The Zone of Interest (Jonathan Glazer, 2023)

con quattro film in 23 anni, Jonathan Glazer mi era subito piaciuto dal folgorante inizio di Sexy Beast - fermo immagine del pacco di Ray Winstone in orrendo microcostume da bagno con in sottofondo Peaches degli Stranglers.

Il nuovo lavoro, presentato a Cannes, si ispira liberamente al romanzo “la zona di interesse” di Martin Amis. Lo scrittore muore lo stesso giorno della premiere…

Girato tutto in tedesco, narra della vita gioiosamente bucolica della famiglia di Rudolf Höß, comandante del campo di concentramento di Auschwitz, tra picnic e risate dei figlioletti a due passi dai cancelli della morte, sotto le fumate nere dei camini dei forni crematori

Si legge su Hollywood reporter :

La residenza della famiglia è stata fedelmente ricostruita ad Auschwitz usando 10 telecamere comandate da remoto che riprendono contemporanemente gli attori
da angoli diversi senza utilizzare luci cinematografiche, il tutto si svolge prevalentemente in ampie inquadrature fisse sotto la luce naturale, stabilendo uno stile di osservazione distaccato che rende il tutto più agghiacciante.

si parla di ottima accoglienza al Festival, forse ci scappa qualche premio per Glazer
(fino ad ora sempre qualche passo troppo avanti per onori e riconoscimenti ufficiali)

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Su Olocausto e Nazi si è detto già tutto e il contrario di tutto, dalla exploitation più turpe e lercia al cinema d’autore più nobile e ricercato.

Indipendentemente da riconoscimenti più o meno di facciata piovuti a destra e a manca, uscirsene con un film del genere penso sia da premiare.

Quella che si definisce banalmente “ricostruzione storica” ben presto si rivela
per quello che è, “qualcosa” di sfuggente, alieno e raggelante come e più di Under the skin. E, visto il tema, per me ripeto è un risultato davvero notevole.

Spero solo che non passino altri dieci o venti anni per il prossimo Glazer.

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E’ già in rete.

Glazer cancellato a tempo di record, anche se mi viene da dire impossibile non si immaginasse l’effetto di certe affermazioni (che personalmente trovo sensate e condivisibili) proprio a Hollywood.

la lettera di scomunica la trovo un ennesimo tassello di un dibattito ormai tanto inutile quanto avvilente ma, cercando di rimanere nel merito dell’opera e del regista, per me il film non l’hanno visto manco con il cannocchiale

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Forse tutta questa gentucola al sicuro nelle loro belle ville losangeline, si dimentica che nel governo di Israele c’è un partito di estrema destra (in pratica dei nazisti) che afferma che tutti i palestinesi dovrebbero essere cacciati via da quella che è casa loro. E per quanto quello che ha fatto Hamas il 7 ottobre è semplicemente aberrante, questo non giustifica in alcun modo una reazione come quella del governo israeliano. Il fatto è che qui ancora si continua a fare un parallelo tra quei poveretti che vennero deportati e uccisi dal regime nazista e gli israeliani di oggi che non sono le stesse persone. Non mi sembra molto difficile da capire. E se a tutta questa gente brucia la poltrona sotto il culo è segno che sono tutti e sottolineo tutti in malafede. Non mi venissero a parlare di antisemitismo che è un’altra cosa. Certo, poi i pazzi li trovi sempre. Per quanto mi riguarda io sarò sempre dalla parte degli oppressi.

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Molte delle ipocrisie a cui accenni le condivido anche io, è una iniziativa proprio modesta

forse più interessante, anche ai fini di non venire cazziati per l’OT, il punto di vista
del regista di Son of Saul

un po’ troppo semplicistico forse, inciampando spesso nella retorica e non molto onesto intellettualmente quando entra nel merito di Zone of Interest

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A parte questo ricordo di un filmato visto a Combat film girato dal regime nazista in cui si vedeva non ricordo se Auschwitz o Birkenau, parlo delle cittadine, in cui la vita scorreva linda e pinta pur avendo accanto una macchina di morte. Nessuno che si chiedesse cos’era quella puzza che fuoriusciva da oltre a quei muri. Poi ci hanno pensato i sovietici a farglielo capire. Il filmato sarà durato un paio di minuti ma c’era tutto l’orrore necessario.

