Midnight Express - Fuga Di Mezzanotte (A. Parker, 1978)

Non proprio, no. E’ una ulteriore rielaborazione elettronica della stessa melodia.

Però quella traccia è stata estratta proprio dagli ultimi minuti del film. All’inizio si sente anche il secondino che gli lancia le chiavi per uscire dal carcere.

Hanno fatto un magheggio, unendo quel primo pezzo ad una rielaborazione elettronica.

Se leggi nei commenti di quel video su youtube, qualcuno scrive "This version of Moroder’s original music asked me for workweeks (synthesizers’s sounds programmations and audio mixing) … "

Ho visto il documentario “Midnight Return: The story of Billy Hayes and Turkey” e l’ho trovato interessante anche se un po’ deludente tecnicamente.
Viene un po’ ripercorsa la storia produttiva del film e soprattutto quella del vero Billy Hayes. Il clou del documentario dovrebbe essere il ritorno di Hayes in Turchia, invitato proprio dai Turchi per partecipare a una conferenza.
Dico che “dovrebbe essere” perché alla fine è tutto un po’ deludente. La conferenza stampa in cui in un certo senso chiede scusa ai Turchi per il film (anche se alla fine non era colpa sua, se proprio qualcuno si sarebbe dovuto scusare sarebbe dovuto essere Oliver Stone o Alan Parker - che però non l’hanno mai fatto, giustamente) è una grande delusione. Uno si aspettava una conferenza affollatissima, vagamente tesa, in una location importante e invece si trova una roba girata in una saletta scrausa, con poca gente e con un clima da “vabbeh ma che ce ne frega?”. Per tacere poi del fatto che è filmata in maniera amatoriale.

Nel film Hayes resta sempre nello stesso carcere (anche se in reparti diversi) mentre in realtà è stato in diverse prigioni. Alla fine del documentario torna a visitare il manicomio dov’era stato rinchiuso. Si vede pure la stanza con la colonna al centro attorno alla quale camminavano tutti. Sarebbe stato bello e emozionante se fosse stato filmato decentemente mentre invece sembra girato con materiale di fortuna. Ed è un peccato perché Hayes sembra sincero nel disagio che prova ritornando in quel posto.

Dal documentario si scoprono varie cose che personalmente non sapevo, tipo che Hayes non era nuovo al traffico di droga dalla Turchia. Lui dice che l’aveva fatto altre 3 volte prima di venire beccato, cosa che cambia completamente la luce sulla sua vicenda.
Viene intervistata pure la sua ragazza dell’epoca che nega con vigore di aver mostrato il seno a Hayes nel parlatorio per farlo masturbare (dice che lui glielo chiese ma lei si rifiutò categoricamente), mentre lui giura che è tutto vero e invita il suo intervistatore a organizzare un incontro tra lui e la donna davanti alle telecamere per vedere se avrà il coraggio di negare ancora. Vabbeh, ma alla fine sticazzi.

In ogni caso è tutto abbastanza interessante, peccato per il montaggio che ogni tanto perde colpi ma vabbeh, magari sono io che sono fissato.

E poi per quello che riguarda la grande polemica con la Turchia… beh personalmente credo che alla fine avessero ragione e torto entrambe le parti.

La scena incriminata è soprattutto quella del discorso di Brad Davis/Billy Hayes dopo la condanna (For a nation of pigs, it sure is funny you don’t eat’em! Jesus Christ forgave the bastards, but I can’t! I hate! I hate you! I hate your nation! And I hate your people! And I fuck your sons and daughters because they’re pigs! You’re a pig! You’re all pigs.) ma anche il fatto che non ci sia mezzo turco buono nel film. Sono tutti personaggi cattivissimi e negativi.
Il successo del film ha certamente causato dei danni di immagine alla Turchia e può certamente essere considerato come un film razzista, ma solo per il fatto che viene esplicitamente citata la nazione in questione.
In realtà il film sarebbe potuto essere ambientato ovunque, non voleva essere un film contro i turchi, era semplicemente la storia di un uomo imprigionato in una terra straniera e ostile con una punizione spropositata rispetto al crimine che aveva commesso. Poteva essere in Turchia come in qualsiasi altro posto. Purtroppo però il film è stato inevitabilmente percepito come un film contro la Turchia ma io credo in un certo senso alla buona fede degli autori.
Quindi sì, il danno d’immagine ricevuto dalla Turchia è innegabile ma è anche vero che gli autori non volessero fare un film su quel Paese ma raccontare una storia universale.

