ZEN - Zona Espansione Nord (Gian Vittorio Baldi, 1988)

Regista difficile da inquadrare, questo Gian Vittorio Baldi. L’unico suo film che mi è piaciuto davvero, coinvolgendomi al 100%, è Fuoco! Eppure tutte le sue opere che ho visto le ho trovate interessanti, sebbene forse non del tutto riuscite (parlo per esempio di La notte dei fiori e L’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale).
E lo stesso discorso vale pure per questo ZEN.
Docufiction ante litteram, quando il genere non andava ancora di moda, il film ricostuisce tramite degli attori situazioni e personaggi reali del quartiere Zen di Palermo; un quartiere nato in modo artificiale, edificato parzialmente (senza fogne, senza elettricità), abitato da gente umile e povera che aveva bisogno di alloggio; un progetto urbanistico mai realmente portato a termine.

Zona di Emarginazioneⁿ

Droga, violenza, abbandono, povertà, sporcizia e malavita: ecco ciò con cui ci si confronta quotidianamente vivendo all’interno di questo contesto.
Il film ci propone dei momenti, degli sprazzi di vita vissuta. Tutti i personaggi rappresentati ruotano intorno alla parrocchia, unica organizzazione pseudo-istituzionale presente sul territorio, che con enormi sforzi e con risultati sconfortanti cerca di tamponare l’assenza dello stato in un territorio dimenticato da chi governa la città.

Al tempo stesso però il film è imperfetto, indugia troppo in sequenze e situazioni che già con qualche inquadratura ci erano apparse chiare, che già ci avevano impattato, risultando troppo lungo, disperdendo la nostra attenzione, appesantendo la visione. Tendenzialmente le parti docu sono più riuscite ed efficaci delle parti prettamente fiction.

In ogni caso comunque arrivare in fondo è uno sforzo. Ma tirando le somme ne vale la pena.

Mi sono chiesto se il quartiere versa ancora in condizioni così disastrose o se qualcosa è cambiato. Ho trascinato l’omino di street view in qualche via a caso e sembra che la situazione in effetti sia un po’ meno estrema. Poi però inizi a vedere qua e là trascuratezza, abbandono, monnezza. Mi dico allora: “Andiamo a vedere come sta messa la chiesa, che era al centro di tutte le vicende del film”.

Il fronte ancora ancora ci stà, sebbene si noti una certa incuria

Ecco a voi invece il retro

Questo per dire che bisogna sempre tener presente quanto siamo fortunati ad essere stati concepiti, generati e partoriti in un posto anziché in un altro. E non stiamo parlando di Burundi vs Danimarca, ma di zone di una stessa nazione potenzialmente a pochi chilometri di distanza l’una dall’altra.

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