Tales of Bliss and Heresy (Noboru Iguchi, 2023)

Come anche The cannibal girl, questo film appartiene alla fase attuale della carriera del regista, nella quale non si preoccupa minimamente degli esiti commerciali delle sue opere ma solo di raggranellare col crowdfunding denaro sufficiente per realizzare delle pellicole estremamente personali, nelle quali mettere al centro il proprio punto di vista, le propri ossessioni ed il proprio vissuto individuale.

In questo film in particolare, diviso in tre segmenti, Iguchi si focalizza sulle proprie perversioni. Nella prima parte il focus è il rapporto di sottomissione masochistico nei confronti delle donne, nel secondo (una specie di rivalsa) il piacere derivante dall’infliggere sofferenza ad una persona (con una parallela riflessione sulla tematica del suicidio) e nel terzo, il più assurdo e personale, ci si focalizza sulla scatologia e gli escrementi, tematica estremamente cara al regista, che ha sempre avuto problemi alimentari ed un cattivo rapporto con le proprie deiezioni. Addirittura, in quest’ultimo segmento, una breve ma incisiva parte della narrazione è sviluppata in stile diorama, con il regista che racconta un episodio avvenuto nella sua infanzia nel quale una donna lo fissava mentre egli defecava, provocandogli un enorme turbamento che persiste tutt’oggi in lui. Per realizzare questa sequenza Iguchi ha utilizzato delle proprie foto che poi con un software ha ringiovanito, ottenendo delle immagini bizzarre di un sé a quattro o cinque anni con barba ispida e capelli brizzolati che sono estremamente esilaranti.

Il secondo episodio invece è una sorta di seguito spirituale a The machine girl, il film che l’ha reso celebre. Infatti uno dei personaggi principali altri non è che Ami, che ritroviamo più matura e posata a fare da mentore ad un giovane nerd che non vuole essere più vittima delle angherie di due bulle.

Il regista sa usare benissimo il mezzo cinematografico (alle sue spalle, tra film ed episodi televisivi, ha circa un centinaio di regie) ed è stupefacente come con quattro soldi sia capace di tirare in piedi delle opere che per quanto strampalate e stralunate sono efficaci ed hanno una buona qualità estetica, compattezza narrativa e maturità stilistica. Iguchi infatti ha un ottimo gusto dell’inquadratura e sa inserire molti piani che, per quanto descrittivi del contesto o dell’ambiente, riescono a dare un ritmo alla narrazione, una sfumatura emotiva ed una cifra stilistica estetica alle sue opere.

Tutti i dettagli relativi ai significati personali che il regista ha inserito nel film li ho ascoltati direttamente dalla sua bocca, durante l’incontro col pubblico che ha avuto nell’edizione 2025 del Festival Cinéma Interdit.

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@schramm se dovessi recuperarne solo uno, scegli questo!

Raramente ho avuto tanta difficoltà a trattenermi in sala, ero letteralmente piegato in due dalle risate! Anche se @Frank_n_Furter avrei fornito meno dettagli, l’effetto sorpresa contribuisce allo shock di questa scena, che rappresenta un stacco notevole rispetto al tono “serio” dell’episodio precedente.

Non ne sono certo, ma credo che anche nel primo episodio compaia il regista in una veste non proprio lusinghiera, ma di certo divertita!

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Chiedo venia, ho rimediato ora col tasto spoiler!

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