Dice saggio di nordest: anche signor Glazer, è lontano da Israele. Se vivesse da quelle parti, forse sarebbe il primo a impugnare un fucile e a urlare “Facciamo fuori quella fo**uta feccia nazista di Hamas,fino all’ultimo!”. Perché,cari signori, è molto,anzi troppo, facile essere “moderati ed equilibrati” stando a migliaia di chilometri di distanza. La cosa vale per Glazer,e pure per i forumisti tutti, sottoscritto incluso. Che non è ebreo,e non è mai entrato in sinagoga una sola volta in mezzo secolo di esistenza terrena. Meditate pure, traete le conclusioni,e continuate serenamente a cazzeggiare. Finché potete,anzi POSSIAMO…:roll_eyes::expressionless::smirk::black_heart:

eh il sasso l’ho lanciato io, c’avete ragione

ricazzeggiamo in topic…ehm…sta andando bene qui da noi, qualcuno lo ha visto in sala? com’è il doppiaggio? :cold_sweat:

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I protagonisti hanno la voce di: lui, Francesco Pezzulli. E quel cesso (nonché antipatica schifosa,da sputarle in faccia senza indugi. Giudizio meramente estetico,sia chiaro :nerd_face::smiling_imp:) della Huller,da Chiara Colizzi. Solitamente, più che brava…

Ma tutti questi posts per cosa? L’avete visto almeno? O anche qui a concionare stile umarelli di fronte al cantiere della Disney?

Comunque il film è bellissimo, da brividi, freddo, glaciale, un bel pugno nello stomaco. La riunione in cui discutono dei problemi di “produzione” è particolarmente agghiacciante, mi ha ricordato quella famosa Wannsee Conference. Ho letto la dichiarazione di Glazer che in parte condivido, non ancora la risposta di Nemes. Ma chiudiamola qui per favore, parliamo del film, dopo averlo visto.

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Io l’ho visto e m’ha lasciato abbastanza indifferente dopo aver visto le VERE immagini di Auschwitz. Non del campo di sterminio, ma della cittadina linda e pinta. Quello si che era vero orrore.

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Io apprezzo Rodar, anche perché talvolta fa il “lavoro sporco” al posto mio. Tipo,vedere certi film di cui posso fare a meno. DANKE…:smirk::cocktail:

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a me è piaciuto molto e poche volte mi è capitato di voler rivedere a breve distanza un film così e che non sia di puro intrattenimento

uno dei pregi più grandi per me è quello di aver catturato l’essenza apatica di Höss
(secondo me alla base anche, ma non solo, delle sprezzanti critiche alla presunta freddezza di Glazer), come testimoniato dal profilo dell’ufficiale nazista tracciato durante Norimberga dallo psicologo Gustave Gilbert

…Höss is quite matter-of-fact…one gets the general impression of a man who is intellectually normal, but with the schizoid apathy, insensitivity and lack of empathy that could hardly be more extreme in a frank psychotic

fra le sequenze memorabili, oltre a quella citata da @almayer

la sagoma di Hoss a cavallo, primo piano di profilo mentre la bambina si sgola urlando al padre

e

il salto “fuori dal tempo” alla fine, che ha avuto lo stesso potentissimo effetto su di me di quello che si ha quando si vedono le fotografie d’epoca con i volti e i luoghi e ci si sente come catapultati nella storia

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Tuttavia non si può dire che ci sia stato un effetto Oscar. Nonostante la I Wonder la scorsa settimana aumentò le sale fino a ben 537 (secondo me un’esagerazione) gli incassi si sono più o meno mantenuti nella media fatta fino a quel momento. Ora sta sui quattro milioni di euro di incasso. Non male ma forse si aspettavano qualcosa di più. Tenete presente inoltre che il film è già da un po’ disponibile in rete (non ci si può sbagliare, questi cosiddetti web-dl provengono tutti dalla Russia) perciò magari c’è pure chi l’ha recuperato così (come ho fatto io d’altronde).

Veramente anche Eli Roth ha firmato sta roba?
L’ho sempre rispettato ma da oggi può andarsene affanculo pure lui

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