L'esorcista del Papa (Julius Avery, 2023)

Mi era stato fortemente sconsigliato di guardare questo film, e le recensioni lette in giro erano avvilenti; ma io non ero del tutto persuaso, per fortuna.

Chiariamo subito un paio di cose: non sono il tipo che ama intrattenersi guardando film brutti per riderci su né qui siamo di fronte a un so bad it’s good.

In realtà il film ha una scena iniziale (l’esorcismo col maiale) che ho trovato stupenda, e il Calvin Candie dentro di me ha pensato:
“Ok, avevi la mia curiosità, ora hai la mia attenzione.”

Ho definito la scena iniziale dell’esorcismo stupenda.
Be’, stupenda nella sua cialtroneria.
Il film è infarcito di cialtronerie, piccole e grandi, ma in maniera così spudorata da sembrarmi quasi fanciullesca.
Ma sono poi cialtronerie?

Non lo so; ogni singolo atto, ogni scelta musicale, ogni scenografia, battuta, inquadratura, smorfia dei personaggi, è così stereotipata che mi sono reso conto che forse stavo assistendo a quello che voleva essere una specie di fumetto. Un cinecomic, ecco.

Per intenderci, questo film sta a “L’Esorcista” come “Vampires” di Carpenter sta a un qualsiasi Dracula.
Attenzione, parlo di impostazione e non di valore assoluto.

Padre Amorth è un eroe/antieroe, che fa le battute e si scola una fiaschetta di whisky - per togliersi la polvere dalla gola, come Tex Willer; la stessa lambretta che usa non ha niente a che fare con gli stereotipi sugli italiani, è piuttosto la sua Batmobile, se vogliamo.

Proseguendo: non ci scommetterei su una grossissima cifra ma secondo me il regista conosce il nostro “Le notti del terrore” perché in una scena vediamo il bambino che dorme a letto – sua madre è appena passata per dargli la buonanotte – e improvvisamente spalanca gli occhi. Vi ricorda qualcosa?
Aggiungete il fatto che più tardi vedremo lo stesso bambino in versione peterbarkindemoniata agguantare una tetta della mamma e rimproverarla di non averlo mai allattato.
Insomma, il film sembrava avviarsi in una direzione alquanto promettente.

Invece poi si allontana dal fumetto e prova a fare l’horror, e qua purtroppo finisce solo per sembrare un Amityville sotto steroidi, per quanto di carne al fuoco ce ne sia tanta, tra pozzi pieni di teschi e Santa Inquisizione e qualche tetta e un po’ di squisito dirty talking.
Però, gli attori non sembrano tanto convinti.
Noi spettatori sicuramente non siamo tanto convinti.
Il diavolo stesso non sembra tanto convinto.

Poi nel finale si cerca di alzare un po’ il tiro - anche se purtroppo non tanto quanto avrei voluto; comunque non mancano Madonne (be’, una, letteralmente la Madonna) e demoni che esplodono lasciando una pozza di sangue, Russell Crowe che levita e infine: il diavolo sconfitto. Eh, cosa vi aspettavate?

Ma attenzione, nel mondo ci sono altri 199 diavoli o qualcosa del genere e rieccoci al cinecomic: padre Amorth e il suo nuovo amico e collega padre Esquibel, novelli Batman e Robin, ricevono l’incarico/investitura dal vescovo Lumumba/commissario Gordon.
Voglio dire, mancava solo l’Amorth-segnale – magari un crocifisso proiettato nel cielo alla bisogna.

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