Versioni italiane di film esteri: Lingua originale o doppiaggio?

Poi, come in ogni cosa, c’è sempre una terza via. In questo caso, quella russa.
Lasciano il film in lingua originale e un commentatore traduce quello che stanno dicendo gli attori e cosa sta succedendo. E’ sempre la stessa voce e con lo stesso tono, sia che sullo schermo ci sia John Wayne o Grace Kelly, sia che stiano urlando dopo una rapina o facendo l’amore.

Fantastici. Spero che la Spagna gli faccia tre gol :smiley:

Entrambi punti di vista molto interessanti, ma nessuno di voi due - mi pare di capire - è per l’originale senza se e senza ma.

Ma che sia un compromesso è pacifico. Però faccio fatica a credere che il pubblico coreano si illuminerebbe a sentire il “Tomo tomo cacchio cacchio” di Totò in lingua originale. Presumibilmente gli risulterebbe come una qualunque altra frase del film.

Sì, ma un film ha molte altre componenti oltre a dialoghi e recitazione; un libro è fatto solo di parole: se alteri quelle di fatto diventa un altro libro.

Beh, certo. Partiamo dal presupposto che le cose vadano fatte bene. Come qualunque caratteristica di un film anche il doppiaggio non è esente da critiche. Però sì, dal punto di vista dell’autore può sfavare che il lavoro venga rovinato da un aspetto su cui non ha alcun controllo.

Sì, effettivamente certi giochi di parole in lingua originale risultano intraducibili in altre lingue. Vale per Totò come per altri film esteri. In tal senso, pure i nostri doppiatori storici han fatto miracoli.

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a quanto pare un tempo doppiavano e pure bene.
non mi sono mai interessato a approfondire però tempo fa vidi dei film di Fabrizi/De Filippo (tipo famiglia Passaguai e simili) doppiati in modo perfetto.

Io non sono un talebano, anche se per anni ho cercato di vedere i film stranieri coi sottotitoli.

Per me è anche questione di abitudine: un film americano o tedesco doppiato non mi suona fasullo come uno giapponese, o coreano. Vedere questi fottuti musi gialli che parlano italiano è cosa diversa, ecco.

Ci sono comunque film - come il già citato La signora del venerdì, ma pure Casinò di Scorsese - che sono impossibili da vedere con i sottotitoli, si diventa scemi dopo i primi 20 minuti. Troppo dialogati.

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anche doppiati e senza sottotitoli rompono.
il miglior linguaggio del cinema è il muto.

E perché mai? Sei razzista: John Wayne doppiato si, i japs no.
Proprio ieri sera mi sono visto L’arpa birmana di Ichikawa (l’originale del '56)
nella versione doppiata in italiano, presente nel dvd General video, e vederli parlare in italiano
non mi ha fatto nessun effetto strano. Anzi, direi che vedere i pochissimi film giapponesi del passato
doppiati è una goduria, riesco ad apprezzare meglio il film, non essendo costretto ad abbassare lo sguardo
per leggere i sottotitoli.

Ebbene sì :swat:

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Il problema non è tanto lo straniamento di sentirli parlare in Italiano ma la goffaggine dei doppiatori. Li fanno dialogare secondo i nostri cliché di come dovrebbe esprimersi un “muso giallo”; un po’ come i dialoghi italiani dei “nigga” da ghetto mmmerigano. In tal senso, anch’io preferisco seguire i film orientali o comunque incentrati molto sullo slang in lingua originale coi subs. Comunque sì, certi film hanno dialoghi così fitti che seguire i sottotitoli diventa snervante.

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Dipende, generalmente mi va benissimo la versione italiana, tranne se è inascoltabile (tipo Dingo Pictures e simili).
In quel caso, la versione originale è ovviamente d’obbligo (senza sottotitoli se inglese, francese o spagnolo, o con sottotitoli se in altre lingue)

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Riapro il thread per un piccolo amarcord, il motivo per cui preferisco i film in originale è anche perché mio papà, da piccolo (anni 70-80), ci portava ad un cinema a Milano, il cinema-teatro Angelicum, in Piazza Sant’Angelo, che faceva solo film in lingua originale:

C’era una volta il cinema-teatro Angelicum, il Centro Cattolico fondato da Padre Enrico Zucca nel 1939 sito in piazza Sant’ Angelo nel centro di Milano. Dal 1946 la sala cinematografica si specializza nella proiezione di film in lingua originale e diviene un luogo molto frequentato dai cittadini stranieri che abitano in città e dagli studenti di lingue.

Il palazzo, credo di proprietà ecclesiastica, esiste ancora, ma il cinema no.

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Com’era avanti il tuo babbo! Forse immaginava già che avrebbe avuto un figlio cosmopolita che avrebbe viaggiato avanti e indietro per il mondo! Anche tuo papà aveva vissuto all’estero?

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Mah, io risolvo facile: il film me lo guardo in italiano la dove esiste il doppiaggio italiano. Se poi mi salta il ticchio di vederlo in lingua originale perché son curioso di sentire come parlano, me lo ascolto accussì. Ma giusto per curiosità personale

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Essendo cresciuto al cinema con le voci di Locchi, Barbetti, Ferrari, Gazzolo, Salerno, ecc. ho il default impostato sul doppiaggio italiano. Quando però incontro dubbing sul livello di quelli degli ultimi Argento il cambio lingua scatta imperioso.

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Beh, viaggiava spessissimo per lavoro, soprattutto in USA. Col risultato che c’ero già stato anch’io svariate volte prima dei dieci anni. Mi ricordo quando al piano superiore del 747 TWA c’era la lounge con gli sgabelli e i divanetti…

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Come scrivevo più indietro nel thread, è innegabile che il doppiaggio, in passato, fosse di alto livello, a volte altissimo, vedi Frankenstein Junior. Ma una volta i film uscivano in Italia a distanza di mesi rispetto all’uscita originale, dando il tempo necessario per fare un doppiaggio professionale, ormai da anni non è più così, i film escono in contemporanea (o quasi) ovunque, e la fretta ha abbassato la qualità.

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Sono parzialmente d’accordo. E’ vero che non abbiamo più una scuola di doppiaggio come nel passato dove per dare voce ad un attore straniero non era sufficiente avere una bella voce, dovevi essere un attore tu stesso. E’ vero che oggi escono dei film con doppiaggi che sono in grado di appiattire il tutto in modo deciso. Ci sono però ancora buoni performers quali Ward e Pannofino (ahimè, aquilotto) che ti consentono di eliminare senza fastidi il microlag tra la lettura del sottotitolo (o la traduzione mentale) ed il parlato.

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Assolutamente. Però ormai non riesco a tornare indietro, ogni volta che becco per caso un film doppiato in italiano mi sembrano le stesse voci delle fiction, terribili.

C’è anche il problema dell’adattamento, senza mostri sacri come Maldesi ti trovi dialoghi forzati e con inglesismi non tradotti che paiono un meeting di commenda e consulenti di Accenture

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Ho una domanda per coloro che amano e accettano il doppiaggio. Quando sentite Sofia Loren doppiata da qualcun’altra, o Gassman, o Mastroianni doppiato da Manfredi, o Toto’ doppiato da Carlo Croccolo, o Abatantuono terrunciello doppiato da Teo Teocoli, vi fa differenza? Oppure non ci trovate nulla di strano e lo accettate senza problemi?
Sono sicuro che gia’ immaginate la domanda successiva.