Giappone, colore, 106’
Il protagonista del primo film e’ ormai un acclamato eroe mondiale
dopo aver sventato un invasione aliena, ma è stato abbandonato dalla
famiglia proprio a causa dell’imprevista notorietà. Senza un ben
chiaro motivo (verra’ spiegato in seguito) si risveglia in un futuro
prossimo (il 2025, ci siamo quasi! :-D) scoprendo che la sua citta’
si e trasformata in: “Zebracity”, megalopoli governata da un dispotico
governatore che ha usato un metodo a dir poco eterodosso per garantire
la sicurezza dei cittadini: per cinque minuti al giorno: dalle 5 alle
5 e 5 e dalle 17 alle 17 e 5, ogni atto criminale viene
automaticamente amnistiato e speciali forze di polizia, agli ordini
diretti del governatore, spadroneggiano per le strade compiendo atti
di giustizia sommaria. Il nostro eroe non sa, pero’ che piccole sacche
di resistenza a questi abusi esistono e che, a capo di una di esse, c’e’ una
vecchia conoscenza che era stato tanto importante per la nascita di
zebraman…
Seguito del film del 2004 (ma ambientato nel 2010, anno in cui viene
girato il secondo film), dove il nostro grigio insegnante scopre di
essere l’eroe ritratto nella sua serie tokusatsu preferita da bambino.
La pellicola gode di risorse finanziarie piu’ consistenti del primo
film, e si vede nelle belle coreografie (sia dei balletti che dei
combattimenti, si ci sono entrambi :D), nelle scenografie, le numerose
comparse e nella computer graphics di qualità (per l’epoca). Tuttavia
quello che guadagna in confezione lo si perde -secondo me- nella
storia veramente illogica che mescola un po’ di tutto: dagli
scienziati pazzi, agli alieni , passando per citazioni di: “blade
runner”, “arancia meccanica”, e nei personaggi poco interessanti e
bidimensionali. Solo la maestria indiscussa del regista e tutte le
trovate divertenti che e’ riuscito ad infilarci dentro (unita volendo
anche ad un discorso filosofico di fondo sul bene e sul male inusuale
per i canoni occidentali) riesce a rendere la pellicola sempre
gustosa, ma di certo non e’ il film del regista che mi porterei nella
tomba.
Ciao!
C.