La principessa sul pisello (Piero Regnoli, 1976)

I primissimi minuti del film non sono niente male: la donna anziana che si aggira in un paesaggio fiabesco, le prostitute nel parco giochi…
I titoli di testa si chiudono con la donnina allegra giù per lo scivolo:

Poi quella donna anziana si ferma a raccontare delle favole alle prostitute raccolte intorno al fuoco, per strada.

La prima favola è quella di Cenerentola, e dura poco più di 20 minuti: la protagonista, innamorata del figlio di un proprietario terriero, si reca a una festa-orgia con un vestito magico che però la lascerà nuda allo scoccare della mezzanotte.

Il resto del film è occupato dalla favola di Biancaneve, con tanto di 7 nani, per l’occasione ribattezzati Sozzolo, Mosciolo, Fregnolo, Caccolo, Petolo, Minchiolo e Ciucciolo.
Biancaneve, c’è da dirlo, è un gran pezzo di figliola (“Cribbio, quanto è lunga” dice giustamente Petolo).
La favola si chiude con una gang bang della regina sotto effetto di droghe con i 6 nani; il settimo, Mosciolo, ha altri gusti.

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Il film non l’ho visto ma mi pare di aver letto di un cameo dello stesso Regnoli.

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messa così sembra qualcosa di irrinunciabile! cerco subito!

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Sinceramente non saprei riconoscerlo, ma se vuoi vedere il film ti aiuto volentieri.

Come sopra, ma non ti perdi niente.

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lo credevo più marcio sconquassato porcone e delirante e una qualità audiovisiva così elevata mi ha spiazzato, come anche la regia tutt’altro che arruffona nel suo porsi come giusto compromesso tra quei fumetti contrassegnanti il periodo che meskal definirebbe porzo e certo borowczyk e forse è proprio questo il suo problema. una cosa simile, azzardata dall’oscar brazzi dell’ineffabile giro giro tondo con il sesso è bello il mondo (film incomprensibilmente assente da questa piattaforma) sarebbe stata un monolite kubrickiano di delirio. a parte la curiosa mossa del titolare il film con una fiaba non raccontata, la ciccia è che l’episodio cenerentolesco è poco più di un insulso filler per guadagnar metraggio, quello biancanevoso è già quel palmo o due più ameno, con un curioso specchio parlante cui spetta il compito di parodiare la tv di allora (gli avvissi di interruzione dei programmi, la sigla di carosello, lo sfottò dello spot dash - che verrà bersagliato anche da pozzetto - ma anche al re spetta una frecciata contro le pecorelle dell’intervallo) e bislacchi riferimenti all’evasione fiscale da parte dei 7 nani e di biancaneve o momenti da sopracciglio inarcato come la protesta popolare con cartelli contro nixon (!!!) o il baco che reclama supplementi di LSD nella mela contrappuntati da altri più imbarazzantemente naif come lo splastick gastronomico nanesco. martinkova e linder molto avvenenti ma non troppo nude e nell’insieme la quota di spurcellamento è esigua, forse fin troppo per chi all’epoca è accorso in sala aspettandosi chissà quali maialate.
sozzolo è luigi d’ecclesia, di lì a poco degno di tanto nome finendo nella mega orgia di caligola con fellatio a due bocche, mentre regnoli dovrebbe essere a occhio il mago che adultera le mele.
in defintiva nulla che lasci con gli occhi di fuori ma simpatico se lo si vede a pretese abbassate.

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