The Substance (Coralie Fargeat, 2024)

il che è un’impressione legittima e anche veritativa, ma opere come il sacrificio del cervo sacro e più ancora raw non si fermano sicuramente alla vuota forma che si pavoneggia. e dall’OT è tutto.

No, è+14. Mi fai ridere che c’è scritto ‘solo al cinema’. Eh!

L’anteprima del 18 non è che portato a folle oceaniche in sala. Poi se distribuisce la I Wonder …

Non mi sembra di aver rivelato chissà cosa tanto da doverla nascondere se no lo facevo da solo.

Vado controcorrente, per lo meno qua nel nostro giardinetto, a me è piaciuto, una sorta di Alter Ego cattivello di Barbie. Non mi curo del premio a Cannes, non ho visto il precedente, ma chapeau alla Moore per come si mette a nudo. Ovvio, c’è molto Cronenberg, Yuzna, Lynch, Jackson… e non sono al corrente di questo “pompaggio mediatico” (anche perché qui un film del genere difficilmente lo fanno passare), per cui me lo mangio senza tutto il contorno che ha fatto storcere il naso a vari esegeti, qui o altrove. Lo prendo per quello che è, e mi ha fatto divertire. Sarà lo spirito del fanciullino che mi permette ancora di apprezzare certe cose. E sì, molte citazioni sono quasi sfacciate, per dirla in stile musicale a livello Oasis, ma a me gli Oasis sono sempre piaciuti.

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Il racconto dello show business e della mostruosità di chi lo guida (dal grottesco Dennis Quaid ai vecchi finanziatori che sembrano megadirettori fantozziani) sono gli elementi più scontati e ovvi di un film più interessato ad altro e che, forse proprio per questo, trasforma in deformata caricatura la realtà in cui si muove Elisabeth Sparkle. Molto più interessante mi sembra il trattamento riservato all’eterno tema del passare del tempo per una donna, che dà vita a un scontro feroce che, se parte da ovvi riferimenti come Jekyll/Hyde o Dorian Gray, arriva a qualcosa di più urgente. Non a caso, sia Elisabeth Sparkle che il suo doppio giovane Sue si sentono sempre dire, quando si accusano l’una con l’altra, ‘siete la stessa persona’. La donna o, restiamo sul generale, l’essere umano è il peggiore nemico di se stesso, ancora di più del mostruoso contesto in cui si muove.

Il film mastica qualsiasi cosa - La mosca, Society, Basket Case, il siero verde di Re-animator, Vertigo, Kubrick - e alla fine lo sputa addosso al pubblico. In fondo, quello che è stato fatto in passato e la fatica che c’è voluta per crearlo non contano più. A pensarci bene, la protagonista ha un nome e un cognome - Elisabeth Sparkle - che raccontano la propria storia, il suo doppio è invece soltanto Sue, non ha un passato e fa le stesse cose della Sparkle, ma ciò non le impedisce di apparire come qualcosa di nuovo.

Io l’ho visto in una sala molto partecipe e, nel cortile dopo la proiezione, le discussioni a piccoli gruppi erano molto accese e divisive. Non è poco, tutto sommato.

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Forse in questo preciso momento storico abbiamo bisogno di film così “facili”. In effetti non tutti hanno visto Society, Re-Animator eccetera, e il pubblico non è più abituato a metafore più sottili (sebbene ribadisco che c’è almeno una scena che funziona benissimo). Se alla maggior parte degli spettatori piace, un motivo ci sarà.

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Piaciuto moltissimo, peraltro qua a Torino sale piene. Un mix in salsa femminista fra La Morte ti fa bella, Cronenberg, Henenlotter e Yuzna. Bravissima la Moore, anche nei momenti più disgustosi ti strappa la risata (e l’applauso) per la grinta satirica del suo personaggio.

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a me il riferimento più diretto oltre a tutte le citazioni satellitari sembra the neon demon con molta meno spocchia e più buttato in caciara. che era peraltro a sua volta l’amplificatio ad absurdum di seventeen (non tanto il video ma il tema testuale). con eva contro eva a fare arbitrato.

in tal senso la fargeat non ha alcunché di eclatante o sconvolgente da dire. è più il come lo ribadisce del cosa. per me deve ancora mangiarne di pane e cinema per proporre qualcosa di innovativo, almeno sul fronte tematico-narrativo, ché a procedere per citazioni ammiccamenti e drag and drop semo bravi tutti. vediamo se è vero che la terza volta varrà per tutte.

Vero. Eva contro Eva è sicuramente uno dei riferimenti. Così come The Neon Demon, che però poi aveva una svolta e un cambio di punto di vista che portava da tutt’altra parte.

si la fargeat rispetto a refn non ha vivaddio ampollose pretese esoteriche e ha molto più controllo sulla forma. peccato non ne abbia ancora sulla sceneggiatura.

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Vado controcorrente anche io… la Fargeat non scrive … la Fargeat è forma e non sostanza… puri frame pop art.
La dance sincopata alla Oizo e qualche rimando a Refn…
Per il resto a me piace. Già Revenge era qualcosa di rivisto e ritritato… ma in un’era in cui le storie vanno mostrate più che raccontate lei si posiziona in modo molto videoclippato… il suo talento è sensualizzare la parte femminile… esagerandola…

Ripeto, storia inesistente o, meglio, un Luci della Ribalta misto a La morte ti fa bella che finisce nel body horror e nel body melt anni 80 purissimo… da Street Trash a Baket Case e il finale sembrerebbe tirar dentro anche La Cosa

L’ultimissima parte è l’unica cosa che non mi ha esaltato… parossismo puro. Poteva essere terminato molto prima… per il resto la Moore e la Qualley volano alto con le interpretazioni…

Il resto è lacuna di sceneggiatura… come già, se non erro, @rodar ha stilato una serie di domande che espongono la sceneggiatura “bucata” e “bacata”… aggiungerei

  • Come fa la Moore/Elizabeth a capire come funziona tutta la procedura medica dell’attivazione - rigenerazione etc (peraltro complicatissima) senza istruzioni di qualsiasi sorta???

Per il resto, Quaid ha proprio la faccia della carogna… e la cucina francese si rivela la solita fetecchia

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mi aspettavo qualcosa un po’ più intelligente e infatti avevo pensato inizialmente di mollare la visione
ma una volta riviste le aspettative devo dire che ci si diverte abbastanza, con questi effettacci certamente visti mille volte ma ottimi per una serata infasettimanale stanco e a cervello spento

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