lo credevo più marcio sconquassato porcone e delirante e una qualità audiovisiva così elevata mi ha spiazzato, come anche la regia tutt’altro che arruffona nel suo porsi come giusto compromesso tra quei fumetti contrassegnanti il periodo che meskal definirebbe porzo e certo borowczyk e forse è proprio questo il suo problema. una cosa simile, azzardata dall’oscar brazzi dell’ineffabile giro giro tondo con il sesso è bello il mondo (film incomprensibilmente assente da questa piattaforma) sarebbe stata un monolite kubrickiano di delirio. a parte la curiosa mossa del titolare il film con una fiaba non raccontata, la ciccia è che l’episodio cenerentolesco è poco più di un insulso filler per guadagnar metraggio, quello biancanevoso è già quel palmo o due più ameno, con un curioso specchio parlante cui spetta il compito di parodiare la tv di allora (gli avvissi di interruzione dei programmi, la sigla di carosello, lo sfottò dello spot dash - che verrà bersagliato anche da pozzetto - ma anche al re spetta una frecciata contro le pecorelle dell’intervallo) e bislacchi riferimenti all’evasione fiscale da parte dei 7 nani e di biancaneve o momenti da sopracciglio inarcato come la protesta popolare con cartelli contro nixon (!!!) o il baco che reclama supplementi di LSD nella mela contrappuntati da altri più imbarazzantemente naif come lo splastick gastronomico nanesco. martinkova e linder molto avvenenti ma non troppo nude e nell’insieme la quota di spurcellamento è esigua, forse fin troppo per chi all’epoca è accorso in sala aspettandosi chissà quali maialate.
sozzolo è luigi d’ecclesia, di lì a poco degno di tanto nome finendo nella mega orgia di caligola con fellatio a due bocche, mentre regnoli dovrebbe essere a occhio il mago che adultera le mele.
in defintiva nulla che lasci con gli occhi di fuori ma simpatico se lo si vede a pretese abbassate.
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