The animals film (V. Schonfeld e M. Alaux, 1981)

Dopo le visioni della scorsa settimana, durante la quale sono inavvertitamente capitato su film come The snake girl e The snake girl drops in, nei quali vengono mostrate violenze perpetrate ai danni di malcapitati animaletti, ho scelto di cercare una catarsi vedendomi questo documentario baluardo del movimento animalista, recuperato qualche mese fa nel buon dvd del BFI.

il film è davvero strong ed illustra tutti i vari tipi di sfruttamento, più o meno barbari e crudeli, coi quali la nostra specie usufruisce in modo utilitaristico delle altre specie animali presenti sul pianeta, spesso senza la minima empatia od eticità.
Gli autori scelgono di mostrare tutto, anche le peggiori nefandezze, per lanciare un messaggio di denuncia forte ed incisivo. Tra metodi di caccia barbari ed iniqui, cavie da laboratorio, esperimenti militari, industria dell’abbigliamento e della cosmesi, le scene che mi hanno colpito più di tutte sono quelle della macellazione, o certe pratiche terribili dell’industria alimentare. Vedere che ci sono delle persone che per lavoro perpetrano violenze e torture in modo ormai meccanico, senza alcun contatto emotivo, a decine o centinaia di animali al giorno, mi ha fatto star male. Il signore che di lavoro taglia il becco ai pulcini con un attrezzo da ferramenta in una sorta di catena di montaggio, buttando poi da una parte tutti quelli che muoiono per lo shock o per il dolore, come se fossero un pezzo venuto male o uno scarto di lavorazione. Tanti altri esseri viventi trattati come se fossero merci nel momento in cui sono ancora vivi, ammucchiati in casse o in scatole uno sopra all’altro, lanciati di qua o di là per dividerli come se fossero oggetti inanimati. Bestie sgozzate, squoiate e sezionate in modo barbaro, con fiumi di sangue ed un mare di frattaglie sul pavimento, davanti ai loro consimili terrorizzati che a breve faranno lastessa fine. Come se le emozioni non esistessero, come se gli animali non li provassero.
Completa il film un bel florilegio di interviste, sia ad animalisti che a scienziati o lavoratori dell’industria alimentare o farmaceutica, ad attivisti e a vivisettori, ad accalappiacani e ammaestratori, e spesso pure all’uomo della strada.

Nella speranza che 40 anni dopo le cose siano almeno in parte migliorate, ma nella consapevolezza che queste bestie sono ancora considerate dall’industria come merce e non come esseri viventi, consiglio vivamente il film a tutti quanti.

Il dvd BFI ha dei buoni sottotitoli inglesi ed un booklet di una ventina di pagine con interessanti articoli ed approfondimenti.

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