La casa dalle finestre che ridono (Pupi Avati, 1976)

Adoro quel finale, non ha senso per me cercare la verosimiglianza a tutti i costi in un genere, l’Italian Giallo, che ne faceva tranquillamente a meno e traeva parte del suo fascino pure da questo. Altrimenti dovremmo dare ragione a chi stroncava Profondo rosso per via del pupazzo meccanico. Poi vuoi mettere la strizza? Io l’ho tralasciato solo perché l’avevo già incluso fra gli horror più paurosi di sempre e considerato che di gialli all’italiana da citare ce ne sono a vagoni… tanto alla fine qualcosa verrà esclusa per forza, i titoli dieci hanno da essere. :slight_smile:

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