Come saprete, il film di Marino Girolami è uscito per la Federal, che pare ne abbia combinata un’altra.
Leggete qua:
http://forum.cghv.it/index.php?board=1;action=display;threadid=2436
Non ho il dvd Federal Video in oggetto, ma mi sembra di capire che sono stati tolti i titoli di testa originali del film per dare spazio a dei nuovi titoli di testa dalla grafica assai recente. I titoli di testa originali li troviamo invece inseriti negli extra del dvd.
Mi sembra una cosa senza alcun senso, anche perchè i titoli di testa sono parte integrante di un film, non mi sembra opportuno dar luogo ad un nuovo montaggio. A regia e montaggio ci pensarono, nel lontano '77, rispettivamente Girolami e Tomassi.
Una cosa del genere l’aveva combinata pure la Pulp con Le Cinque chiavi del terrore,inserendo i titoli di coda fra gli extra.Cialtroni…
titoli che tra l’altro sono invece presenti nella vhs Pulp…mah !
Io ho la VHS Pulp,e mancano anche lì.Mi sa che ho avuto la sfiga di accattarmi una riedizione cut.Ripeto,cialtroni.
Il dvd Federal di Kakkientruppen è in 4:3.
I titoli di testa elettronici posticci sono stati secondo me inseriti ad arte per fregare l’acquirente. Negli extra (!) infatti sono presenti i titoli di testa originali ma poichè il master che hanno utilizzato è in 4:3 escono paurosamente fuori dallo schermo.
Si legge in pratica AKKIENTRUPP.
Qualcuno avrebbe potuto protestare e quindi si sono parati il culo…
In onda mercoledì 1\11 alle 4:05 su Italia 1.
Giulio ha certamente ragione. Per cercare di giustificare un brutto master in 4:3 hanno provato a fare la furbata ma questa è davvero una bugia dalle gambe corte, si capisce subito cosa c’è dietro.
Ho visto il film per la prima volta dall’inizio alla fine (l’avevo sempre visto a pezzetti in tv) e devo dire che è abbastanza desolante. Non fa praticamente mai ridere (se non ogni tanto con Banfi, forse) e la quasi totalità delle gag è di livello molto basso. La povertà della messa in scena fa però molta tenerezza, così come la regia davvero elementare di Girolami.
Nei titoli di coda Attilio Dottesio è accreditato come “Dottosio”, se non erro non è la prima volta che succede, non capisco se è un errore ripetuto oppure se ha usato questo nome come pseudonimo.
Le esplosioni (misere) e gli effetti speciali (praticamente inesistenti) sono opera del mitico Gino “Bombardone” De Rossi.
L’intervista a D’Angelo negli extra è inutile. Lui è simpatico ma alla fine non dice nulla se non un aneddoto riferito ad uno scherzo che lui e Banfi facevano agli altri attori (abbastanza divertente) e poi continua a ripetere quanto erano belli quei tempi.
10 minuti di intervista ma del film si parla pochissimo.
“Mi invitarono alla prima, ma rifiutai di andarci. Mi sembrava di insultare il pubblico. In quel periodo, purtroppo, per lavorare dovevi accettare di interpretare schifezze del genere.”
[ Mario Carotenuto - intervista per Radiocorriere TV ]
…effettivamente come dargli torto, nonostante è nella mia lista di guilty pleasures, il film è di una povertà sconfortante; già l’archetipo e cioè Sturmtruppen non è che fosse sto granché, figurarsi la brutta copia.
A me invece è piaciuto più di Sturmtruppen… (anzi, questo mi è piaciuto… quello proprio no)
due tra le scene più scorrette del film, al giorno d’oggi non credo sarebbe possibile nemmeno pensarle…
In onda adesso su IRIS, al contrario del DVD il master è widescreen…
ricordi mica anno e numero?
specie la 2…comunque beati gli anni 70 sempre di piu
devo dire che la prima volta che vi incappai per caso, 15 anni fa, fui molto aspro e tranchant nei giudizi. rivisto oggi (le giornate dovrebbero durare 2 anni l’una per rivedere di continuo i film e osservare come e quanto sono mobili i parametri estetici) non dico che c’è da scendere in piazza megafono alla bocca sbraitando capolavoro! a 300 decibel, però è decisamente un barzelletta/marmitta-movie a suo modo strano forte che alla fine ti lascia confuso senza capire se ti è piaciuto o no e perché: un po’ per il suo sporadico precorrere quanto farà in termini parodistici il trio zaz in top secret! (uno stracultissimo che non gode vergognosamente di un suo thread da queste parti) con gag e battute anche sapide e centrate, specie all’inizio (il cuore per i timpani, churchill, la parodia-omaggio agli spot della Ragno - incomprensibile alle ultime generazioni), un po’ per il suo pre-parodiare un genere ancora di là dall’esplodere come l’eroswastika, molto perché a più riprese non teme di sporcarsi le mani e l’anima di sangue e con macabrismi di dubbio gusto (quando fa il verso a m.a.s.h e non): credo sia infatti l’unico caso assieme a messalina, messalina!, di commedia all’italiana becero-pecoreccia-barzellettara che fa un così generoso ricorso a virate splatter cattivelle (cuori e fegati estirpati a tutta macelleria, gente freddata tra gran spruzzate di rosso cremisi, gambe e braccia - ultraposticce - affettate come prosciutti). intendiamoci, per oltre metà siamo pur sempre alla freddura da età glaciale e vederne accatastate a non finire per 90’ assieme a pietose parodie di sandokan, stanlio e ollio e chaplin incuranti di quanto siano risapute (già per allora) le mandate a effetto fa implorare pietà e urlare vendetta, ma per contro girolami è in quel periodo stato uno dei pochi che ha sottratto banfi al ricorrente omosessualeggiare a più non posso (sebbene, per un minutino, se lo conceda anche qui), lasciandolo andare a briglia sciolta in ampi segmenti intuendone quelle scoppiettanti potenzialità e accelerazioni comiche poi maggiormente arrotate da salce e certo martino, laddove molti altri lo lasciavano all’angolo in ruoli marginali. e infine, come ha già precedentemente notato qualcuno, non si fanno sconti sul cattivo quando non pessimo gusto, con situazioni gag e battute per le quali oggi aspetterebbero il regista all’uscita della sala per linciarlo (tutti gli spot sul nazismo a favore dell’umanità, in primis quello sul cianuro). insomma non me la sento di dire che è bello o brutto o che è un caposaldo irrinunciabile dell’italo-comedy, però ha un coefficiente weirdo non basso da non prendere sottogamba.
da notare, dato il contesto, il nomen omen dello sceneggiatore (milizia!)
No mi dispiace, è passato troppo tempo, ricordo che la citazione non l’avevo tratta di prima mano ma da un libro o da un’articolo.
Deliziose