The Revenant - Redivivo (A. González Iñárritu, 2015)

Nella costruzione cinematografica del personaggio di Fitzgerald/Tom Hardy si nasconde, quasi con timore, quello che “The Revenant” avrebbe potuto essere.
Fitz non si vergogna di essere pratico, spietato, meschino.
Fitz non sogna, non cerca di elevare una vita che è solo lotta senza ideali. E’ lui il vero sopravvissuto.
Inarritu invece sembra intimorirsi di fronte all’idea di girare un semplice film d’avventura, come se il genere tout court fosse qualcosa di cui non essere fieri. E così, per inseguire un’autorialità che sembra una condanna più che una necessità, affossa il film con sequenze oniriche di rara grossolanità. Inserti da Piccolo Grande Uomo-vorrei ma non posso mescolati ad uno stile che ricorda un imitatore di Malick che copia Sokurov che pensa a Tarkovskij.

Eppure nell’assalto indiano iniziale così come nella penultima inquadratura della macchia di sangue sulla neve (chiusa efficace vanificata da una superflua e insostenibile ennesima visione del protagonista) a me è sembrato di scorgere il ritorno di un cinema commerciale finalmente adulto. Un cinema capace di combattere e di sopravvivere in una realtà ridotta all’infantilismo di supereroi, di guerrieri stellari, di pugili da fumetto che sono gli eterni ritornanti di un intrattenimento eviscerato.

A “The Revenant” si sarebbero potute perdonare anche le inverosimiglianze legate al percorso del protagonista, perchè nell’avventura più lontana ed epica si annidano momenti diventati leggendari proprio in quanto impensabili. Ma solo quando l’avventura non si imbarazza di fronte alla propria natura.

A me è piaciuto tantissimo, già dal trailer m’ispirava parecchio. Avvincente, crudo, per niente consolatorio: quanti anni erano che un western al cinema non mi prendeva così? Di Caprio qua non mi ha colpito più di tanto, ci sta bene ma niente di epocale; Hardy straordinario, se c’è un interprete da oscar in quest’opera è lui.

Quando lo vidi ancora mesi fa, pensai “Questo è uno dei trailer più belli degli ultimi 15, forse anche 20, anni”. Andrò a vederlo nei prossimi giorni, e a naso mi sa che sarò vicino all’entusiasmo espresso dal buon Tuchulcha. Pare un incrocio fra il meglio di Herzog, Malick e Tarkovskij, indi parliamo di livelli altissimi di Cinema. 12 candidature all’Oscar per un film che forse garantirà al regista il SECONDO premio consecutivo, dopo quello ottenuto per “Birdman”. E vivaddio dovrebbe essere la volta buona anche per Di Caprio. Viste le condizioni meteo in cui è stato girato il film, merita il premio già solo per l’impegno fisico…
P.S. Quasi 3 milioni di incasso in 2 giorni (è uscito sabato), per un’opera non certo leggera, e di ben 2 ore e mezza. Fra “Il ponte delle spie” e questo, prova definitiva che esiste un pubblico non solo per SW o Zalone…

Pubblico ben educato, grazie a Dio. Sabato sera era pieno e si trattava di spettatori dell’età mia, niente tamarrini ventenni e scassacazzi… una certa selezione determinati film la operano, fra gli spettatori. Fermo restando che per me è un ottimo film “di genere”, aldilà dell’aura “autoriale” che gli stanno attribuendo.

Io l’ho visto domenica pomeriggio con spettatori prevalentemente 50-60enni. Io, mia moglie e una coppia di amici eravamo circondati da mariti e mogli della borghesia milanese che hanno commentato tutto il film, tipo didascalia: se si vedeva una pistola scattava un ‘Adesso spara’. Se si scavava una fossa esplodevano in un ‘Adesso lo seppelliscono’. E via dicendo, con commenti ad alta voce per tutte le scene d’azione:‘Eh la madonna!’; ‘Stai attento che ti ammazza’!
Detto questo continuo a preferire la visione in sala a quella casalinga, per fortuna riesco ad estraniarmi abbastanza dal pubblico ciarliero o a sorridere di fronte a certi commenti.

