The Maltese Falcon - Il Mistero Del Falco (John Huston, 1941)

Per anni l’ho sentito citare in tutte le salse, ricordo un magnifico volo pindarico di Enrico Ghezzi su questo film (letto in un testo che studiai all’università), ricordo le belle parole spese dai critici dei Cahiers du Cinéma… Eppure a convincermi a guardare finalmente questo Falcone Maltese è stato Frank Henenlotter (!), che nel commento audio di Brain Damage racconta estremamente divertito, tra una ghigna e l’altra, di come la sequenza in cui l’anziano ex proprietario di Elmer racconta a Brian la storia delle origini della piccola creatura sia un lungo divertissement in cui si cita una delle scene madri di questo The Maltese Falcon. Ed effettivamente la provenienza di questa preziosa statuetta (che si perde tra storia, mito ed avventurose vicende) ha fornito lo spunto per narrare in modo altrettanto catchy la vicenda che ha portato a New York il rugoso mostriciattolo.

Dopo questa doverosa premessa è il caso di soffermarsi su questo eclatante capolavoro, modernissimo e coinvolgente.
Non sono solo il ritmo serrato ed i continui colpi di scena e ribaltamenti di prospettiva a rendere il film imperdibile, ma anche e soprattutto la caratterizzazione del personaggio di Bogart. Una caratterizzazione che riesce a incarnare così tanta personalità e carisma da divenire immortale, da divenire archetipo, da trasmettere per osmosi le caratteristiche che la contaddistinguono al suo interprete, che diventa il detective privato per antonomasia nell’immaginario collettivo, anche per chi il film non l’ha mai visto, anche per chi, nato nei decenni successivi, una pellicola di quel periodo non l’ha mai guardata.
Per chiunque Humphrey Bogart è l’investigatore privato duro, sagace, sarcastico, imperturbabile, freddo, pieno di risorse, chi più ne ha più ne metta.
Pure i lettori di Topolino delle odierne generazioni si trovano a confrontarsi con una simpatica e pasticciona parodia del personaggio, Umperio Bogarto; e se sei arrivato ad essere presente come personaggio fisso sulle pagine di Topolino vuol dire che davvero sei diventato stereotipo, modello culturale, parte del patrimonio dell’immaginario collettivo condiviso dall’occidente intero.

Bel film davvero, appena finito di vederlo ti viene voglia di riguardarlo!

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