Hannibal (serie tv) - 2013

Parte stasera alle 21:10 su Italia 1 la serie tv scritta da Bryan fuller sul famosissimo Hannibal Lecter.
Premesso che ho visto tutta la prima stagione (13 episodi) in inglese e sottotitolata, devo dire che ha spazzato via in un attimo tutte le mie perplessità iniziali fin dalla prima puntata.
Immaginare un nuovo Hannibal non interpretato da Anthony Hopkins poteva sembrare un’eresia ma invece il glaciale Mads Mikkelsen si è rivelato, a mio parere, davvero perfetto. E’ Un Hannibal più giovane e brillante che già coltiva la sua nota passione per la buona cucina (a base di carne umana) e che si mette in mostra per le sue incredibili capacità di penetrare gli ambiti più reconditi dell’animo umano. Di ciò se ne accorgerà il giovane profiler dell’FBI Will Graham (anche qui l’attore Hugh Dancy fornisce una prova molto convincente), chiamato a risolvere casi di omicidi efferatissimi e fortemente richiesto dal capo del dipartimento di scienze comportamentali John Crawford (Laurence Fishburne) per l’incredibile empatia che Will riesce ad instaurare con i serial killer, arrivando al punto di immedesimarsi in loro e “rivivere” i loro crimini come se li stesse commettendo lui.
Inizialmente Hannibal è un po’ in disparte ed è chiamato ad aiutare Will nella compilazione del profilo psicologico di un rapitore di giovani studentesse (si scoprirà che il suddetto, oltre a rapirle, le mangiava anche).
Quasi in ogni puntata Will sarà chiamato a risolvere un nuovo caso, con l’insospettabile Hannibal che comincia a tessere la sua tela di morte.
Gustosi i cameo di Lance Henriksen e soprattutto di Gillian Anderson che comparirà brevemente in alcune puntate nei panni della psichiatra di Lecter.
I personaggi sono ispirati al romanzo di Harris “Red dragon” (che ha goduto di due versioni cinematografiche, “Manhunter-Frammenti di un omicidio” di Michael Mann del 1986 e “Red dragon” del 2002 di Brett Ratner) ma la storia è totalmente diversa. Scordatevi di tutto ciò che avete visto al cinema e approcciatevi alla serie con disincanto.
Personalmente la trovo bellissima, incredibilmente raffinata e cerebrale e fotografata divinamente.
Chissà cosa combinerà Italia 1 con i tagli (vista la programmazione in prima serata e viste alcune scene toste sono piuttosto pessimista).
Per l’autunno del 2013 è stata già annunciata la seconda stagione negli USA.

Beh il personaggio di Lecter lo hanno sputtanato in tutti i modi possibili, Harris in testa, con Hopkins e senza, quindi ben venga una riproposizione che ne risollevi un po’ le sorti. Poi a me Mads Mikkelsen piace molto (per contro sono refrattario alle serie, con poche eccezioni).
L’importante è che mantengano la figura di Lecter sullo sfondo perché è lì che funziona bene proprio per le sue caratteristiche, un mentore oscuro come avveniva nei primi due capolavori di Thomas Harris.Quando invece ne hanno fatto un protagonista in libertà si è inevitabilmente trasformato in una specie di super checca dai poteri paranormali. Sperèm.

Il protagonista assoluto è Will Graham, su questo non c’è dubbio. Hannibal sembra quasi una figura marginale ma il suo disegno si rivelerà alla fine della stagione.

L’attore che interpreta Graham di primo acchitto non mi convince del tutto, Graham è un personaggio tormentato fino alla disperazione più nera (caratteristica secondo me mai colta appieno né da William Petersen e men che meno da Edward Norton), ma forse l’aria giovane e fragilina può essere quella giusta.
Lawrence Fishburne come Jack Crawford non lo avrei mai immaginato ma nel paio di clip che ho visto mi ha convinto subito, bravissimo.
Nota veramente negativa e tutta italiana, il doppiaggio di Mikkelsen affidato a Roberto Pedicini (quello dei Bastoccidi Fiddus per i Capitadi di Dobadi), mamma mia!
Magari mi vedo la prima puntata in italiano e se mi garba rimedio la serie in originale.

Visti gli ascolti bassi (peccato!) Italia 1 sta già proponendo da giovedì scorso 3 episodi alla volta.
In pratica puntano a farla finire presto.
Quindi ci saranno solo altri 2 appuntamenti (episodi 8, 9 e 10 giovedì prossimo e 11,12 e 13 il giovedì successivo).
Fortunatamente la stanno almeno trasmettendo senza tagli censori. Non l’avrei mai detto.
Serie magnifica.

