Street Kids Violence - Sam ng sing kwan - 三五成群 (Wellson Chin, 1999)

mettendone due in ordine: la posta in gioco non è la graficità in sé o la sete di proposte più estreme (per quanto nel leggere Cat III va da sé che si creino inevitabili aspettative sulla solita shakerata di sangue e sperma miste a spirito di patata e trashacchiate come, de quo, la scena della fumata coi piedi alla tzameti 13), altrimenti chiaro che a tema un all night long 2 (che poi è jappo, non cinese) usa tutti per far scarpetta. il punto non è affatto il sangue, in un film che parla di bullismo può non essercene neanche un centilitro e tuttavia ti ritrovi strizzata l’anima come mocio vileda (un raccomandatissimo esempio su tutti: playground - un monde), col tutto che a me è parso che il tema del bullismo qua sia laterale e meticciato con quello della sete di potere e della vanagloriosa mania di grandezza “territoriale” tipiche delle logiche del branco e delle babygang.

il problema che mi ha lasciato emotivamente e sensorialmente estromesso sta tutto nel manico rappresentativo, ovvero in quella incessante isteria attoriale che finisce col rendere monocorde il ritmo (che c’è, ma finisce col tenersi sempre sullo stesso chilometraggio orario) e per niente sfumati i personaggi. è quello ad avermi sbalzato fuori, facendomi al più inarcare un sopracciglio qua e là.

poi certo ,quando il male onorato dalle cronache è, come in questi casi, più banale che mai, il film deve adeguarsi di conseguenza con tutti i rischi che ciò comporta. però resto del parere che in tutt’altre mani registiche (vedi a riguardo cosa ha fatto molto tempo addietro tsui hark) e con meno didascalismo da instant didattico avrebbe potuto picchiare più forte.

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