Sympathy for the Devil (Yuval Adler, 2023)

Potrei recensire questo film con due parole: pensavo peggio.
O con tre: pensavo molto peggio.

È che avevo letto delle recensioni pessime e quindi mi aspettavo davvero qualcosa di inguardabile, invece i 90 minuti passano tutto sommato senza noia o traumi - pur nel segno di una inevitabile prevedibilità.

Non penso di spoilerare troppo se descrivo il film come un mix tra “Collateral” e “A history of violence”, anche se il titolo e l’aspetto luciferino di Nicholas Cage mi avevano tratto in inganno.

Che poi uno legge di un tale mix e pensa: “Minchia!” - ma no, non è che i risultati siano lontanamente paragonabili ai due grandissimi film che ho citato a costo di rendermi ridicolo.
Il film, secondo me, è girato e montato in maniera rozza. E diventa prevedibile troppo presto.
Comunque per me la sufficienza la merita, dai.

A proposito di Cage, devo dire che non nicolascheggia come ci si potrebbe aspettare - nonostante la parte si prestasse bene - mi è sembrato abbastanza misurato, tranne in un paio di momenti.
Certo bastano quei capelli rossi e quella giacca che indossa - non c’era neanche bisogno di aggiungere molto.

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