Riguardo all’autorialità, secondo me il discorso è complesso.
Io ho letto molte accuse al regista per l’uso costante del piano sequenza, che invece mi sembra assolutamente pertinente (penso all’assalto iniziale degli indiani, nel quale ogni pianosequenza è costruito con un invisibile montaggio interno che rende l’azione convulsa, ma linguisticamente precisa).
Le mie perplessità, come ho già scritto, le rivolgo alle visioni del protagonista:

I sogni e i flashback mi sembra che facciano uso dei peggiori clichè dell’onirismo cinemoatografico, tra grandangoli e lensbaby, passando per la ridondante sequenza della moglie di Di Caprio in levitazione.[/SPOILER] In questo senso il personaggio di Hardy è più secco, ma non per questo meno significativo.[SPOILER] Quando racconta dell’incontro del padre con Dio, in poche parole il regista racconta il mondo di questo personaggio, senza ricorrere a visioni trascendenti.

Mi riferivo all’autorialità perché tanti la interpretano come “noioso”. Per me un film con ambizioni può pure essere avvincente, il Nosferatu di Herzog aldilà di tutto resta un grande film dell’orrore. Quanto al pubblico, non è la prima volta che sento lamentare la cafonaggine dello spettatore medio meneghino. Qua a Torino dipende dai film e dalla fascia d’età. Certo che The Revenant ragazzini ne ha attirati pochi, quantomeno all’orario in cui sono andato io.

Visto ieri in una sala milanese con pubblico più che composto; non penso che la città sia peggiore di altre semplicemente, essendo metropoli, rappresenta il meglio e il peggio di tutta l’Italia. Evitiamo generalizzazioni.
Bello, mi è piaciuto molto, complice anche la fotografia del due volte premio Oscar Emmauel Lubezki. Certo, Inarritu ha avuto ambizioni autoriali, ma il risultato io l’ho apprezzato anche solo per la parte di genere. Leggo ora che il film si rifà parzialmente alle vicende del trapper Hugh Glass, come fece Uomo bianco, va’ col tuo dio! di Serafian.
Certo che a Peppino DiCaprio ne capitano proprio di tutti i colori, francamente anche troppe :smiley:
Domanda: ma la lotta con il grizzly iniziale è stata girata dal nostro Peppino con un vero orso? se si, complimenti oh, io non avrei quel coraggio
Comunque, se proprio si vuol dare un Oscar agli attori, lo darei a Tom Hardy. Concordo con chi in rete ha scritto che in questo film non lo merita, magari in altri si, qui no. Se si potesse dargli l’Oscar per la prova fisica si, quello glielo darei.

È palesemente in digitale, di caprio veniva spostato da dei cavi, mi pare. Non penso che avrebbero potuto girare una scena simile con un orso vero! Non è neanche eccezionale come orso in cgi, se devo dire la mia, ma vabbè lo stesso, dài.M’ha entusiasmato meno di quello che pensavo e speravo, ma forse è colpa mia che c’avevo le aspettative. Piacere m’è piaciuto, però, certo. Il problema principale, per me, è che la storia è semplice semplice ed è stata pompata dalla messinscena, e quest’ultima prevale. Non significa che quando succede questo un film ne risente per forza, però tutti a dire “tecnicamente mostruoso, fotografia con la luce naturale, piani sequenza, camera sott’acqua” ecc… Sacrosanto, per carità, lo sforzo registico è innegabile, ma anche… sti cazzi. Preferisco quando la tecnica va a braccetto con il resto, piuttosto che prevalga, sennò rischia di sembrare un esercizio di maniera. Certi momenti mi sembrava di vedè un documentario di discovery channel! Non m’ha fatto impazzire neanche l’aria autorevole che c’ha, soprattutto a causa di quelle scene oniriche, che a volte erano un po’ troppo, specie quando c’è lei che fluttua, ma quello è proprio inarritu e le arie che si dà. Vedere di caprio che per 2 ore grugnisce, si trascina per terra, ansima, soffre ecc… a un certo punto ha incominciato a rompermi i coglioni. Che poi bravo è bravo ma io c’ho sempre avuto un problema con lui: la sua bravura non mi ha mai colpito, m’ha sempre dato l’impressione di svolgere bene il suo compito e basta. Sarà che vedo sempre il ragazzetto di titanic ma non riesce mai a… “parlarmi”, passatemi il termine. Non so se mi sono fatto capire. Lo preferivo molto di più da ragazzino negli anni 90, tipo Voglia di ricominciare, Buon compleanno mr. grape, la stanza di marvin o pronti a morire. Vabbè, questa è na cosa mia, però ammetto che influisce sul giudizio sul film. Molto probabilmente gli daranno pure l’oscar perché ha sofferto, ha magnato il bisonte, ha ansimato facendo uscì la bava, s’è fatto massacrà da un orso in cgi… Vabbè, gli oscar…
Hardy m’è piaciuto molto di più, lui sì che è un bell’attorone! Anche il suo personaggio l’ho preferito.

