L'Hard pioneristico italiota più estremo...

Ansiosissimo di immergermi nella guida di Grattarola&Napoli - purtroppo manco ancora di competenze adeguate in materia - mi rivolgo ai già bene informati:

Qual è l’hard pioneristico italiota più estremo? Insomma, quello in cui nefandezze di vario genere si intrecciano nel modo più urlato e disgustoso?

Giusto una curiosità…Fatemi sapere.

Poh,io ricordo che A.N. menzionava un pornazzo con Marina Lotar e Gabriel Pontello,a base di scene zoofile,scatologiche e altre prelibatezze.Mo’ non ricordo se s’intitolasse Bestialità o che so io,in ogni caso non l’ho mai visto quindi non so se fosse davvero così duro.C’è chi dice che anche i porno di Cavallone fossero piuttostro crudi,soprattutto Baby Sitter.

In Morbida Marina ci sono cavallo, cacca, pipì e Marina Lotar.

Gabriel Pontello non saprei, non so riconoscerlo :oops:

I due hard più estremi della golden age italiana (1979-1984) sono due film con Marina Frajese: “Morbida… Marina e la sua bestia” (zooerastìa, pissing, anal, doppia simultanea, linguaggio dirty, ecc.) e “L’amore e la bestia” (zooerastìa, pissing, shitting, anal, ecc.).

absolut!

Benché fuori tempo massimo Luigi Atomico e la sua eroina-feticcio Vittoria atomica del sesso li manda tutti a pulire il sottoscala. si parla di forbice temporale recente (early 90s), ma restano comunque eccessi mai impressi in italia. reperire per credere.

Se risale agli anni 90 non manda a pulire proprio niente, visto che oramai s’era fatto e visto di tutto nel panorama dell’hard-core estero. Qui parliamo dell’inizio anni 80, quando per fare scene anal in Italia bisognava contattare attrici francesi perchè quelle nostrane si rifiutavano. Figurati un po’ quindi mostrare scena scatologiche o zoofilia… per il periodo trattato valgono sicuramente i titoli sciorinati da A.N.

io ricordo che vidi una vhs hard sul finire degli '80 intitolata Marina e le sue bestie…con scena hard con cavallo.

Magari era uno dei film sopracitati, con titolo modificato (con le VHS porno accadeva spesso). O magari un altro film realizzato con spezzoni da pellicole precedenti (io con Marina ne ho visto uno ambientato ad Acireale, con scene “equine” apparentemente estranee al resto del girato e probabilmente estrapolate dai film citati da te e A.N.).

non credo, sai. prova a dare un’occhiata a baccanale, il polipo o mestruazioni e sappimi dire. sbaglierò, ma che mi risulti, fino ad allora eccessi come -per dirne uno su tutti- il sangue mestruale ingerito non si erano mai visti in un hard

resta il fatto, cmq, che le produzioni “Atomiche” non appartengono al periodo del porno pioneristico italiano.
magari, con qualche sforzo, si potrebbe parlare di “hard sperimentale” se si tenessero in conto le “ambizioni” del regista in questione, Luigi Atomico.

cmq esiste un thread su codesto personaggio LINK:
:wink:

Heheh, al peggio non c’è mai fine. Però, ammettiamolo, oggi l’hard può concedersi di tutto; oramai pure i video amatoriali offrono spettacoli estremi per tutti i palati. L’argomento del thread è quale fra i porno pionieristici italiani si può considerare più estremo. Considera che il periodo preso in esame è quello fra la fine degli anni 70 e la prima metà degli ottanta, quando mostrare certe cose non era così disinvolto, certi film li sequestravano proprio. Per l’epoca i film zoofili/scatologici con la Frajese erano il massimo del proibito; è ovvio che oramai possano apparire datati rispetto a prelibatezze anni 90 come quelle che citi tu. Ma sarebbe come affermare che la scena della doccia in Psyco è poca cosa rispetto alle truculenze degli splatter odierni; senz’altro vero, ma per l’epoca il film di Hitchcock osava parecchio. Comunque ogni epoca ha avuto i suoi estremi, anche nell’ambito hard-core; c’era un regista americano di cui mi sfugge il nome (John Holmes era solito frequentare i festini della sua villa, a base di cocaina e sesso selvaggio) specializzato in robette sado-maso che pare colpissero duro (famigerata la scena di una zoppa che scopa un’attrice col moncherino della gamba, per dire la fantasia di certe sue produzioni).

