The Place (Paolo Genovese, 2017)

Perfetti Sconosciuti mi era piaciuto e mi aveva fatto ben sperare su Paolo Genevese, poi ho visto questo “The Place”, suo nuovo film, e devo dire che l’ho trovato decisamente terribile, proprio brutto e completamente senza palle.

Un mio amico l’ha definito “la versione sfigata e muccinosa di Cose Perdute” e devo dire che mi sembra una definizione quantomai calzante.

Parte fortissimo e sembra davvero malsano, poi invece diventa subito una roba accomodante, senza coraggio di andare fino in fondo e con una regia inesistente (per non parlare degli attori diretti a cazzo).
Ok che a un film con una così forte impronta teatrale (tutto il film si basa su dialoghi al tavolo di un bar) non era lecito chiedere una regia particolarmente dinamica ma qui tutto è di un piattume oltre il livello di guardia.
Poi gli attori mi sono sembrati tutti pessimi e finti. L’unico che forse si salva è Borghi (forse anche la Rohrwacher ma tanto lei fa sempre lo stesso personaggio da un sacco di anni e va col pilota automatico) ma gli altri mi hanno deluso terribilmente, pure Mastandrea e Giallini che ho trovato fintissimi.

Atroce poi l’uso delle (bruttissime) musiche, messe come se fossero dei jingle per poi culminare con la (molto brutta) canzone finale.

La storia resta molto interessante per i primi minuti ma poi, appena si capisce che tutte le storie sono intrecciate, l’interesse scema vorticosamente (e questo accade dopo una decina di minuti, eh) e subentra l’irritazione perché tutto diventa prevedibile fino al finale che è davvero una roba da chiodi, accomodante, irritante e banale.

Brutto anche il blu ray italiano con un master molto modesto e come extra solo un bruttissmo backstage di 4 minuti e un videoclip.

Bocciatissimo, per me, anche se sono curioso di vedere la serie tv a cui il film è ispirato.
In ogni caso Genovese, sempre per i miei gusti, si conferma per il bluff che è.

Il finale “accomodante”, e vigliacco, era già il maggior difetto del sopravvalutatissimo “Perfetti sconosciuti”. Evidentemente, come fa notare indirettamente anche Brass, è proprio Genovese a essere “senza palle”. Di registi come Castellari non ne abbiamo più…

Per me il finale di Perfetti Sconosciuti non era affatto vigliacco, anzi… A suo modo lo trovai terribile (nel senso che era decisamente spietato).
Quello di The Place invece è proprio terribile. Ti fa pensare a uno che fa il bulletto e minaccia di spaccarti il culo e poi quando ti presenti di fronte a lui e gli dici di farti vedere cosa sa fare si caga addosso e si mette a piagnucolare. Stesso effetto proprio.

L’ho recuperato ieri: concordo con quanto letto piu’ sopra e aggiungo che la sceneggiatura trasuda perbenismo da ogni poro e manca completamente di ironia; il film si prende troppo sul serio e per questo mi ha annoiato.

Peccato, l’idea era buona. E poi io mi sarei accontentato di un finale nel quale l’anziana fa saltare il bar.

Ciao!
C.

Poco da aggiungere all’ottima recensione di Giorgio. Un soggetto formidabile, progressivamente disinnescato e, mia impressione, pettinato per il successivo passaggio televisivo. Nel cast l’unica che ho apprezzato è la Puccini, una prova di nerbo, una spanna sopra alle interpretazioni degli altri fatte con la pancia piena, con più disinvoltura che applicazione.

Il più logico, ma poi il pubblico della prima serata tv sarebbe rimasto turbato, poverino.

Gia’! Ma che peccato pero’ :frowning:

Ciao!
C.

Sono film come questo che mi fanno sentire un alieno su GdR. Già, perché a me il film è piaciuto. Me ne ero tenuto alla larga perché fin dall’uscita se n’é parlato male un po’ ovunque. Stasera però avevo uno spazietto vuoto e mi sono arrischiato a vederlo.
Comprendo le critiche fin qui espresse ma a mio avviso sono troppo esacerbate. Era un film complicato, teatrale eppure mi è filato via con naturalezza. Moralista? Buonista? Boh, ognuno è libero di vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. In tutta sincerità a me sembra che nei più ci sia una ricerca spasmodica alla soluzione cinica o scioccante altrimenti diventa automaticamente tutto melassa.
Io mi sono goduto la buona prestazione di Borghi ma anche di Papaleo che farà sempre la stessa macchietta ma la fa bene. Mi è piaciuto anche Mastrandrea che qui è aiutato dal personaggio che è cinico e distaccato.
Mi ha fatto poi sorridere il twist finale della Ferilli che prende il posto dell’uomo del destino. .
Non è un capolavoro ma un film interessante per me sì.

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Sto con te, King, alla larga dai talebani dei generi. Non mi ha sicuramente convinto del tutto, non è ai livelli di perfetti sconosciuti, parte molto bene e poi si sgonfia, ma non è nemmeno sta fetecchia che qualcuno qui sopra ha scritto.

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Concordo, anche se all’epoca non avevo scritto, visto e apprezzato pure io.

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