Tra l’altro è buffo come nel film in realtà non si parli turco, si parla una lingua incomprensibile, un miscuglio bastardizzato di turco e maltese. Gli stessi spettatori Turchi non capiscono cosa viene detto nel film.

Visto che c’ero mi sono anche procurato la sceneggiatura e me la sono letta tutta. Tutto è fedele tranne il finale che è completamente diverso. Sarà che sono affezionato a quello del film ma devo dire che lo trovo indubbiamente migliore rispetto a quello, troppo lungo e diluito, della sceneggiatura. Però nella sceneggiatura l’incontro/scontro finale tra Hayes e Hamadou (Paul Smith) è bello tosto.

Queste differenze emergono facilmente dalla lettura del libro di Hayes. Ho sempre pensato che il vero capolavoro sia la sceneggiatura di Oliver Stone, perché un film tratto dalla vera storia di questo coglionazzo di Hayes non avrebbe interessato quasi nessuno.

Concordo. Tra Midnight Express e Scarface, Oliver Stone si trovava anche all’apice della sua forma. Per me é sempre stata la sceneggiatura di Oliver Stone insieme alla potenza narrativa, senza rivali, di Alan Parker a rendere questo film unico.

Prossimamente sui vostri schermi

Qui trovate una mia lunga intervista con Paolo Bonacelli su Fuga di Mezzanotte.

La lascio pubblica per qualche giorno, quindi se siete interessati approfittatene perché poi la tolgo:

http://vimeo.com/432797442/0202684107

Bella intervista, bravo e grazie per averla messa a disposizione. Una curiosità: dove l’avete girata (quelle poltrone fanno molto profondo rosso)?

Eravamo al Teatro Quirino, a Roma.
Anche se ovviamente è chiuso, Bonacelli se l’è fatto aprire per farcelo usare come location.

Intervista davvero Top. Complimenti !!!
Bonacelli di una lucidità e sensibilità sorprendente.

Si, una memoria clamorosa, si ricorda tanti dettagli. Priceless la battuta non ho subito alcun danno durante le riprese :smiley:

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1000 grazie. Ottima intervista. Sono d’accordissimo con Bonacelli per quanto riguarda l’universalità della storia.

Secondo me, questo film non vuole offendere nessuno e non lo fa più di qualche film turco come “Yol” di Yilmaz Güney… La narrazione presenta un’iperbole che serve in modo efficace alle finalità della drammaturgia, che ricorda una tragedia antica o un èpos omerico, dove il personaggio affronta degli ostacoli che richiedono una forza quasi sovrumana per essere superati.

Questo film é tra i miei 2-3 film preferiti in assoluto, e per quanto riguarda la potenza narrativa, é di gran lunga il film più potente e coinvolgente che abbia mai visto…

Ringrazio anche io molto sentitamente. Una vera perla ! Bonacelli poi, mi piace proprio come attore.

Piace tanto anche a me come attore e sembra anche una persona molto simpatica, gentile e colta. Questo film secondo me ha tre ottimi interpretazioni di attori non protagonisti che tutti e tre avrebbero meritato l’oscar: Paolo Bonacelli, Mike Kellin e John Hurt… devo dire però che l’oscar a Christopher Walken é stato più che meritato, la sua interpretazione é tra le migliori nella storia del cinema… Che annata quella dell’1978…

Parlando di Oscar (per quel che valgono, poi, visto che per me lasciano il tempo che trovano) devo dire che trovo strano che Brad Davis non sia stato nemmeno candidato come miglior attore. Una performance come la sua meritava davvero maggiore considerazione.

Quella è una cosa a cui tengo perché è una delle cose che più mi affascinano del film.
A una prima lettura il film appare effettivamente razzista contro i Turchi ed è una cosa innegabile. I soliti discorsi che insistono sul fatto che nel film non ci sia un solo turco che non sia un fetente (tranne il simpatico prigioniero obeso che però ha praticamente solo una scena) hanno a loro modo senso. Perché sì, effettivamente è vero, tutti i turchi che si vedono nel film hanno una connotazione negativa, resa ancora più esplicita dal monologo in tribunale di Billy Hayes dopo la condanna dove, con una bandiera turca alle spalle, si lancia in un durissimo anatema contro la Turchia e la sua gente. E tutto questo è nel film, c’è poco da fare. Se uno vuole fermarsi a una lettura elementare e dice che il film è razzista è difficile contraddirlo.
Io stesso quando vidi il film da ragazzino pensai subito che mai e poi mai avrei messo piede in Turchia e che avrei fatto bene a diffidare dai Turchi. Ma questo perché, appunto, si trattava di una lettura davvero superficiale e facilona.