Qui potrei scrivere 10 cartelle piene zeppe di considerazioni sull’interessantissimo off-topic che sta prendendo piede qui.

Tranquillizzatevi comunque, è Natale, io sono più buono che mai e l’argomento è di quelli che mi tolgono la voglia di pandoro di dosso.

Quindi solo due paroline.

La differenza avvertita da me, come spettatore, fra gli hard dei settanta (ancor più di quelli “ottantoni”) e quelle produzioni che avete nominato, non è poca.

Gli hard dei settanta sono tuttora insuperati per fantasia messa in scena, messa in scena stessa, interpretazione degli interpreti.

E’ sì incontestabile che la sensibilità dello spettatore sia la sua e non quella del critico, ma provate a guardarvi -in piena serenità con voi stessi - una produzione amerlocca con gente del calibro di Jamie Gillis, Gloria Leonard, Eric Edwards e la semi-leggendaria “Long Jeanne Silver” (la tizia di cui parla Tuchulcha).

Se i settantoni lasciano ancora oggi di stucco (eccome!) mentre quei manifesti di bassissima macelleria targati 90 intristiscono l’animo, questo lo si deve sostanzialmente alla mancanza di affabulazione e alla veridicità dell’interpretazione, cosette che i “registi” dell’estremo “recenti” hanno completamente dimenticato a casa. E senza giustificazione.

Con “affabulazione” intendo quel feeling, quel passaggio di emozioni che si crea mediante i contenuti raccontati. La consapevolezza della favola, appunto, che si dovrebbe stabilire fra il “narratore” e il “lettore”.

Pure il buon Aristide, nel pieno della sua genuinità e semplicità, rammentava l’importanza dell’“entrare nel personaggio”.
A mostrare “ingrandimenti” della realtà, a spostare lenti focali e a tingere il rosso SON CAPACI TUTTI.

E’ così che una schiera di scimuniti, armati di Sony-handycam e di “supponenze scioccanti”, s’è messa nella zucca di fare “film estremi”.

Filmare “da vicino” liquidi organici, squartamenti, “innaturalità” varie ed assortite non è per nulla metter su una “favola” - e quindi un film - ma semplicemente voler dare un’intenzione diversa alle centinaia di filmati di medicina scientifica che già giravano da decenni per le università.

Pure l’estremo ha bisogno di poesia e misura, anzi ne ha più bisogno del resto.
La “quantità”, libera di autogestirsi e senza nessuna presa di coscienza della “qualità”, porta solo all’inutile o a certe divagazioni matematiche sul “caos” o sull’entropia.

Ma li avete visti quei “filmati” artistici di quel signore?

Una serie di comparse - persone raccattate per strada, per nulla in cerca d’autore ma solo del soldo - un bosco, dei pingoni di gomma, pali o altri oggetti enormi, qualche mascherina che non fa per nulla Venezia di Roiter, “mosse” senza senso, “ingurgitamenti” senza senso, tristezza a fiumi.
La tristezza è data dal fatto che, sebbene la “finzione” sia del tutto palpabile, manca del tutto la presa di coscienza della storia.
Ci sono questi tizi, senza il minimo interessamento in ciò che fanno, in un contesto bizzarro e del tutto “staccato” dai personaggi stessi, dediti a faccende ancor più “estranee” da qualsivoglia logica narrativa.

In un immenso slancio di bontà (invero solo di scemenza) potrei pure pensare ad alcune attinenze con la logica delle “installazioni”. Quelle creazioni artistiche che ricercano il loro senso nel rapporto fra l’oggetto e lo spazio in cui è posto l’oggetto stesso.
Ma alla fine, purtroppo, cedo al credo di un misero prodotto mosso esclusivamente dalle più misere intenzioni da porno-shop dei giorni nostri: occupare un angolino di prestigio fra tanta roba apparentemente poco variegata. Sfruttando l’ignoranza (forse) degli abitué di quegli spacci.

Ho finito, ora me ne torno al mio pandoro di bianca polvere ricoperto!

