Mondo infame (Roberto Bianchi Montero, 1963)

Visto grazie alla disponibilità di un generoso collega forumista.

A solo un anno di distanza da Mondo cane, Montero ne realizza un rip-off molto gradevole. Il fatto che non ci siano ambizioni autoriali lo capiamo sin dal principio: non c’è neppure un discorso introduttivo, una riflessione che faccia da cappello e che dia un contesto, non si circoscrive un campo entro il quale sviluppare l’inchiesta cinegiornalistica. Il film comincia subito con il commento dettagliato del primo quadro di vita quotidiana che ci illustra (il sacrificio degli animali che gli indigeni di Giava gettano nei crateri dei vulcani, per cercare di attirarsi la loro benevolenza ed evitare le distruzioni causate dalle eruzioni). E poi via, si salta di palo in frasca mostrando tutti gli altri siparietti, senza esplicitarne il legame. Si dà per scontato che lo spettatore conosca Mondo Cane e sappia che il filo conduttore sia il medesimo (d’altronde già solo il titolo della pellicola lo suggerisce chiaramente).
Rispetto al modello di Jacopetti e Prosperi, Montero esibisce fin da subito un gusto più marcato per l’exploitation, mostrando cose che non mi sarei aspettato da un film del '63, quali ad esempio riprese dettagliate di operazioni chirurgiche, un’abbondanza di seni, molta crudeltà sugli animali (oltre alle varie bestie che vengono cucinate e mangiate in tutte le salse, mi ha colpito molto il vitello gettato in pasto ai piranha e letteralmente sbranato vivo). Non mancano nemmeno altri topos dei mondos a venire, come ad esempio la fumeria d’oppio, le scarificazioni rituali dei popoli africani, i santoni che si trafiggono con lame e coltelli senza sanguinare e via dicendo. Per fortuna solo una breve sequenza verso la fine è dedicata agli spogliarelli dei locali notturni.

Mi è sembrato di identificare due sequenze prese paro paro da La muraglia cinese di Lizzani: le amiche cinesi che vanno al ristorante e scelgono tra gli animali vivi in esposizione le “bestiacce” che si mangeranno e l’inseguimento farlocco del criminale che fugge dalla polizia nell’intrico di case galleggianti. Ma lo dico col beneficio del dubbio, devo ricontrollare per esserne certo.

Purtroppo il rip che ho visionato era davvero disastroso, un riversamento fatto male, il video (interlacciato) viene riprodotto a scatti e l’audio va progressivamente sempre più fuori sincro. Spero davvero che sia possibile reperirne una copia in uno stato migliore!

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..la copia era italiana?!

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Si, un riversamento della succitata vhs olandese.

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ti confermo per conto terzi (cinematografo, mymovies, wikipedia) che il tuo occhio è di lince: non solo copia e incolla lizzani, ma anche scene dei documentari di metà anni 50 di bonzi-craveri-gras-moser continente perduto, l’impero del sole e l’ultimo paradiso.

sto provando a guardarlo. il rendering fa talmente cagare da renderlo un’esperienza psicotronicissima, ipnoinducente e ipnagogica. comunque incredibile come monteiro fosse già oltre jacopetti in tempi record, e pre-morra (le capre gettate nel cratere fumante e il vitello sacrificato ai piranhas per far passare indenne la mandria in largo anticipo sulle capre date in pasto agli squali in dimensione violenza), pre-deodato (beh, la tartaruga…) e pre-schwartz (le scene di chirurgia che paiono prese con una macchina del tempo dai primi due faces of death, specie dal secondo). è stranissimo, data la forte crudezza, che se la sia cavata con un semplice divieto ai 14 in quell’anno.

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