Twilight of the Warriors: Walled In (Soi Cheang, 2024)

Dopo Limbo e Mad Fate, Soi Cheang ritorna ad un film di kung-fu più “classico”, in cui contrappone la vita comunitaria e solidale della città/ghetto Kowloon al mondo esterno dominato dall’individualismo e dalla ricerca del potere. La pellicola vive di questo e di altri conflitti come l’opposizione tra la vecchia e la nuova generazione di combattenti, il passato e la modernità, l’insalubre ghetto con i suoi vicoli labirintici e claustrofobici, ma colmi d’umanità, ben diverso dal resto della città asettico e impersonale.

Un film melanconico e nostalgico, che commuove per la capacità a trasmettere certi valori che sembrano in via di estinzione, in cui la comunità, l’amicizia e l’onore possono portare anche al sacrificio della vita, ovviamente non prima di uno scontro epico e brutale. Non mancano neanche la solita magnifica e personale fotografica con colori saturati e insolita attenzione urbanistica (rifiuti, cantieri, …) o la costruzione di personaggi all’apparenza monodimensionali, ma che attraverso pochi tratti diventano memorabili (il barbiere umanista di Louis Koo, il medico “sfigurato”, la bambina lavoratrice o lo sfaticato boss incarnato da un redivivo Sammo Hung).

Ovviamente fortemente consigliato!

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