Ringrazio Marcellus Wallace per avermi ricordato il nome dell’attrice americana di cui sopra. Condivido ovviamente i contenuti del suo post; del resto, i porno più estremi spesso sono i meno belli, dal momento che la volontà di spingersi “oltre” finisce col rendere trascurabili eventuali ricerche estetiche (che nel porno della golden age non mancavano - un po’ meno da noi, dove le produzioni cialtronesche e sgangherate inizio anni 80 avrebbero reso arduo lo sperimentalismo di autori esteri come Gerard Kikoine o Radley Metzger).

altolà. nessuno qua accusa quel signore di genialità o di altissima poesia, e credo sia pacifico che trovare valenze artistiche, estetiche o narrative nel suo operato sia un ozioso incaponirsi a voler cavare sangue dalle rape (da non leggersi in inglese :smiley: )

la posta in gioco del topic a partire dal titolo è il mero dato estremo. a quello mi sono attenuto. che poi si tratti di epater le bourgeois o di accattivante flou ruffiano son maniche di altra camicia. così come indubbiamente l’ho fatta fuori dal vaso spostando l’asse temporale agli early 90’s (ma non mi pare sia stato specificata una precisa forbice temporale cui attenersi). però, se si vuole parlare di pionerismo di per sè, credo sia indubbio che atomico abbia azzardato cose mai fatte -credo neanche all’estero, se si eccettua la serie sperrgebeit- fino ad allora. che poi sia un velleitario, un poseur, un mentecatto o un geniaccio è davvero altra questione.

e comunque se la vogliamo buttare sull’arte, pur convidendo parzialmente quanto affermi circa le sostanziali differenze di approccio e stile -nonché di cura narrativa e tecnica- tra ieri e oggi, non è che ci si commuova davanti a marina lotar e che si possa parlare di arte, eh…

Per “pionieristico” intendevamo più che altro il periodo preso in esame, la prima metà degli anni 80. In tal senso l’autore da te citato è fuori tempo massimo, se il thread fosse incentrato sull’hard italiano più estremo in assoluto (senza limiti cronologici, dunque) ce potrebbe sta. Quanto alla commozione per l’artisticità della Lotar, fidati: ho conosciuto aficionados che trattanto le sue videocassette zozze come reliquie… :smiley:

Il thread no… ma è sottinteso dato che l’intera stanza è temporalmente definita:
Cinema Hardcore > Hard sensation
Il cinema XXX anni 70-80 e i suoi protagonisti

Anche il thread è circoscritto, mi pare: Opossum chiedeva lumi su hard italiani pionieristici, quindi mi sembra evidente che parliamo dei primi anni 80. :wink:
Cmq mi terrò alla larga per sempre dalle schifezze di questo Atomico… :smt039

ok ok corro a farmi lo shampoo con la cenere :toimonst:

Eccoli

  • AAA CERCASI RAGAZZA TUTTOFARE 1986 - M. Bronzoni (dove un attore si fa letteralmente defecare in bocca”
  • BOCCHE CALDE SESSO IN CONDOMINIO 1985 - A. Bianchi (l’hardista Giuliano Rosati penetra violentemente una gallina e una pecora)
  • DI NOTTE DI GIORNO 1984 - A. Sacco (una donna ,sollecitata sa Don Tim, defeca realmente in una tazza con inquadrature dettagliate)
  • IL CAPRICCIO DI PAOLA 1984 - A. Sacco (probabilmente l’unico blow job equino reale del cinema italiano. Noto anche perché nelle scene cavalline l’animale scalcia violentemente con lo zoccolo e mentre l’attrice impaurita si sposta, a Sacco cade la telecamera !)
  • L’AMORE E LA BESTIA 1984 - A. Bianchi (coprofilia, scatofilia, animal, dialoghi razzisti, una Marina Lotar ubriaca ecc.)
  • LANGUIDAMENTE 1984 - A. Sacco (dialoghi che inneggiano allo stupro come “esperienza liberatoria e stimolante”, una Joselita C. palesemente a disagio e sesso sciatto e trasandato)
  • PEOPLE SEX GAMES 1986 - L. Soldati (ad un certo punto la voce narratrice incita lo spettatore ad andare a puttane !!)
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