Mektoub, My Love: Canto Due (Abdellatif Kechiche, 2025)

La speranza é l’ultima a morire :

Pensavo non avrei mai visto un seguito a Mektoub, My Love: Canto Uno, dato che Intermezzo sembra sparito per sempre nell’oblio e le notizie sull’attività del regista scarseggiavano. Ed invece almeno a Locarno qualcuno lo vedrà, sperando che non abbia la stessa sorte del predecessore, ed un giorno, non cosi lontano, possa visionarlo anch’io insieme ad altri su un grande schermo!

Se non lo avete ancora visto il primo capitolo é magnifico ed é già la mia più grande aspettativa dell’annata!

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io dopo venus noire e la vie d’adele con questo regista ho definitivamente lasciato ogni speranza

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Visto infine.

Una sera, una giovane attrice popolare (Jessica Pennington), con il suo marito produttore, sbarca in un ristorante all’orario di chiusura per mangiare del couscous. La famiglia in cucina propone alla coppia di leggere la sceneggiatura di Amin (Shaïn Boumedine), il protagonista del primo canto. La storia piace per cui Amin e il cugino cominciano a frequentare la villa in cui la coppia trascorre l’estate.

Storia minimale, con qualche svolta inattesa. Abdellatif Kechiche continua il suo cinema, ma si percepiscono le stigmate dell’intermezzo mancante.

Trovo molto riuscita la scelta di far biforcare il percorso di Amin rispetto a quello delle altre ragazze, che si recano ad una festa, a cui lui non riuscirà mai ad andare: evidente metafora del destino riservato al film precedente. Trovo stupende sia la scena iniziale della cena, girata quasi in tempo reale, con gli scambi di battute tra i coniugi e la famiglia numerosa e impicciona, sia la sequenza a bordo piscina con le imitazioni di celebri dialoghi cinematografici sia il confronto tra l’ingenuo sceneggiatore e la scafata attrice: momenti possibili solo in un cinema libero che ama osservare e registrare tutto alla ricerca di attimi di grazia.

L’ultima arrivata, Jessica Pennington, é strepitosa e spero che si potrà rivedere presto in altre opere in grado di esaltarne il carisma e la recitazione istintiva, quasi aggressiva. Il resto del cast é perfetto, con menzione speciale a Tony (Salim Kechiouche), il cugino mattatore assoluto, ancor più che nel primo capitolo.

Ennesimo stupendo lavoro di un regista unico.

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