Quando al cinema i divieti ai minori erano arbitrari

DIRTY DANCING (BALLI PROIBITI) non è mai stato vietato.

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Credo che Pino si riferisca a un altro film. Spero… :thinking:

Guarda, all’epoca che PF lo passavano alla tele e mi trovavo a fare zapping pensai: “Oh, e rivediamocelo…” Arrivati alla scena con la siringa, sforbiciata pure malamente, mormorai un vaffa e cambiai canale. Comunque sì, ormai è un 14 (all’epoca potevo giustificare la severità per la scena dell’inchiappettamento, oggi son robe di poco conto) come Arancia meccanica che giustamente citi. Qualche divieto lo hanno proprio eliminato, vedi Fog e L’Ululato (erano vm. 14, ora son “per tutti”).

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Confermo, era un per tutti. A meno che non confonda con Dirty Love, di Joe D’Amato…

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Tornando a La Cosa, boh. Io ero affascinato dagli effetti delle trasformazioni ma eravamo agli stessi livelli de L’Ululato, sempre con la magia tecnologica di Rob Bottin… sul versante gore mica si vedeva chissà cosa, giusto qualche dettaglio come il dottore con le braccia amputate a morsi. Alien era assai più schifido, la scena del “parto” fu un discreto shock all’epoca; eppure in Italia uscì senza divieti, e a dirla tutta mi fece anche più paura del film di Carpenter. Ma sono percezioni soggettive, ovviamente.

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Anche perché che c’era da vietare nel film di Ardolino? Nell’88, poi!

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Mah, io Tenebre non lo trovavo tanto più scabroso di altri Argento. Il riferimento agli amori saffici e al feticismo era robetta rispetto alle morbosità di Italian Giallo anni 70 come Giornata nera per l’Ariete, Una lucertola con la pelle di donna, i thriller di Sergio Marino e Dallamano eccetera. Sul versante gore, solo il finale effettivamente si scatena in fiumi di sangue; per il resto, ci sono molti cadaveri ma prima della mattanza finale in casa di Veronica Lario gli omicidi son tirati via, non indulge più di tanto sui dettagli sanguinolenti. Comunque si era nel 1982 e posso capire che i censori ne fossero turbati… fermo restando che circolava roba assai più trucida e se la cavava col divieto ai 14 o addirittura il “per tutti”.

E’ vero, ma è anche vero che il cinema di Argento, eccetto la scena di sesso in Quattro Mosche e la Spaak che mostra, per pochissimo, le poche tette nel Gatto, fu sempre un cinema casto (immaginati SUSPIRIA nella mani di Martino). Questo potrebbe avere influenzato la commissione censura. C’è da dire che dopo OPERA gli ha preso male.

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A dirla tutta, anche il soft massaccesiano mostrava pochissimo. Giusto il notevole fondoschiena di Valentine Demy, inguainato in tutine aderenti…

Secondo me fu il riferimento alle due lesbiche a farli incazzare. Un po’ come Il Tunnel dell’orrore, per la scena in cui si fumavano una canna (ma lì volendo anche la scena con la zingara che masturbava il mostro era trucida). Opera, aveva una forte componente sadica (la tipa costretta a guardare mentre il killer massacra le vittime eccetera) che ha disturbato la commissione, sicuramente.

Vero, considerato chi li dirigeva.

O.T.: Ci parlai una volta e alla domanda di come si poneva di fronte alla scene di sesso che filmava mi rispose, testuale, che era solo lavoro e che non gliene fregava niente. Posso capirlo, viste in continuazione non ti fanno più effetto.

O.T. 2: Mi fa pensare ad una cosa che lessi su un libro di Woody Allen in cui si raccontava di un povero sassofonista di night ucciso dalla fidanzata spogliarellista gelosissima che credeva che ci stesse provando con la cassiera, quando in realtà a forza di vedere la propria donna spogliarsi tutte le sere non gli faceva più effetto ed allora s’era messo a guardare i vestiti del guardaroba!

Anche quello può essere.

Insomma, abbiamo capito. I membri (nessun doppio senso…) delle commissioni censura, giudicavano in base alle proprie cagate, e scopate. A guidarli, non era il cervello. Ma intestino e uccellino… :stuck_out_tongue_winking_eye::wink::clinking_glasses:

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La memoria fa emergere tante cose. Per esempio, un “Paura e delirio a Las Vegas”. Col suo uso e ABUSO di droghe varie, Depp e Del Toro sballatissimi, deliri e allucinazioni assortite. Ovviamente, in sala “per tutti”. Mentre “Trainspotting”, fu vm 14. Che ci stava pure, per carità. Ma allora, il film di Gilliam, a parità di equilibrio nel giudizio, andava vietato, chesso’, ai minori di… 25!! Come dicevo, niente linee guida, niente criteri precisi. E allora, si procedeva “all’italiana”… :grimacing:

Tecnicamente le linee guida ci sarebbero ma dipende appunto da chi fa parte della commissione. Se ti capita uno del MOIGE, sta’ tranquillo che il suo giudizio sarà più severo di chi ha una veduta più aperta su certe tematiche…

Ma infatti nemmeno il nuovo sistema, mi piace. Quello introdotto in Italia da neanche un anno e mezzo. Con 7 (!!) commissioni, di 7 componenti ciascuna. 49 persone, in totale, chiamate a dare il giudizio censorio su un film. Una cosa folle. E fra queste, rappresentanti delle “principali associazioni genitoriali” (letto su Film TV, non mi invento nulla, purtroppo). Vale a dire reazionari bigotti della peggior specie. Volendo ammodernare, almeno si presume, il sistema di divieti nostrani, in un certo senso si è fatto un passo indietro. Forse anche 2…:cry:

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non che col centro cattolico cinematografico (che peraltro è ancora operativo e non è meno determinante di allora sul fronte decisionale) andasse meglio.

a tal pro, quanto ad arbitrarietà assoluta mi sovviene l’assurdità fotonica più recente: il mancato nulla osta a morituris di picchio. non che fosse inoffensivo, ma sarebbe bastato un VM 18 a tagliare la testa a ogni toro.

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Il CCC esprimeva opinioni, e recensioni. Ufficialmente, non mi risulta fosse presente nelle commissioni di censura. Ufficialmente, eh… :thinking:

penso che le loro valutazioni pastorali e morali avessero invece un certo peso sulle decisioni della commissione censoria, tra i cui membri c’era in ogni caso sempre un prete.

Lì la questione era delicata: Picchio rifiutò di eseguire i tagli che gli erano stati proposti per patteggiare un vm. 18, per cui il nulla osta non lo ottenne. Non era arbitrario, la legge lo prevedeva. Del resto, non hai bisogno del nulla osta ministeriale per far circolare un film su canali diversi dalle sale cinematografiche (l’home video, esempio più lampante); ma se vuoi uscire al cinema, lo devi chiedere per forza.

Devo dire, comunque, che anche adesso tornando all’argomento iniziale del topic i cinema si prendono delle libertà sull’affissione dei divieti; diversi horror usciti quest’anno al The Space Parco Dora di Torino erano presentati come vm. 14, mentre in altre sale cittadine il divieto non c’era. E almeno un paio di questi film (M3gan, Bussano alla porta) in realtà in Italia erano usciti con la restrizione 6+. Stesso discorso per Muti: visto ieri al The Space, era indicato un vm. 14 che in realtà non c’è (altro 6+). Sarà una forma di autotutela, per non avere rogne con le famigliole…