Liberi tutti - L'avventurosa storia delle tv private in Italia (Luca Rea, 2015)

Recuperato finalmente questo imperdibile lavoro di un ispiratissimo @IOCHISONO , grazie ad un passaggio di qualche tempo fa su Deejay TV.
Erano anni che lo avevo adocchiato e volevo vederlo. E non mi ha deluso.

Luca Rea si mette in gioco in prima persona, raccontandoci in modo accattivante e sincero la sua passione viscerale per il mondo delle televisioni private. Ci porta dentro casa sua, ci mostra i suoi tesori, davanti ai nostri occhi tira giù dagli scaffali un’infinità di materiali unici, tra rvm, riviste d’epoca, vecchie VHS e beta, trasformando tutti questi elementi nei tasselli di una storia incredibile e corsara, quella appunto dell’avvento e e del proliferare delle tv libere in Italia.
Alle sequenze in cui Luca ricorda la sua infanzia e ci narra, attraverso la sua esperienza di spettatore, l’evoluzione di questa sgangherata ma ambiziosa epopea, si alternano spezzoni di vecchie registrazioni d’epoca che riescono a farti toccare con mano la realtà di quel modo di fare televisione così diverso e nuovo, illustrandone tutte le sfaccettature più significative.
Dagli spogliarelli alle lezioni di sesso tantrico, dalle trasmissioni musicali fatte in casa (ma che spesso attiravano come ospiti anche grandi big, che si prestavano a performare in una stanzetta grande come un ufficio) alle telepromozioni, dai varietà per famiglie di ispirazione campanilistica ad un nuovo modo di fare giornalismo: veloce, dinamico, immediato (si vedano l’esilarante intervista di De Luca al tossicodipendente o la vividissima ripresa del ritrovamento del cadavere di Moro).
Completano il mosaico alcune interviste a coloro che furono i protagonisti di quel periodo (o ai loro familiari, nel caso di chi non c’è più), da Jocelyn a Pippo Baudo, passando per gli imprenditori/editori, i registi, i tecnici, chi più ne ha più ne metta.
Esci dalla visione accalorato, concitato, con tanta voglia di andare a spulciare le tue vecchie videocassette con registrazioni a random di quando eri bambino per vedere che cosa ci trovi dentro.

Se proprio devo muovergli una critica è la seguente: troppo corto! (Anche se capisco che un prodotto per il mercato televisivo o cmq per un pubblico generalista deve stare all’interno di determinati paletti e confini).
Mi sarebbe piaciuto vedere molti più spezzoni di trasmissioni, ogni volta che ne partiva qualcuno mi incantavo. Tra l’altro bisogna rendere atto a Luca che il racconto della sua passione viscerale per la ricerca di questo materiale ormai invisibile e quasi scomparso ci fa accettare con piacere, quasi come se fossero un dono sottratto dall’oblio, anche tutte quelle registrazioni provenienti da nastri ormai rovinati, traballanti, semi-smagnetizzati, in cui i segni del tempo trasmettono forse ancora più veridicità al contenuto, rendendolo importante, mitico, degno di essere tramandato.

Visione superconsigliata.

Sento che ora ho il cuore che trabocca, vado subito a scrivere due righe anche nel topic dedicato ai nostri ricordi relativi alle tv private! :star_struck:

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