Quando Alan Parker dice che una volta che sono scoppiate le polemiche sul presunto razzismo del film lui è rimasto sorpreso perché proprio non si aspettava nulla del genere mi sembra davvero sincero.
E quando Oliver Stone dice che non chiede scusa perché non ha nulla di cui scusarsi non mi sembra che lo faccia per pararsi il culo ma proprio perché queste accuse sono campate in aria e nessuno ha mai avuto la minima intenzione di fare un film contro la Turchia.
Non è cinema razzista come invece può essere un filmaccio come “Mai Senza Mia Figlia” che effettivamente vomita razzismo anti-iraniano (e anti-islamico) da ogni fotogramma.

È anche questo che mi affascina di questo film: il fatto che sia stato così frainteso (da me in primis, quand’ero ragazzino).

Tra le varie cose che non ho montato dell’intervista a Bonacelli ne segnalo un paio:
Bonacelli non ricordava l’aneddoto raccontato da Alan Parker relativo al fatto che John Hurt, per entrare meglio nel personaggio, non si sia mai lavato per tutta la durata delle riprese. Ha detto che proprio non ne aveva memoria e non ricordava affatto che Hurt avesse un odore sgradevole (come invece raccontava Parker). Ha quindi chiosato dicendo che forse John Hurt “aveva un’ottima traspirazione”.
Poi ha ridimensionato la storia della piccola “rivolta” del cast contro Paul Smith ritenuto troppo manesco, dopo che quest’ultimo aveva strappato un ciuffo di peli della barba di John Hurt nella scena in cui gli rompe gli occhiali. Secondo Bonacelli non accadde nulla di tutto questo. E ha aggiunto “Evidentemente ad Alan Parker piace ingigantire le cose. E probabilmente fa bene”

L’intervista a Bonacelli resterà online altre 24 ore, poi diventerà privata.

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Secondo me, Brad Davis non solo avrebbe dovuto essere candidato, ma avrebbe dovuto anche vincerlo… In un film come questo, dipendie tutto dall’interpretazione del protagonista, perché tocca proprio a lui condurre lo spettatore a identificarsi con il suo personaggio, rendendo il film coinvolgente. Secondo me é proprio da questo punto di vista che questo film funziona meglio de “Le ali della libertà” dove non posso provare per il personaggio di Tim Robbins la stessa empatia che provo per quello di Brad Davis in questo film.

A proposito, questo film l’ho visto per la prima volta quando avevo 14 anni e mi ha affascinato così tanto come film, che ero proprio curioso di andare a Istanbul. Poi, ho cominciato a leggere i vari commenti sul forum di imdb e mi sono reso conto che il film infatti presenta degli elementi che possono essere considerati razzisti o offensivi ma guardando il film non ci avevo mai pensato…Anzi sono anch’io rimasto sorpresso come Alan Parker, quindi anche a me sembra sincero…

Ci sara in futuro qualche edizione blu-ray che conterrà questa intervista?

Grazie mille per l’interessantissima intervista.

Sull’argomento della trattazione del “non luogo” turco avevo volutamente sorvolato però aggiungo che pure io quando lo vidi per la prima volta da ragazzo ero ovviamente più trasportato dal lato emotivo della vicenda. Rivedendolo da “adulto” e con più informazioni raccolte, mi pare palese che il film in alcuni momenti trasudi un disprezzo veramente esagerato e disonesto. Certo è un film d’intrattenimento e non di denuncia vera e propria, quindi è un esercizio abbastanza inutile volerci trovare un qualche senso di realtà (infatti lo stesso libro di Hayes è differente dal film…ammesso e non concesso che lo stesso Hayes sia stato veritiero nel suo racconto), pur se tra le righe qualcosa ci possa anche essere di vero, a grandi linee (tipo le condizioni delle carceri turche).

Comunque mi unisco ai plausi verso la performance di Brad Davis ed anche io penso che gli oscar lascino il tempo che trovino…oggi più che mai.

A sto punto Giorgio Brass / Fede vai all’attacco con un’intervistona a Bonacelli sul suo personaggio (Agghiacciante) in “Salò”