Joker: Folie à deux (Todd Phillips, 2024)

visto e mi dissocio radicalmente da tutta la tiritera dei piagnoni che urlano all’alto tradimento da parte di phillips, wikitheory inclusa (della quale però trovo molto interessante la semiotica applicata su lee/gaga - effettivamente una lettura centrata): anzitutto arthur nel film precedente non è congenitamente cattivo e non ha indole criminale: lo diventa suo malgrado, vittima di circostanze e pressioni interiori come esterne. nel finale si accosta all’antieroismo di v per vendetta (ma senza consapevole istigazione plebiscitaria) o all’eliot di mr robot (un altro grande intenditore di dissociazione psichica) più che a un criminale. per cui è perfettamente logico che in un penitenziario dove sta tra l’incudine degli aguzzini e il martello di prigionieri marci fin nel culo gli sfoghi che poteva avere da cane sciolto vengano soffocati e si risolvano in allucinazioni canore da star system. per contro anche chi lamenta che il regista l’ha troppo umanizzato ricorda poco e male joker, in cui arthur era profondamente ferito e confuso come solo chi è troppo umano può esserlo.

ma soprattuttissimo: in joker la massima ambizione di arthur era l’arte. desiderava sopra ogni altra cosa essere una star, aveva velleità da stand up comedian. queste vengono qui fatte esplodere all’ennesima, anche se più nell’ottica schizofrenico-protettiva della selma di dancer in the dark. per cui anche su questo fronte non credo si possa tacciare più di tanto phillips di incoerenza o lesa maestà. il problema è tutto di chi ha frainteso il primo film, vedendo in arthur chissà quale leader fuorilegge scambiandolo per il medesimo joker canonico di nolan o burton. e a quanto pare sono stati purtroppo in tanti.

non arriverò a dire che mi è piaciuto più del primo, che si poneva anche come un knock-off della saga batmaniana oltre che di re per una notte (la sola cosa forse che il regista decide di lasciarsi per sempre alle spalle), però quanto a godimento ci sono grossomodo andato a pari. il film ovviamente è per il 90% phoenix, nomen omen: titanico, immenso, mostruoso, incomparabile nei cenni tic sfumature positure movenze toni timbri, oltre a rivelare un’attitudine canora da crooner rodato (che a tratti ricorda pure tom waits): phillips da vecchio lupo lo valorizza confinandolo nel primo piano quando parla ride tace (per inciso: commovente anche in quest’ultimo caso) e nei campi lunghi quando deve far parlare il corpo. lady gaga buca e non sono affatto concorde con chi la allinea attorialmente a madonna. vale molto di più come attrice che come cantante. curioso ora di vedere come si emanciperà da questo dittico e se in futuro farà opere altrettanto dense.

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