Ho visto solo le prime due puntate e devo dire che mi ha convinto. Malgrado qualche libertà rispetto al romanzo Red Dragon atmosfere e personaggi sono abbastanza fedeli e gli attori decisamente in parte. Non mi sorprende riscuota pochi consensi: non è una serie all’insegna dell’umorismo nero come Dexter, le atmosfere cupe e nerissime ricordano semmai Millennium. Che infatti andò malissimo, presumo per le stesse ragioni.

Infatti. E tu sai quanto io ami Millennium e il grande Frank Black (personaggio, per certi versi, simile a Will Graham).

Io la sto seguendo ma sinceramente mi è sembrata deludente.
O meglio, dopo i primi quattro episodi ero molto deluso, invece mi pare che con gli ultimi tre la serie abbia preso un po’ quota, anche se non ne sono sicuro perché questi ultimi li ho visti a spizzichi e bocconi causa altri impegni.

La serie è sicuramente raffinata e tecnicamente ben fatta, in linea con gli standard attuali, e ho apprezzato l’evidente mancanza di tagli censori. I protagonisti maschili sono tutti bravi: Lorenzo Bruciapesce è un ottimo Jack Crawford, Mads Mikkelsen con quella faccia è del tutto inquietante di suo e alla fin fine anche Hugh Dancy è abbastanza convincente come Will Graham. Premetto pure che mi intrigava l’idea di rileggere i personaggi di Harris prendendosi anche molte libertà, non avevo preclusioni in quel senso, ma nonostante questo la serie mi è sembrata piatta e poco coinvolgente.

Il problema principale, che immaginavo, è proprio legato alle necessità della serie di reiterare certe situazioni che così però perdono inevitabilmente forza. Nei primi romanzi di Harris, Will Graham è un personaggio molto stimato perché è l’unico che sia mai riuscito a catturare due serial killer, cioè Garrett Hobbs, alias il Gufo del Minnesota, e Hannibal Lecter, entrambi nella serie poi quando cattura anche Francis Dolarhyde, finendo sfigurato e in rovina, diventa una leggenda.
Le indagini descritte da Harris sono, del tutto credibilimente, lunghe, complesse e umanamente devastanti, soprattutto per Will Graham con la sua empatia fuori scala e il suo ingombrante immaginario. Nella serie invece Graham è uno schizzato che si trova a risolvere quasi un caso a puntata, peraltro in modo molto sbrigativo e con poteri paranormali da deus ex machina. Meglio sarebbe stato fargli affrontare pochi casi sviscerati - è il caso di dirlo - su più puntate, perché così la cosa ha il sapore di una routine poliziesca che fa della serie una specie di CSI Quantico in salsa dark.

Lecter è troppo presente e come temevo il personaggio ha tutte le caratteristiche nocive sviluppate da Harris nei suoi libri peggiori, cioè è rappresentato come un dandy gaio che passa il tempo a spadellare e ad annusare profumi e aromi. Francamente le scene in cui organizza cenette tête-à-tête con Jack Crawford sono imbarazzanti. Inoltre non c’è una sua linea di dialogo che si faccia ricordare, certe volte sembra Freud for Dummies.
Lo ripeto, Lecter è un personaggio che funziona solo quando è chiuso in una cella di massima sicurezza, e per parlargli i detective devono scendere tremanti nel più remoto sotterraneo del manicomio, con tutti i riferimenti psicanalitici e mitologici della discesa agli inferi, della Sibilla e chi più ne ha più ne metta. All’'aria aperta è quasi una macchietta.

Altro lato negativo, tutta la controparte femminile: i personaggi letterari dello psichiatra Alan Bloom e del laido giornalista scandalistico Freddy Lounds sono stati femminiizzati, ma in modo osceno. Il brillante psichiatra di mezza età è diventato una modella trentenne e il giornalista una blogger - come se un blog scandalistico nel 2013 avesse lo stesso peso di un giornale a tiratura nazionale negli anni '80 - entrambe personaggi senza il minimo spessore o credibilità. Le stesse attrici sono veramente scarse, soprattutto la roscia Chorostecki, totalmente inespressiva.

