati in maniera superficiale e poco incisiva, citerei il “pasoliniano” Ninetto Davoli, nella parte del “magnaccia” Lucetti e quel Giovanni Brusatori nei panni del parrucchiere omosessuale Mario, futuro regista del delirante “rape and revenge” “Le evase, storia di sesso e di violenza” (1978). Il tutto sino a un finale rabberciato in maniera frettolosa e desolante ma che non può non aver ispirato (e non è un azzardo asserirlo) l’assai più acclamato Brian De Palma nel suo “Vestito per uccidere” (1980).

Coadiuvato ufficialmente da Gianni Siragusa, in veste di aiuto regista e ufficiosamente pare anche da Mario Pinzauti (figure entrambe apicàli delle declinazioni più poveristiche e squallide del nostro cinema di genere o meglio “de genere”), Tano Cimarosa ambienta con esterni a San Benedetto del Tronto un film che avrebbe voluto girare nella sua Messina e che non fu possibile fare a causa di non precisati nè precisabili intoppi burocratici.

Totalmente incapace di reggere la suspence e complice anche una colonna sonora decisamente demodè del veterano Carlo Savina, il Cimarosa raschia con mano incerta il fondo d’un barile lasciatoci dal Dario nazionale, prima di approdare ai lidi squisitamente orrorifici della saga delle “Tre Madri”.

Sul versante interpretativo, nel nutrito cast di eroi ed eroine del nostro cinema minore, ha gioco facile lo stesso Cimarosa che con il suo Brigadiere Pantò farà da scuola al “Maresciallo Cecchini/Frassica” del mieloso serial televisivo “Don Matteo” e che sarà l’unico in grado di colorare con simpatia e umanità una congerie di personaggi altrimenti stereotipati e posticci.

Nella generale e generalizzata mediocrità farei emergere anche un Ninetto Davoli in buona forma e all’epoca discretamente richiesto, ancorchè una troppo accentuata gigionesca romanità gli impedisca d’esser credibile come quel villain pedofilo e sfruttatore di minorenni che dovrebbe interpretare.

Nonostante effetti speciali pietosi (vedasi il fintissimo sgozzamento inziale patito dall’ex Miss Italia Daniela Giordano), una messa in scena pedestre e dialoghi ai limiti del risibile se non del demenziale, la vicenda si lascia comunque colpevolmente guardare grazie al valente ginecèo di note e meno note starlets, nonchè ai non pochi momenti di quel delizioso pattume cinematografico che solo i gloriosi settanta sapevano regalarci. Se lo squinternato script del buon Latini De Marchi definisce il Notaio Anselmi ora come avvocato di grido (le due professioni sarebbero incompatibili ma in fondo chi se ne frega siamo qui per vedere altro!), ora come “pezzo da novanta” (manco fosse un camorrista!!), ci si sollazza con la cameriera della lesbicona Lassander quando si avvicina a quest’ultima sbottonandosi la camicetta, chiedendole se avesse bisogno di qualcosa!!! Ciò senza tralasciare tutte le sequenze censurate tornate miracolosamente in vita in un recentissimo recupero uncut della pellicola, fino a oggi conosciuta unicamente grazie ai passaggi televisivi e al terrificante master della famigerata vhs “AvoFilm” da evitare come la peste; oltre ad alcuni sapidi siparietti saffici che vedono protagoniste ora la Konopka, ora la Lassander, rimane scolpita un’imperdibile copula assai vicina all’hard tra il supercoatto Davoli e la milfona Dada Gallotti, prima di venir sacrificata all’altare del misterioso maniaco omicida.

Spostando l’attenzione sui risultati al botteghino, il film totalizzò incassi miserrimi e per il quale il Cimarosa non percepirà nemmeno una lira, almeno stando alle sue simpatiche e colorite dichiarazioni.

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Riassumendo. Cimarosa a ruota libera, la Konopka e la Lassander, Davoli magnaccia e scopatore, quei due scalzacani sfigati di Siragusa e Pinzauti “a dare una mano” in regia. Minchia, ma è imperdibile… :grin::star_struck::two_hearts:

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Andando al di là di sterili elucubrazioni filosofiche hai esattamente enucleato il senso e il fulcro del film!

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Questo film lo ricordo abbastanza fiacco, forse dovrei rivederlo