anche questo titolo si deve essere perso nella nebulosa d’orione
i prodromi della realtà virtuale e l’antesignano dello squid
l’idea che sta alla base del film (un mcchinaruio capace di registrare i pensieri i sogni le emozioni legate alle esperienze viste e di trasmetterli corticalmente agli altri - un’idea che verrà in parte perfezionata in dreamscape) era di quelle concorrenziali e con tutte le carte vincenti in mano per garantire un apex estetico tecnico visivo formale emotivo da infarto, considerato che alla regia c’è il responabile degli f/x di 2001. peccato che il regista affoghi tutto in un mare di verbosità che rende collosa la narrazione. a dargli il colpo di grazia, la morte verso la fine delle riprese di nathalie wood, che portò a rimaneggiamenti e tagli da parte del regista e a un tentativo di congelare il film da parte della MGM.
nato non proprio in grandissima salute, invecchiato molto male, resta comunque ancora oggi vagamente interessante. meriterebbe un remake, magari più spettacolarizzato e spedito.