Come dicevo però, gli ultimi episodi trasmessi, che ho visto con un occhio solo, mi sono sembrati migliori, non fosse altro che si è tornati al primo Harris. Il personaggio della recluta buttata da Crawford sul campo è infatti chiaramente un misto fra Clarice Starling e lo stesso Graham, visto che nei romanzi è lui che smaschera Lecter grazie al dipinto dell’Uomo Ferito per poi finire sventrato dal dottore con un coltello da linoleum.
E niente, io per le serie ho una vera idiosincrasia e questa ne è l’ennesima conferma. Comunque continuerò a vederla fino alla fine sperando che evolva in qualcosa di meglio.

Beh, un tipo come Grillo ha costruito le sue fortune su un blog che fa tendenza e informazione (seppur di parte) quasi più dei giornali tradizionali.

Sì ok, ma qui si parla di una ragazzina che da sola tira avanti un blog scandalistico in grado di far tremare l’FBI, ma su.
Il Lounds originale con il suo Tattler - che era una specie di Cronaca Vera - aveva una funzione una tantum, veniva usato come esca e faceva la fine che faceva, qui si è cercato di infilare a forza un personaggio femminile ricorrente, e che la cosa sia pretestuosa è evidente dalla totale mancanza di profondità del personaggio.
Peraltro la cosa è ancora più goffa perché si è voluto banalmente attualizzare il giornale col blog ma poi (sbaglio?!) non si fa menzione dei social network o di cose come youtube, che con il loro tam tam idiota sono forse il vero equivalente attuale dei giornali alla Cronaca Vera.

Vorrei precisare che Lecter è sempre stato un dandy raffinato e amante della gastronomia, fin dal romanzo Red Dragon. E che Graham all’epoca delle indagini sul Gufo era davvero schizzato, tant’è che finì in terapia. Poi è chiaro che come dicevo tante libertà rispetto alla serie romanzesca ci sono, fargli acciuffare un omicida a puntata fa veramente troppo serie tv.

Non è proprio così. Ne hanno presi 4 in 7 puntate.
E da qui alla fine ne prenderanno un altro paio.
Su 13 episodi totali non è così scandaloso, è pur sempre una serie tv. :wink:

E’ che il caso di solito si apre e si chiude nella stessa puntata, con passaggi bruschi a suon di botte di genio e visioni di Graham, che aveva sì le sue capacità, però così è troppo. CSI appunto, più che le lunghe indagini di Scienza del Comportamento.
Comunque avete ragione, è che a me le serie non piacciono proprio per questo motivo, per la inevitabile ripetitività che alla fine riduce tutto a cliché (e questo vale anche per il Lecter cuoco-dandy, che ancora un paio di spadellate e lo mettono a condurre uno show assieme alla Clerici).

cancellata
http://tvline.com/2015/06/22/hannibal-cancelled-nbc-season-4/

Questa serie è finita da tre anni. Ne vedevo qualche spezzone, diciamo casualmente, e mi pareva assai ben girata, con un Mikkelsen decisamente in parte e convincente. Naturalmente, da noi non è mai uscito nemmeno uno straccio di dvd. All’estero, sguazzano in lussuose edizioni br. Vai così, Italia…

A me è piaciuta molto, scarsa verosimiglianza a parte lui è il migior Lecter apparso sullo schermo. Poi questa sorta di amore malato che lo lega a Graham è affascinante, come la cornice decadente che lo accompagna per tutt’e tre le stagioni. Farne una quarta non avrebbe avuto senso, il finale è giuto così per me.

Arrivatomi il cofanetto br UK con tutte e tre le stagioni, ancora la settimana scorsa. E in 6 giorni, ho già finito di vedere le prime due. Che dire? Non “dirompente” come un “The shield” o “epocale” come “X-files”, ma sicuramente una serie di caratura superiore. Per qualità di messa in scena, dialoghi e interpretazioni. E qui appunto il danese Mikkelsen non delude, col suo Lecter raffinato ed elegantissimo, cuoco sopraffino, e all’occorrenza feroce assassino. Perfino Hugh Dancy, che inizialmente consideravo un Graham fin troppo “fragile”, è in realtà il perfetto contraltare (spalla e nemesi al tempo stesso…) alla diabolica e gelida intelligenza del dottore. Il finale della seconda stagione, poi, è qualcosa di realmente “radicale”, allucinante. Vedremo se la terza è all’altezza delle precedenti…
P.S. Ben lieto di aver ascoltato Mikkelsen in originale, col suo inglese di sicuro eccellente ma non proprio “madrelingua”. Mi venivano alla mente alcuni validi doppiatori italiani, durante la visione. E Pedicini non è fra questi.