Un bel film di sicuro, non posso assolutamente dire che non lo sia; a molti farà gridare al miracolo, ma a me sarebbe piaciuto molto di più se fosse stato un po’ più “piccolo”, più modesto. Sarebbe stato un bel film di genere e meno d’autore. Ho l’impressione che tutta quella tecnica e quella messinscena serva più che altro per far fare alla gente: “ooooooh…” Mi sta un po’ sul cazzo sto atteggiamento di inarritu, sinceramente. Che poi, non fraintendetemi, non è che se un film è così allora per me è brutto a prescindere e chi fa “ooooooh” non capisce un cazzo. Molti film dove la forma prevale magari mi piacciono un sacco, è che dipende da tanti fattori, non saprei spiegarlo. Con questo non ho sentito il “click” che avrei voluto sentire. M’è piaciuto sicuramente, da vedere senz’altro, non esce spesso un film così, bellissima l’ambientazione (adoro la neve), non mi sono neanche annoiato, certo, ma… chi cazzo se lo rivede più?

Ah beh, una visione basta e avanza, non a caso avevo scritto che il film calca troppo la mano sle sfighe di DiCaprio…talmente tanto che si rischia l’effetto ridicolo. Detto questo comunque la visione è stata piacevole. Boh, l’orso chissà perché mi ha dato l’impressione di esser un vecchio e sfatto animale da circo, magari mezzo sedato, fatto salvo che mi pareva strana una scena del genere senza controfigura

Girandomi e rigirandomi nel letto, purtroppo non riesco a prender sonno, mi son messo a pensare alla scena in cui si ripara nel ventre del cavallo. Ma io una scena così l’ho già vista in un altro film! Non ricordo però quale.

Flavia la monaca musulmana?

L’Impero Colpisce Ancora? (non era un cavallo, però…)

Anch’io ho pensato a quello, ma mi ricordo di aver visto una scena simile anche in un altro film non di fantascienza.
Anche perchè non è un’invenzione, era una extrema ratio realmente praticata.

A me invece ha ricordato la puntata dei simpson dove homer e gli altri cacciano i bisonti e ne usa uno a mo di sacco a pelo con tanto di cerniera! :smiley:

C’è qualcosa del genere anche in Viva La Muerte di Arrabal.

E poi credo ci fosse pure nel fantomatico Maldoror, ricordo che Davide Pulici parlò a lungo di una scena simile.

L’ha fatto pure Bear Grylls, infilandosi dentro un cammello.

//youtu.be/X-YsSINT75c

Potrebbe anche essere, purtroppo non ricordo. Comunque se mi confermi che c’è una scena del genere potrebbe esser
al 90% lui. L’impero colpisce ancora no, non l’ho vista lì.

Boh esistono molte varianti, pure horror. Vedi Dr. Giggles, con l’infernale bambino che si nasconde dentro un cadavere… comunque, pure a me ‘sta scena ha trasmesso un senso di deja-vu. Ma nel precedente Uomo bianco, va’ col tuo Dio una roba del genere non c’era?

Stasera proverò a dargli un’occhiata, vediamo un po’

No, una scena del genere non è presente. Inarritu però ci ha pescato a piene mani. La scena dell’orso ed altre sono praticamente identiche. Anche i flashback son presenti nel film di Serafian. Quello che Inarritu ha aggiunto è il tema della vendetta, qui non presente.